Buon Carnevale, lettori!
Come trascorrerete questa giornata? Avete feste e travestimenti in programma? Io -c'era da scommetterci- deciderò all'ultimo minuto, come al solito :3
Ah, sia benedetto il procastinare...
Anyway, poche chiacchiere e diamoci subito da fare. Oggi vi lascio la recensione di un libro di cui si è parlato a lungo, in bene o in male che fosse, e che non potevo proprio evitare di leggere.
Perché? Andiamo, lo sapete benissimo il perché.
Come trascorrerete questa giornata? Avete feste e travestimenti in programma? Io -c'era da scommetterci- deciderò all'ultimo minuto, come al solito :3
Ah, sia benedetto il procastinare...
Anyway, poche chiacchiere e diamoci subito da fare. Oggi vi lascio la recensione di un libro di cui si è parlato a lungo, in bene o in male che fosse, e che non potevo proprio evitare di leggere.
Perché? Andiamo, lo sapete benissimo il perché.
« È notte fonda quando Lula Landry, leggendaria e capricciosa top model, precipita dal balcone del suo lussuoso attico a Mayfair sul marciapiede innevato. La polizia archivia il caso come suicidio, ma il fratello della modella non può crederci. Decide di affidarsi a un investigatore privato e un caso del destino lo conduce all'ufficio di Cormoran Strike. Veterano della guerra in Afghanistan, dove ha perso una gamba, Strike riesce a malapena a guadagnarsi da vivere come detective. Per lui, scaricato dalla fidanzata e senza più un tetto, questo nuovo caso significa sopravvivenza, qualche debito in meno, la mente occupata. Ci si butta a capofitto, ma indizio dopo indizio, la verità si svela a caro prezzo in tutta la sua terribile portata e lo trascina sempre più a fondo nel mondo scintillante e spietato della vittima, sempre più vicino al pericolo che l'ha schiacciata. Un page turner tra le cui pagine è facile perdersi, tenuti per mano da personaggi che si stagliano con nettezza. Ed è ancora più facile abbandonarsi al fascino ammaliante di Londra, che dal chiasso di Soho, al lusso di Mayfair, ai gremiti pub dell'East End, si rivela protagonista assoluta, ipnotica e ricca di seduzioni. »
Premessa: mi piacciono un sacco i gialli e i thriller. Sarà che sono cresciuta in una casa piena di Agatha Christie, Patricia Cornwell e John Grisham, e che mia madre mi ha trasmesso la passione per le serie tv poliziesche (ve lo assicuro, ho visto praticamente tutte quelle mai andate in onda. Tenente Colombo compreso). Nonostante questa mia familiarità con il genere, mi tocca ammettere che probabilmente non avrei mai letto questo romanzo, se non fosse stato per il fattore Joanne Rowling.
Il mio livello di apprezzamento nei confronti di questa donna rasenta la venerazione, quindi nessuno dovrebbe essere sorpreso.
Il Richiamo del Cuculo di Robert Galbraithè edito in Italia da Salani e si trova in libreria a 16,90 €
Il mio livello di apprezzamento nei confronti di questa donna rasenta la venerazione, quindi nessuno dovrebbe essere sorpreso.
Il polverone mediatico scatenato intorno a questo libro è stato assurdo: gente che criticava la casa editrice per averlo pubblicato, gente che criticava la Rowling perché fa figo andare contro corrente, gente che invece la osannava perché sì. Personalmente, in questa recensione cercherò di parlarvi del romanzo nel modo più oggettivo possibile, in modo che capiate per bene cosa vi trovate tra le mani.
La trama è facilmente riassumibile in poche parole: una modella si è suicidata, il fratello crede che in realtà sia stata uccisa e si rivolge ad un investigatore privato per fare chiarezza.
L'investigatore in questione è Cormoran Strike, soldato in congedo dopo aver perso una gamba, che si trova in un momento un po' particolare della sua esistenza.
Le indagini sul presunto omicidio si alternano agli spezzoni di vita quotidiana del detective e della sua segretaria, Robin, soffermandosi molto sull'introduzione dei personaggi, in modo da buttare le basi per l'intera serie di romanzi.
A parte le incursioni nelle vicende personali dei personaggi, seguiamo le indagini passo dopo passo, assistiamo a tutti gli interrogatori, raccogliamo le prove e passeggiamo nella Londra riccastra e dabbene, con uno sguardo a Piccadilly Circus e uno alle anonime stradine secondarie.
La risoluzione del crimine (insomma, c'è stato o non c'è stato?)è, forse, un po' scontata: è la prima cosa a cui ho pensato all'inizio della lettura, per poi scartarla man mano perché mi sembrava troppo ovvia.
E invece no, alla fine si ritorna proprio su quello, dopo un accuratissimo tentativo di depistaggio.
I personaggi principali sono ben caratterizzati e sfaccettati, con le loro mille imperfezioni e le cadute di stile.
Anche i secondari, però, hanno un loro perché: l'attore dipendente dalla droga non è solo un poco di buono, la modella anoressica e svampita era stata ammessa a Cambridge, lo stilista sopra le righe e accusato di speculazione è, in realtà, semplicemente un uomo che non riesce a superare la tragica perdita di una persona a lui cara.
Lo stile di scrittura è ironico, accattivante e descrittivo, anche se a tratti molto prolisso e dettagliato. Personalmente, questo non mi ha per niente disturbata, perché mi è piaciuto arrivare al punto in cui avevo tra le mani lo stesso materiale che aveva il detective e potevo tranquillamente tirare le somme in autonomia.
(...non proprio: l'ultima parte è volutamente più oscura. Altrimenti il povero Cormoran non avrebbe avuto i suoi dieci minuti di gloria).
Nonostante questo, mentirei se dicessi di aver ritrovato tra le pagine de Il Richiamo del Cuculo lo stile della Rowling di Harry Potter e credo che sarebbe anche stupido cercarlo, visto che si tratta di due generi diversi, rivolti a target differenti. Piuttosto, ho ritrovato il ritratto della disparità sociale, già tratteggiato ne Il Seggio Vacante, che ritrova spazio anche in questo romanzo.
L'abilità dell'autrice è evidente, perché scrive che è una meraviglia ed è davvero un piacere leggere quello che sbuca dalla sua penna, e io mi sentirei di consigliarne la lettura anche solo per questo.
Il che ci riporta alla parte puramente soggettiva della recensione: a me questo romanzo è piaciuto, e pure un sacco. Sono partita considerandolo semplicemente un giallo con una bella cover, non il nuovo libro di aunt Jo (avevo fatto questo errore quando ho letto Il Seggio Vacante ed ero quasi rimasta scioccata nel leggere della Rowling che parlava di sesso. Come se lei non avesse tre figli e fosse pura e illibata) e sono riuscita ad apprezzarlo proprio per quello che è: un buon giallo, con uno stile corposo e degli ottimi personaggi, in cui non si fanno accenni a bacchette magiche e ragazzini con gli occhiali tondi.
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Bello bello bello! |
Bonus: il secondo libro della serie, The Silkworm, sarà pubblicato in Inghilterra il 19 Giugno. Mi sembra quasi scontato dire che lo leggerò.
E voi che ne pensate? Avete già letto questo romanzo o ve ne state tenendo alla larga?
Ditemi, ditemi, ditemi!