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TAG: La mia vita da lettore

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Buon inizio settimana a tutti!
Oggi avevo in programma di scrivere finalmente la cinquantesima recensione del Bookshelf (che, vi avviso, sarà su uno dei libri di Doctor Who per una serie di ragioni che non sto qui ad anticiparvi), ma poi mi è venuto in mente questo tag bellissimo che mi sono salvata un po' di tempo fa e... niente, dovevo farlo per forza!
Io l'ho scoperto sul blog di Katerina (se non lo conoscete, andate a farci un giro. Quella donna è un genio) e consiste nel rispondere ad una serie di domande, divise in tre fasce temporali, che vanno ad indagare sulla tua vita da lettore.
Quindi... facciamolo!

Passato
Quanti anni avevi quando hai imparato a leggere?
Mia madre è una fanatica della lettura, il che ha fatto in modo che si dedicasse completamente alla sua primogenita, cercando di stimolarla il più possibile. Ecco spiegato perché, a quattro anni, io leggevo e scrivevo correttamente. Poi i miei osano anche lamentarsi di quanto spendo in libri: è tutta colpa loro!

Qual è il titolo del primo libro che hai letto?
Il primo libro che ricordo di aver letto da sola è stato Pandi e la Neve. Ce l'ho ancora ed è tipo tutto sottolineato per evidenziare i punti che raggiungevo e, con la matita, ci sono i segni che usavo per collegare le lettere tra di loro e formare le sillabe.
Ovviamente, adesso cade quasi in pezzi (ero una bambina molto stupida e distruttiva, mi dicono), ma credo proprio che non me ne separerò mai :')

Quale libro ti ha fatto iniziare a leggere con regolarità?
Qui davvero vado in difficoltà. Da che ricordi, ho sempre letto con regolarità, non sono mai stata per un periodo senza avere un libro tra le mani. Dopo Pandi, ho scoperto che potevo tranquillamente leggermi da sola le fiabe, quindi leggevo e rileggevo quelle, quando non avevo qualcosa di nuovo a disposizione.

Qual è il primo ricordo che hai della lettura?
Il letto dei miei genitori, una lucetta da comodino accesa e la voce di mia madre che legge "Il Lupo e i Sette Capretti", sussurrando per non svegliare papà (che, in realtà, era sveglio e pregava che mi addormentassi per poter dormire in pace).


Presente
Quanti libri possiedi?
Ok, ricordate il discorso della madre fanatica della lettura? E ricordate anche il fatto che io compro un mucchio di libri? Ecco, sommate il tutto ad una casa minuscola ed otterrete le mie condizioni di vita. A casa abbiamo libri ovunque, e con ovunque intendo proprio da qualsiasi parte, bagno compreso.
(Ok, sappiate che quello che seguirà sarà un resoconto ENORME. Saltatelo pure).
Ho fotografato gli agglomerati cartacei più considerevoli.
Dunque, in cucina la situazione è piuttosto calma, con i ricettari e qualcosa a random; nel salotto abbiamo una libreria con uno scaffale accanto, una mensola con qualche povero volumetto che straborda e un ripiano della scrivania di mio fratello, con libri un po' a random. Tecnicamente, abbiamo anche un po' di classici sulla cima di una scarpiera, ma non valeva la pena farveli vedere semplicemente perché ho dimenticato di fotografarli. Comunque, il salotto è soppalcato e questo è quello che si vede salendo in camera dei miei genitori. Non sono riuscita a far entrare nella foto il resto delle scale, ma le piramidine di libri proseguono fino alla cima. Poi, dal suo lato del letto, mia madre ha questo. Mi ha proibito di fotografare tutti i romanzetti Harmony che comprava da ragazza, ma sappiate che sono dietro quello scaffale.
Arriviamo, finalmente, in camera mia. Vicino alla scrivania ho un paio di mensole, questa e questa, con i libri che leggevo quando ero più piccola o che non riprendo in mano spesso. Poi, intorno al letto, ci sono tutti i miei tesori: libreria uno e due e libreria tre. Alle spalle del letto c'è questa libreria piccola e, a lato, uno scaffale a random, con qualche dizionario e i libri che nego di avere.
I libri che leggevo da piccina sono, a causa di forze maggiori, inscatolati e tenuti in soffitta. Piccolo bonus: lo sgabellino ripieno che teniamo in bagno, con i libri che sto leggendo e che... sì, mi porto dietro. Lo so, Shakespeare non è proprio una lettura da bagno. LO SO.
...Dio, ho fatto un papiro. Perdonatemi.

Quale di questi è il tuo preferito?
Qui non vi dirò niente di nuovo, ma i miei libri preferiti in assoluto sono i sette che compongono la saga di Harry Potter. Lo so che lo sapete, ma dovevo dirlo di nuovo :3 poi, nella mia top 3 compaiono Colpa delle Stelle di John Green e The Sky is Everywhere di Jandy Nelson.

Qual è quello che meno di piace?
Sono un po' quelli che non mi piacciono particolarmente (perché sì, una volta che ho comprato un libro non me ne libero, neanche se lo ritengo scadente). Comunque... i due di Moccia che fingo di non avere.
Erroracci giovanili.

Con che frequenza leggi?
Ci sono periodi in cui non mi stacco dal libro in lettura fino a che non l'ho finito, altri in cui, a causa degli impegni, sono costretta a leggere a spezzoni e soprattutto di notte. Diciamo che, però, non capita mai che passi un'intera giornata senza leggere qualcosa.

Libri per bambini, per ragazzi, o per adulti?
Sono una lettrice onnivora. Nutritemi.

Con che velocità leggi? Ti reputi veloce, lento o nella norma?
Sono decisamente una lettrice veloce. Riesco a finire romanzi in un paio d'ore, se nessuno reclama la mia presenza.

Chi è il tuo autore preferito? Spiega perché.
Non vi dirò niente di nuovo: J.K Rowling è la mia autrice preferita in assoluto. Ammiro non solo il suo modo di scrivere e la sua incredibile creatività, ma anche la sua determinazione ed il modo in cui sia riuscita ad affermarsi nella vita. Che volete farci, adoro questa donna. Vorrei davvero incontrarla e ringraziarla per tutto quello che ha fatto e mi ha dato.

Edizioni in brossura o rilegate?
Direi rilegate, perché fanno una bella figura in libreria. Ma le brossure sono più economiche e occupano meno spazio.

Chi è il tuo protagonista preferito? Spiega perché.
Lo ammetto: di solito nutro un'antipatia di base nei confronti dei protagonisti. Per quanto l'autore possa impegnarsi a renderli plausibili, hanno sempre quell'aria da "So troppo figo", io li bollo subito come personaggi da odiare e spero con tutta me stessa che crepino. Anyway, una delle protagoniste che però ha rappresentato un'eccezione è Hazel Grace di Colpa delle Stelle. Ho adorato quella ragazza, la sua ironia e la sua forza d'animo.

Chi è il tuo antagonista preferito?
I Dalek. No, seriamente, Heatcliff di Cime Tempestose. Voi adesso penserete "Ma no, non è un antagonista!". Andatelo a dire alla giovane Cathy e vediamo un po' che vi risponde.
Comunque... io lo adoro. È uno di quei personaggi che cambia ruolo a seconda dei punti di vista. È... fantastico.

In media quanto sono lunghi i libri che leggi?
Mmm... 300, 400 pagine.


Futuro
Riesci a vedere te stesso coinvolto in una carriera che abbia a che fare coi libri?
È quello che mi auguro. Il mio sogno sarebbe diventare una scrittrice, il piano B prevede un posto in una casa editrice e il piano C l'apertura di una libreria.

Pensi che gli e-book riusciranno ad avere la meglio sui cartacei?
Non penso. Ci sono un mucchio di persone (e sì, sto parlando anche di me) che leggono ebook per risparmiare ma che, quando trovano un romanzo che davvero riesce a conquistarle, devono assolutamente avere il formato cartaceo.

Trasmetterai il tuo amore per la lettura ai tuoi figli?
Come potrei non farlo?
Io che invoglio i miei figli alla lettura

Ok, ce l'ho fatta a farlo!
Comunque... c'è bisogno di dirlo? Siete tuuuutti taggati! Come al solito, lasciatemi il link o le risposte nei commenti, in modo che possa venire a curiosare un po' :3
Per ora è tutto! Sappiate che a breve vi toccherà un bel post sulle new entries: sto per andare in libreria con il mio migliore amico. Yeeeh!
Un bacio a tutti,



BLOG TOUR: Gheler l'esploratore - Antonio Polosa. 1^ TAPPA: presentazione

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Buongiorno a tutti, bellissimi! 
Con questo post voglio annunciarvi che questo mese sarà un mese un po’ particolare perché è dedicato a un evento speciale. Ospiterò nel mio blog una tappa del Blog Tour dedicato al libro epic fantasy Gheler l’esploratore – Il legame dei draghi dell’autore esordiente Antonio Polosa. Mys e io, insieme ad altre sei blogger abbiamo deciso di creare il blog tour per promuovere questo meraviglioso libro. Siamo convinte che Gheler l’esploratore meriti più visibilità, per questo motivo parleremo con voi del libro per tutto il mese di Novembre con ben 7 tappe. Naturalmente più saremo e più ci divertiremo a conoscere il nuovo mondo di Gheler e non mancheranno alla fine del blog tour dei fantastici premi che potrete vincere seguendo semplici regole. Prima di iniziare a presentarvi le tappe, vi lascio le informazioni sul libro e sulla serie.



GHELER L'ESPLORATORE - IL LEGAME DEI DRAGHI


Titolo: Gheler l'esploratore - Il legame dei draghi 
Autore: Antonio Polosa 
Editore: Damster 
Pagine: 167 
Prezzo: € 2,99 
Formato: eBook 
Data di pubblicazione: 14 settembre 2013

TRAMA: 
Adne è una Etne che vive nel Sialden, e il suo legame, il Ledah, la costringe a compiere passi indesiderati. Oltre a limitare i suoi sentimenti, questo finisce anche per guidarli. Quando le radici del suo albero trovano l'intreccio, Adne non riesce ad accettare l'unione forzata con un Etne che lei non conosce nemmeno e per questo decide di fuggire nella speranza di trovare la freccia di Asvelt, un legame di drago capace, secondo le leggende, di spezzare un legame. Gheler è un esploratore e un cacciatore di legami che si rivela essere il re degli Orghen e di tutte le montagne di fuoco nonostante appartenesse a un’altra razza. Le sue cicatrici e la sua spaventosa seconda forma nascondono un tragico e misterioso passato legato al suo odio e al suo desiderio di vendetta verso Onimea, uno degli ultimi draghi nobili del continente custode dell'unico legame capace di ucciderlo. Adeleo è il principe di Nuria ma non l'erede, un impero in continua espansione che non ha nessun legame con la natura. Quando salva Elden, una Elielan del mare di Selgo dalle grinfie del suo stesso popolo, prende in custodia il suo legame, una perla irregolare, e viene esiliato da tutti i domini di Nuria. Le loro strade s'intrecceranno e lasceranno una traccia indelebile nei cuori di ognuno, portando indirettamente le numerose razze ormai martoriate dalla guerra a un futuro e possibile nuovo modo di coesistere. Se un legame muore, brucia o viene distrutto, l'Etne, l'Elielan o l'Orghen muore.
Ora vi lascio il calendario con le tappe del blog tour. Man mano che le tappe verranno pubblicate nei vari blog, aggiornerò i link:

CALENDARIO TAPPE 
In tutti i blog partecipanti | 5 Novembre - 1^ TAPPA: Presentazione
The Bookshelf | 7 Novembre - 2^ TAPPA: Le Razze 
Libri di cristallo | 11 Novembre - 3^ TAPPA: Test - A Quale Razza Appartieni?
Books Land | 14 Novembre - 4^ TAPPA: Anteprime sulla saga
Atelier di una Lettrice Compulsiva | 18 Novembre - 5^TAPPA: Intervista all’autore
Stelle nell'Iperuranio | 21 Novembre - 6^ TAPPA: Recensioni a confronto
Dreaming Fantasy | 25 Novembre - 7^ TAPPA: Riepilogo e Giveaway
Il sogno di una lettrice | 4 Dicembre - TAPPA FINALE:Premiazioni

COME PARTECIPARE
Per partecipare al blog tour non vi basta che commentare tutte le tappe e compilare il form che verrà pubblicato nella tappa finale! Più saremo e più ci divertiremo perciò vi lascio anche il banner da condividere nei vostri blog. Se condividete l’iniziativa avrete dei punticini in più per vincere i meravigliosi premi!
<a href="http://dreamingfantasybooks.blogspot.com/2013/10/blog-tour-gheler-lesploratore-di.html"><img src="http://img5.imageshack.us/img5/8156/mxuw.png"></a>

I PREMI
Partecipando al blog tour potrete vincere dei meravigliosi premi! In palio ci sono:


- copie ebook del libro;
- due portachiavi del libro;
- una bellissima calamita a forma di drago!








Allora, che ne dite? Vi piace questa iniziativa? 
Spero davvero che partecipiate in tanti! 
Vi aspettiamo il 7 Novembre proprio qui, sul nostro blog, per la seconda tappa! 
Mi raccomando, non perdetevela!

WWW Wednesday #20

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Sto scrivendo questo post con gli occhi semichiusi. Sono a pezzi, ho passato tutta la notte a lavorare ad una storia e stamattina mi è toccata la levataccia ç_ç
Avrei voluto finire due recensioni e sistemare la grafica (sì, ho già voglia di cambiarla), ma credo proprio che finirò qui e mi tufferò sul letto.
Quindi, chiacchiere a random a parte, arriviamo subito al punto: WWW Wednesday!


1. What are you currently reading? (Cosa stai leggendo?)
Premetto che, ultimamente, sto avendo davvero poco tempo per leggere (ç_ç). Il libro del momento è Il Linguaggio nascosto della Vita di Richard Paul Evans, che mi è stato prestato dal mio migliore amico. Sono a metà e mi sta piacendo, è davvero un libro ben scritto. Non sono ancora riuscita ad entrare in sintonia con il protagonista, ma credo sia solo questione di tempo. Poi, vi avevo detto che avrei continuato il mio tour Shakespeariano, e infatti ho iniziato La bisbetica domata. Neanche vi sto a dire altro.



2. What did you recently finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)
Come vi ho già detto, sto avendo davvero poco tempo per leggere. Nell'ultima settimana sono riuscita a terminare solo Love Game di Rossella Leone. Spero di riuscire a scrivere la recensione il più presto possibile (non avete idea di quante ne abbia arretrare! Cavolo!). Vi dico solo che non mi è per niente dispiaciuto come libro!
Ah, chi fosse interessato... su Amazon trovate l'ebook in offerta a 0,99 € anziché 5 €!



3. What do you think you'll read next? (Cosa pensi che leggerai in seguito?) 
Cercando Alaska di John Green è sicuramente il prossimo libro che leggerò. Poi... non so, credo che mi approccerò a I segreti di Coldtown di Holly Black, che ho comprato tipo due giorni fa.
Vedrò cosa mi ispirerà sul momento!
(N.B: la cover della mia edizione di Cercando Alaska è quella non inquietante, grazie al Signore dei Libri).


Ooook, per il momento è tutto!
Finisco il mio tè e mi concedo al letto!
Ma voi... com'è stata la vostra settimana in campo libresco?
Fatemi sapere e non dimenticate di passare da queste parti, domani: c'è la prima tappa del Blog Tour dedicato a Gheler L'Esploratore di Antonio Polosa!
Un bacio,

BLOG TOUR: Gheler l'esploratore - Antonio Polosa. 2^ TAPPA: le razze

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Buongiorno a tutti, viandanti!
Come avevo scritto ovunque fino alla morte giusto accennato, oggi il nostro blog si dedicherà alla seconda tappa del Blog Tour dedicato a Gheler l'esploratore di Antonio Polosa.
Per chi si fosse perso la prima tappa sciagura a voi! vi basta cliccare qui.

Nella tappa di oggi approfondiremo, grazie all'aiuto dell'autore stesso, le razze che compaiono nel corso del romanzo.
Le razze che abitando il mondo di Gheler l'esploratore sono molte e tutte diverse tra loro. L'unica caratteristica che le accomuna è il legame con la natura. 

Gli Etne sono un popolo pacifico, incapace di provare odio e rancore. Il loro legame è ilLedah, un particolare albero capace di far fiorire attraverso i suoi fiori e la sua corteccia tutto quello di cui un Etne ha veramente bisogno. Vivono nel Sialden, un bosco immerso nella quiete, e passano la vita tra momenti di solitudine e numerose feste senza mai abbandonare la foresta, perché quando un Etne è lontano dal proprio Ledah, perde la capacità di sopprimere la sofferenza, l'odio, il gelo e il disagio. Il loro aspetto è umano tranne che per le orecchie, che hanno la forma di conchiglie, mentre il colore dei loro capelli imita quello delle foglie dell'albero al quale sono legati. Adne appartiene proprio a questa razza, ma lei, al contrario dei suoi simili, sogna una vita diversa. Il Ledah guida anche l'amore degli Etne e quando le radici del suo albero s'intrecciano con quelle di uno sconosciuto, decide di fuggire. 


Gli Elielan sono creature marine. Hanno il corpo ricoperto di scaglie, con branchie sul collo e mani e piedi palmati e vivono nei mari, nei laghi e nelle paludi. Il loro legame è il Gadah, una perla capace di catturare e interpretare i sentimenti umani che permette loro di comunicare anche sotto la superficie dell'acqua. Nonostante l'aspetto poco umano, gli Elielan sono, come gli Etne, un popolo pacifico che ama vivere in armonia con il prossimo.  Abitano città fatte di vetro e cristallo, sorrette da scogli, che emergono per meno della metà in superficie. Elden appartiene proprio a questo popolo, ma anche lei è diversa da tutti gli altri. La sua perla ha una forma irregolare e questo ha cambiato anche il suo aspetto. Non ha scaglie se non una sottile parte sulla schiena e sulla fronte, con il volto umano che ricorda vagamente quello dei suoi simili e una pelle che preferisce assaggiare il calore del sole piuttosto che l'umidità dell'acqua. 


Gli Orghen vivono tra le montagne di fuoco e hanno come legame l'Olfer, un lupo fatto di roccia nelle cui vene scorre magma incandescente. Hanno la forza di dieci uomini e non temono niente, nemmeno la morte. Venerano i draghi e più di ogni altra cosa bramano di possedere i loro legami. Onorano la legge del più forte ma rispettano i deboli e conoscono il valore del sacrificio. Gli Orghen maturi sono alti due volte un normale uomo. Hanno la pelle dura come pietra e grigia, per questo i Nuriani li chiamano anche i giganti di cenere; giganti non tanto per l'altezza quanto per la forza sovrumana. Parlano un loro idioma ma conoscono anche la lingua del sud. Nel volto sono umani ma burberi, privi di peli e capelli, con un'ampia e sporgente fronte e una larga mascella. Il loro re non è un Orghen, ma un uomo di nome Gheler conosciuto anche come Gundaver e come Balat. 


I Nuriani sono l'unica razza a non avere alcun legame con la natura, per questo molti li chiamano anche i senza-legame.  Figli di un grande impero in continua espansione, sono anche gli unici ad aver mosso guerra contro tutti i popoli del sud. La metà di loro pensa che sia meglio non avere un legame, mentre l'altra metà invidia chi invece ha qualcosa da proteggere. Venerano gli dei della guerra, grandi generali e re del passato, e nel campo bellico sono i più sviluppati. I loro tre sacri ideali sono la guerra, l'onore e la conquista, importanti tanto quanto l'aria, l'acqua e il cibo. Adeleo è il figlio del re, principe ma non erede, e quando salva Elden dalle grinfie del suo stesso popolo, prendendo in custodia la sua perla irregolare, viene esiliato a vita dai domini di Nuria e abbandonato nel caldo delle montagne di fuoco, dove incontrerà per la prima volta Gheler l'esploratore. 


I draghi. Come suggerisce il titolo del primo volume, anche i draghi possiedono un legame ma questo non ha nulla a che vedere con quello degli Etne, degli Orghen o degli Elielan. I draghi abitano il ventre delle montagne, dove custodiscono immensi tesori. Tra questi vi è il loro legame, un oggetto che varia da drago a drago con dei poteri nascosti che si rivelano solo in seguito alla morte del suo guardiano. Non si sa da dove questi provengano o il loro significato, l'unica cosa certa è che gli uomini diventano cacciatori solo per la brama di possederli, con il solo scopo di servirsi di tali poteri per soddisfare le proprie manie di grandezza.  

Che ne dite? Sono davvero ben costruite, no? Se queste prime quattro vi hanno incuriosito, sappiate che Antonio assicura che, nei prossimi volumi, il numero di razze aumenterà!
Sono l'unica ad essere curiosissima e a chiedersi cos'altro sarà capace di inventarsi?!

Per il momento è tutto! Vi ricordo il calendario con le date delle varie tappe del tour:

CALENDARIO TAPPE 
In tutti i blog partecipanti | 5 Novembre - 1^ TAPPA: Presentazione
The Bookshelf | 7 Novembre - 2^ TAPPA: Le Razze
Libri di cristallo | 11 Novembre - 3^ TAPPA: Test - A Quale Razza Appartieni?
Books Land | 14 Novembre - 4^ TAPPA: Anteprime sulla Saga
Atelier di una Lettrice Compulsiva | 18 Novembre - 5^TAPPA: Intervista all’autore
Stelle nell'Iperuranio | 21 Novembre - 6^ TAPPA: Recensioni a confronto
Dreaming Fantasy | 25 Novembre - 7^ TAPPA: Riepilogo e Giveaway
Il sogno di una lettrice | 4 Dicembre - TAPPA FINALE:Premiazioni


Vi lascio anche di nuovo il link del bannerino da poter inserire nei vostri blog: più siamo, meglio è!



Bene, credo davvero di avervi detto tutto!
Spero che questa tappa vi sia piaciuta! Ci ritroviamo l'11 Novembre sul blog Libri di Cristallo! Mi raccomando, siate puntuali e non perdetevi la terza tappa.
Un bacio,



Fangirl Friday #4 - Once Upon A Time

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Buonsalve a tutti, miei bellissimi lettori!
Oggi è venerdì (nel caso non steste già gironzolando per casa urlando "TGIF!", come sto facendo io), quindi sapete cosa vi aspetta, no?

Un bel carico di FANGIRLAMENTI.

Il Fangirl Friday di oggi però è un po' particolare, perché oltre a fangirlare come un'ossessa in senso positivo, darò anche sfogo alla fangirl delusa e amareggiata che è in me.
Oggi parliamo di Once Upon A Time (C'era Una Volta, in italiano), serie TV americana creata da Adam Horowitz e Edward Kitsis, in onda dal 2011.



Per chi non la conoscesse, il concept è semplice all'apparenza (non dimentichiamoci che Adam Horowitz e Edward Kitsis sono anche i creatori di Lost, non so se mi spiego): i personaggi delle fiabe e delle leggende sono stati catapultati nel mondo reale e sono costretti a viverci, ignari della loro vera identità, bloccati nella cittadina di Storybrooke, nel Maine. Artefice di tutto ciò, Regina, la Regina Cattiva (...ci è andata di sfiga con la traduzione, in originale suona molto meglio, "Regina The Evil Queen"). Solo una persona può rompere la maledizione che tiene tutti imprigionati: Emma Swan, una cacciatrice di taglie ventottenne. Henry, il figlio che Emma aveva dato in adozione a diciott'anni e che ora è il figlio adottivo di Regina, si presenta a casa sua e le chiede di seguirlo a Storybrooke, per spezzare la maledizione. Emma, naturalmente, non gli crede ma decide ugualmente di seguirlo e si stabilisce a Storybrooke per un po'.
Tutto si risolverà quando Emma deciderà di credere nella magia e nella maledizione e, soprattutto, smetterà di rinnegare le sue radici, perché anche lei, in realtà, è parte del mondo delle fiabe.
Parallelamente allo storyline di Storybrooke, seguiamo le vicende degli stessi personaggi nella Foresta Incantata, prima che la maledizione sia lanciata.

Ora, veniamo alle ragioni per cui fangirlare abbondantemente.


  • Innanzi tutto, il concept. Anche se non è particolarmente originale, come idea di base, lo sviluppo è decisamente geniale. Horowitz e Kitsis hanno fatto in modo che le storie della Foresta Incantata andassero di pari passo con gli avvenimenti di Storybrooke, intrecciando le due storie in modo fantastico, soprattutto nella prima stagione. 
  • Iparallelismi creati tra i due storyline si riflettono sui personaggi delle fiabe e le loro controparti nel mondo reale. Le personalità sono più costruite e complesse, lontane dal banalità delle figure fiabesche classiche. Per esempio Charming, il Principe Azzurro, nella Foresta Incantata è buono, bello, coraggioso, forte e completamente innamorato di Biancaneve, in Storybrooke è David, un uomo normalissimo, anzi, anche un po' pedante, a volte, e non completamente sicuro del suo rapporto con Mary Margaret, aka Biancaneve.
  • Ora, mi va di entrare un po' nello specifico: un personaggio in particolare vale, secondo me, la visione della serie.
  • RUMPELSTISTKIN!

    Per le prime due stagioni è stato assolutamente FANTASTICO. Come potete vedere dalla faccia, non è esattamente l'eroe della situazione, ma non è nemmeno semplicemente il cattivo. È l'architetto che sta alla base della maledizione e di tutta la trama. È assolutamente geniale, sarcastico e pungente (mi sono fatta le migliori risate con lui!) e, per non farci mancare niente, ha anche una bella storia strappalacrime alle spalle, che si dipana per tutte e tre le stagioni, come un subfilo conduttore. È uno dei pilastri della serie. Anche ora, nella terza, anche se me lo stanno letteralmente distruggendo, come personaggio.
    Tieni duro, Rumpel.

  • Un casting praticamente perfetto per ogni ruolo. 

  • La benedizione che la sacra Disney ha dato alla serie ci permette di avere i personaggi dei film classici in carne e ossa, con costumi ispirati direttamente ai canoni, più qualche piccolo easter egg qua e là.(Per dirvene uno, si intravede il martello di Thor, in una puntata recente, giusto per ricordarci che anche la Marvel è della Disney. DISNEY RULES THE WORLD.)
I costuuuumi! *_____*


    Ora passiamo alle lamentele.
    Le prime due stagioni sono assolutamente fantastiche, davvero. Purtroppo, però, la struttura della storia, secondo me, non permette di tirarla troppo per le lunghe. Effettivamente, un piccolissimo calo si è registrato anche nella seconda stagione rispetto alla prima, ma niente di che. La storia si è semplicemente complicata, ma non c'era nulla di campato in aria. Sono stati introdotti nuovi personaggi in modo coerente e non troppi insieme.

    Nella terza serie (al momento siamo alla sesta puntata), secondo me, c'è stata una caduta di stile pazzesca.

    • Come ho già detto, Rumpel è in piena crisi mistica: ora crede di essere un'eroe vecchio stile, di quelli che si buttano in bocca al mostro per salvare gli altri, senza un briciolo di ingegno e con tanto di lacrima facile.
    • Regina che da voce ai miei pensieri.

    • Vengono introdotti personaggi nuovi ogni volta che c'è bisogno di un espediente per risolvere un problema.
    • ICharmings, aka Biancaneve e il Principe, o Mary Margaret e David, stanno diventando smielati a livelli diabetici. Nemmeno gli stessi personaggi che gli stanno attorno li sopportano più.
    • Regina li sta uccidendo con lo sguardo. Anche io, se è per questo.
    • Senza darvi spoiler, ci sono triangoli amorosi piuttosto improbabili.
    • Si parla troppo. Troppe chiacchiere e poca azione. Almeno dicessero cose sensate! Alcune conversazioni sono decisamente discutibili.


    Ci sarebbe ancora molto da dire su questa terza serie (Mel si è subita tutti i miei sproloqui del tipo "COSA STANNO FACENDO A RUMPEL??") ma la smetto qui.
    Non ci resta che sperare in un futuro migliore, per questa serie.
    Teniamo le dita incrociate.




    The Stone Rose - Jacqueline Rayner

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    Finalmente ce la faccio!
    Signori e signore, vi annuncio che state leggendo la cinquantesima recensione di The Bookshelf! Mi piacerebbe fare un discorso strappalacrime e ringraziarvi tutti uno per uno brandendo una statuetta glabra ma, per prima cosa, non ho vinto un Oscar (non ancora, almeno) e quindi mi sentirei un po' in imbarazzo e, seconda cosa, voi non potreste vedere le mie lacrime, e quindi cavarmi gli occhi per la commozione sarebbe un po' inutile.
    Anyway, passiamo al punto della situazione. Volevo cercare un libro particolare da recensire e quindi mi sono scervellata inutilmente per un bel po'. Poi, però, ho pensato ad una serie di cose:
    1. Avevo voglia di parlare di uno dei libri di Doctor Who che ho letto.
    2. Mi avevate chiesto di parlarvene (non mento. Qui ci sono le prove).
    3. Quest'anno è il Cinquantesimo Anniversario dalla prima messa in onda di Doctor Who (50° anniversario, 50° recensione... coincidenze? Non credo proprio).
    4. Amo Doctor Who. Quindi ne voglio parlare.
    E quindi... indovinate un po' a che conclusione sono giunta?

    «Mickey, con sua grande sorpresa, trova in un museo una statua raffigurante Rose. Una statua vecchia di 2000 anni. Il Dottore realizza che questo significa che il TARDIS a breve li porterà nell'Antica Roma ma, quando ci arrivano, lui e Rose hanno di meglio da fare che pensare a delle sculture. 
    Mentre il Dottore è sulle tracce di un ragazzo scomparso, Rose fa amicizia con una ragazza che sostiene di conoscere il futuro e che si diletta in previsioni piuttosto accurate. Ma poi il Dottore scopre un'orribile verità sulla statua di Rose, e Rose stessa capisce che bisogna stare molto attenti a ciò che si desidera... »
                                                                                                       Trama tradotta da me.


    The Stone Rose fa parte di una serie di romanzi prodotti e pubblicati dalla BBC Books.
    Non sono fan fiction, per intenderci, perché seguono la time line della serie tv e sono considerabili quasi canon, visto che vari avvenimenti descritti dai vari autori sono stati poi citati in qualche episodio dello show.
    Ne sono stati pubblicati un bel po' e abbracciano l'arco temporale che va dal Nono all'Undicesimo Dottore.
    Tre dei romanzi con Eleven sono stati tradotti anche in italiano ed editi da Asengard Edizioni.
    Ok, nozioni di cultura generale a parte, The Stone Rose è forse il primo libro su Doctor Who in cui mi sono imbattuta.
    Non ricordo neanche esattamente come l'ho scoperto e soprattutto perché ho deciso di googlarlo (oddio, forse l'ultima domanda è spiegabile considerando il mio essere una fangirl), fatto sta che mi sono avventurata nei cupi meandri di ebay e ne ho acquistata una copia. Amazon era troppo mainstream.
    E... è stato amore.
    Per darvi qualche coordinata temporale, ci troviamo durante la seconda stagione di Doctor Who, in un lasso di tempo compreso tra gli episodi Tooth and Claw e School Reunion.
    Mickey The Idiot ha trovato al British Museum una statua risalente all'epoca dell'Antica Roma. Questo avvenimento non presenterebbe nessuna particolarità degna di nota, se non fosse che la statua è una perfetta copia di Rose.
    Il Dottore non perde tempo, si infila nel TARDIS e, insieme a Rose, si mette sulle tracce dell'eventuale scultore. Una volta arrivati a Roma, i due vengono completamente travolti dal corso degli eventi, così come si ci sarebbe aspettati da un episodio della serie tv. Tra ragazzi scomparsi, scultori antipatici, veggenti fuori luogo e sparizioni alquanto strambe, per il Dottore sarà davvero difficile ricordarsi la vera ragione del viaggio...

    Se ve lo state chiedendo, sì, mi diverto a concludere le trame con frasi criptiche e puntini sospensivi.
    Anyway, The Stone Rose può essere considerato in due modi.
    Se lo si vede come un libro con ambientazione storica, si ha tra le mani un romanzo passabile, con qualche imprecisione e con una buona caratterizzazione dei personaggi.
    Se lo si considera, così come andrebbe fatto, esclusivamente come un libro ispirato alle avventure del Dottore, allora... beh, è fantastico.
    Più si va avanti nella lettura, più si ha l'impressione di star guardando un episodio della serie tv. Mancava solo la sigla iniziale, poi c'era tutto.

    La storia di fondo funziona, è coerente ed ha il fattore "geniale": Jacqueline Rayner, pagina dopo pagina, introduce un sacco di avvenimenti apparentemente sconnessi tra di loro e, alla fine, riesce a far combaciare tutto. E, dopo tutto quello che è stata capace di mettere in mezzo, vi assicuro che non era facile.
    I personaggi sono dannatamente IC (In Character, per intenderci), si comportano così come i loro corrispettivi della serie TV, cosa che aiuta tantissimo a figurarsi le scene in mente.
    Cioè, Ten che mi piazza il suo Weeeell da tutte le parti, mi fa fangirlare davvero come un'ossessa. Lo stile di Jacqueline Rayner è semplice e pulito, con descrizioni essenziali e nessun artificio troppo ampolloso. Si legge che è una meraviglia e sono davvero pochi i vocaboli non comprensibili ad una prima occhiata.
    Per la serie, mettete da parte i dizionari e lasciatevi trascinare completamente dal corso degli eventi. L'unica cosa più o meno negativa che sono riuscita a trovare è la scarsa caratterizzazione dei personaggi secondari, che risultano un po' piatti e sono effettivamente messi lì giusto di contorno alla vicenda. È un peccato, perché l'introspezione di alcuni (ad esempio, della veggente) poteva essere davvero trattata un po' meglio.

    La cosa che, però, ha avuto davvero un ruolo fondamentale nella lettura di questo romanzo, è stato l'audiobook letto da David Tennant.
    In questo modo, è proprio il Dottore a parlare, il che rende tutto ancora più fantastico e completo.
    Inoltre, il Tennant si diverte ad imitare tono ed intonazione dei suoi colleghi e, cavolo, è identico!
    Qui potete ascoltarne un estratto ed avere un'anteprima di quanto faccia morire l'imitazione di Jackie Tyler.
    Ok, avevo intenzione di non scrivere un papiro. A quanto pare non ci sono riuscita. Vi dirò solo un'ultima cosa: accenni di TenxRose. Accenni di TenxRose e questo è quello che mi ha fatto fangirlare più di ogni altra cosa all'interno di questo romanzo! Ovviamente, non è niente di troppo eclatante (non si poteva sconvolgere l'andamento della serie tv) ma basta a chi shippa quei due insieme.
    Spero davvero che quel caprone di Moffat si comporti bene con loro nel dannatissimo speciale del dannatissimo 50° anniversario (per il quale, ci tengo a ricordarlo, mancano solo due settimane).
    Ho finito, giuro che ho finito! Oggi ho anche abusato con le gif, ma ognuno intossica il proprio blog con quello che più gli crea dipendenza :3
    Stavolta mi concedo un'eccezione, lascio Wolverine a riposo e non vi metto il raiting.
    Sarebbe inutile farlo, ma la cosa si può riassumere tranquillamente in questo modo: Whovians, compratelo; non Whovians siete delle brutte persone, guardatevi la serie tv e poi compratelo.
    The Stone Rose di Jacqueline Rayner è inedito in Italia, edito in Inghilterra dalla BBC Books ed è acquistabile qui a 9,70€.
    Quindi, adesso... che ne pensate? Qualcuno è interessato? Qualcuno lo ha letto e vuole sclerare con me?
    Ditemi la vostra!

    Miss Skeeter's Corner - Colleen Hoover

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    Sto impostando questo post con la pianificazione: nel mio sperdutissimo paesino impazza il temporale, ho paura che domani mattina internet mi abbandoni e non riesca a postare.
    (Dal vostro punto di vista, il "domani mattina" che intendo io sarebbe tipo "stamattina").
    (Quindi voi state leggendo qualcosa che ho scritto adesso, cioè ieri sera).
    (????)
    (Insomma, è come viaggiare nel tempo!)
    (...)
    (Devo smetterla di guardare Doctor Who)
    ...dicevamo? Ho pianificato il post. Punto.

    Anyway, due settimane fa ho riaperto il ciclo di interviste agli autori ospitati nell'angolino di Miss Skeeter. Oltre all'Armentrout, avevo mandato delle email ad un po' di altri scrittori più o meno famosi e, inutile dirlo, non contavo troppo su una loro risposta.
    Che, invece, da qualcuno è arrivata. Ora, però, concedetemi un attimo per sottolineare il fatto che la prima risposta mi sia arrivata da Colleen Hoover.
    Capito cosa intendo?! COLLEEN HOOVER!! Ok, rimando gli scleri a dopo smetto di sclerare e vi lascio all'intervista!


    Com'è ormai mia abitudine, parto con la domanda più classica del mondo: quando non è un'autrice famosa in tutto il mondo, chi è Colleen Hoover?
    Sono solo una ragazza che ama bere Diet Pepsi, vado ai concerti, passo del tempo con la mia famiglia e... a volte trovo persino il tempo per dormire!

    Siamo in un lit-blog, quindi la domanda è d'obbligo: qual è il tuo libro preferito?
    Il mio libro preferito è Colpa delle Stelle di John Green, ma ho letto così tanti bei libri che è davvero difficile restringere il campo e sceglierne solo uno!

    Rimanendo in tema, hai qualche influenza letteraria?
    Sono sicura di essere stata influenzata da tutti gli altri autori di cui ho letto, ma non ho mai aspirato a somigliare a qualcuno in particolare.

    Hai qualche abitudine particolare mentre scrivi? Non so, bevi una tazza di tè, sgranocchi biscotti, ascolti musica...
    Diet Pepsi, in lattina e con ghiaccio. Ogni volta. E... ho bisogno di essere in un posto tranquillo, lontana dalle distrazioni, in modo che possa concentrarmi.

    E, già che ci siamo... Hai qualche consiglio da dare a chi vorrebbe diventare scrittore?
    Semplicemente fatelo. Nel caso io non abbia quotato abbastanza gli Avett Brothers, rimedio subito: "Decidi cosa essere, e diventalo"!

    Com'è la tua relazione con i fan? Tendono ad essere un po' inappropriati? (...come me e la mia email fangirlante?)
    Haha, no! Amo i miei lettori e amo sapere ciò che pensano!

    A quale dei tuoi personaggi ti senti più connessa?
    Non mi sento necessariamente connessa più con un personaggio e meno con un altro, ma quello più divertente da scrivere è stato decisamente il punto di vista di Daniel (Finding Cinderella, n.d.Mel) 

    Tutto ciò che sappiamo dell'amoreè stato il primo dei tuoi libri ad essere pubblicato in Italia. Puoi raccontarci un po' com'è nato? Da dov'è venuta l'idea?
    Beh, stavo guardando in tv uno speciale sulla poesia Slam, così decisi che volevo assolutamente leggere un libro che ne parlasse. Quando non sono riuscita a trovarlo... ho deciso di scriverlo io!

    Qual è il tuo rapporto con questa forma di poesia? Hai mai recitato qualcosa in pubblico, come fanno Will e Lake all'interno del tuo romanzo?
    Amo guardare le esibizioni di Slam e leggere le poesie, ma... no. Non ne ho mai recitato una in pubblico, e dubito che lo farò mai!

    Visto che parliamo di Will e Lake, ti dico subito che grazie a loro ho imparato ad adorare gli Avett Brothers. In particolare, adoro "Head full of doubt, road full of promise", che è proprio la canzone con cui apri Tutto ciò che sappiamo dell'amore. Ma qual è la tua canzone preferita?
    Non posso sceglierne una sola! Anche io adoro quella canzone, ma in realtà amo tutte quelle degli Avett Brothers.

    Le coincidenze dell'amore è uscito in Italia il 31 Ottobre. Cosa puoi dirci per incuriosirci e spingerci a leggerlo?
    È decisamente una montagna russa di emozioni! Dovrete fare i conti con dei contenuti emotivamente forti. Quindi, se avete intenzione di leggerlo... reggetevi forte!

    Non dirmelo, è sul comodino che aspetta solo di essere letto! Ok, siamo arrivati all'ultima domanda: c'è qualcosa che vorresti dire ai tuoi lettori italiani?
    Solo... grazie infinite per il vostro supporto! Spero davvero di riuscire a visitare l'Italia, un giorno!


    L'Autrice
    Colleen Hoover vive in Texas con il marito
    e i due figli. Affermata autrice di young adult
    e new adult, ha scalato con i suoi romanzi
    le classifiche di bestseller del New York Time.
    In Italia sono stati pubblicati solo due dei suoi romanzi,
    Tutto ciò che sappiamo dell'amore e Le coincidenze dell'amore

    I Romanzi
    Point of Retreat (Slammed #2)
    This Girl (Slammed #3)
    Le coincidenze dell'amore (Hopeless)
    Losing Hope (Hopeless #2)
    Finding Cinderella (Hopeless #3)
    Maybe Someday

    Questa donna è fantastica, dico sul serio.
    Ci siamo scambiate un bel po' di email e (a parte la mia naturale predisposizione all'isteria dopo essermi resa conto che stavo davvero parlando con lei) è stato davvero emozionante avere la possibilità di parlare senza filtri dei suoi romanzi.
    Lei, poi, è stata gentile e disponibile come non mi sarei mai aspettata!
    Pensate che è stata così gentile da proporre...
    Uhm, no dai, non ve lo dico. Ripassate da queste parti domani per saperne di più! Vi aspetta una bellissima sorpresa, credetemi!
    Un bacio,

    GIVEAWAY: Colleen Hoover Signed Book

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    Buongiorno a tutti!
    Sono quasi due settimane che muoio dalla voglia di scrivere questo post, sono riuscita a trattenermi per puro miracolo (e una paziente opera di convincimento da parte di Mys).
    Ora, finalmente, posso spiattellarvi tutto, quindi mi scuserete se evito giri di parole e vado diritta al punto!
    Ieri, nel post dell'intervista a Colleen Hoover, vi avevo detto che oggi ci sarebbe stata una sorpresa per voi.
    Colleen, infatti, è stata così gentile e adorabile e fantastica e disponibile e meravigliosa da proporre un bel giveaway per i suoi lettori italiani.
    Il premio? Una copia di uno dei suoi romanzi (ovviamente in lingua originale) a scelta del vincitore, autografato e con dedica personalizzata.
    Non è fantastico? Come avevo già scritto nel Monthly Recap, sono altamente tentata di partecipare in incognita. Cioè, una copia autografata di un libro di Colleen Hoover *____* è... wow! 
    State tranquilli, il mio buon senso (e Mys) mi impedisce di fare una tale carognata.
    Quindi, poche chiacchiere e andiamo un po' a vedere tutti i dettagli del giveaway!

    • Il giveaway sarà aperto fino a martedì 26 Novembre. Nei giorni successivi annunceremo il vincitore qui sul blog e lo contatteremo via email.
    • Per partecipare, al solito, bisogna essere lettori fissi del blog. Se ancora non lo siete, vi basta premere sul pulsante blu con scritto "Unisciti a questo sito", che potete trovare nella colonna a destra. Se avete problemi, potete tranquillamente mandarci una mail.
    • Lasciate un commento sotto questo post per confermare la vostra partecipazione. Il commento deve contenere un indirizzo email valido a cui contattarvi in caso di vittoria e il titolo del libro che vi piacerebbe ricevere. I romanzi tra cui potete scegliere sono sul banner dell'iniziativa.
    • Per finire, completate il form qui sotto usando lo stesso nome che esce quando commentate.
    Per avere punti aggiuntivi, è possibile:
    • Mettere mi piace alla pagina Facebook dell'autrice
    • Mettere mi piace alla pagina Facebook di The Bookshelf
    • Seguire sia Mel che Mys su Twitter
    • Condividere il giveaway sui social network, usando l'apposita entry nel form e separando i link con triplice spazio. Potete tornare ad aggiungerli ogni giorno.
    • Mettere il banner del giveaway nei vostri blog. Il codice è questo: 

    • EDIT:visto che sono una capretta, mi sono accorta solo adesso di aver inserito nel box qui sopra il codice sbagliato. L'ho appena modificato, quindi controllate che quello da voi inserito conduca a questo giveaway e non a quello precedente! Scusate il fastidio, non so proprio dove ho la testa.

      Ecco il form da compilare (mi raccomando, con il nome che esce quando commentate!).
      a Rafflecopter giveaway

    Ok, è tutto! Spero davvero che questo giveaway possa piacervi :)
    Per il momento... In bocca al lupo a tutti!


    WWW Wednesday #21

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    Buongiorno a tutti, viandanti!
    Siate fieri di me: sto riducendo drasticamente la lista di libri che ancora ho da leggere. Qualcosa mi dice che, a breve, mi meriterò un bell'ordinone su Amazon, senza sensi colpa inclusi nel prezzo!
    Anyway, oggi ci aspetta un bel WWW Wednesday ricco e succoso, quindi non mi dilungo oltre e passo subito alle domande!


    1. What are you currently reading? (Cosa stai leggendo?)
    Ho iniziato ieri sera I segreti di Coldtown di Holly Black. Non voglio sbilanciarmi troppo visto che ho letto solo una settantina di pagine, diciamo che mi sta piacendo e sembra molto originale, pur parlando di vampiri. Poi, oggi è una giornata un po' particolare e il mio umore è un po' a pezzi, mi sono rifugiata tra le pagine di Harry Potter e la Pietra Filosofale. Non c'è niente di meglio che tornarmene ad Hogwarts per cercare un po' di conforto.



    2. What did you recently finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)
    L'ultima settimana è stata piuttosto produttiva. Ho finito di leggere Il Linguaggio nascosto della Vita di Richard Paul Evans, che non mi è piaciuto quanto avrei voluto ma che comunque si è rivelato essere un buon libro e La bisbetica domata di Shakespeare, che è fantastico ma forse è l'unica opera del Bardo non attuale. Mi sei sembrato un po' maschilista, Will. Fossi stata in Elizabeth I, ti avrei fatto vedere io come si comporta una bisbetica. Poooi, ho finalmente letto Cercando Alaska di John Green. Quest'uomo si è ufficialmente installato nel pantheon dei miei scrittori preferiti, e vi ho detto tutto. Per finire, ho letto Le Coincidenze dell'Amore di Colleen Hoover, che mi è piaciuto da impazzire. Sul serio, lo riprenderei in mano adesso e me lo rileggerei tutto d'un fiato.




    3. What do you think you'll read next? (Cosa pensi che leggerai in seguito?) 
    Penso sia arrivato il momento di leggere Il Profumo di Patrick Süskind, visto che il mio ragazzo pressa perché vuole che glielo presti (e pensare che è stato un suo regalo...). So che a molti di voi non è piaciuto, spero davvero che a me faccia un'impressione diversa. Poi dovrò finalmente riprendere in mani Le Luci di Settembre di Carlos Ruiz Zafón, che mi è stato prestato secoli fa dal mio migliore amico e che dovrei decisamente restituirgli!



    Voi, invece? Cosa state leggendo di bello? 
    Ah, nel caso ve lo siate perso, vi ricordo che da ieri è aperto il nostro nuovo giveaway. In palio c'è una copia autografata personalizzata di uno dei romanzi di Colleen Hoover! 

    Lithium - Marika Cavalletto e Chiara Bianca D'Oria

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    Buongiorno a tutti!
    La smetterò mai di avere recensioni su recensioni arretrate?
    Sono secoli che voglio parlarvi di questo libro e, come al solito, non riesco mai a mettermi seduta e a buttare giù una recensione sensata.
    Oggi mi ci sto mettendo d'impegno, quindi... proviamoci!

    « Il Destino regola inevitabilmente le nostre vite, intrecciandole, sovrapponendole e poi strappandole senza pietà. Questa è la storia di Mya e Chrissie, due ragazze che lasciano l'Italia per studiare all'estero, due ragazze che scappano da un passato impossibile da dimenticare. Fuggono, si nascondono, ma il Destino le travolge ancora, rinchiudendole in una realtà da incubo, una realtà dove i mostri sono reali e non solo ricordi insistenti. Un Dark Fantasy che lega le vite di diverse persone alla ricerca della loro strada, in un mondo irreale, governato da un'entità incurante. Perché il Destino ci ama e ci odia con la stessa intensità, ma a noi, povere pedine del suo folle piano, l'odio sembra prevalere. »

    Lithium è il primo capitolo di una saga scritta a quattro mani da due giovani esordienti. Chiara Bianca d'Oria, una delle due autrici, mi ha contattata qualche mese fa per chiedermi di leggere questo libro e ho subito accettato, principalmente perché la trama mi ispirava un bel po'.
    Non avevo troppi problemi ad approcciarmi ad un romanzo scritto a quattro mani (io e Mys abbiamo abbozzato più volte qualcosa), quindi mi ci sono buttata con entusiasmo.

    Mya e Chrissie sono due ragazze italiane che si trasferiscono all'estero per studiare.
    Entrambe hanno alle spalle un passato da dimenticare, entrambe sperano di poter ripartire daccapo e ricostruirsi una vita a St. Jillian, una pittoresca cittadina scozzese. 
    Inizialmente partono bene: trovano un lavoretto con il quale potersi mantenere, si ambientano subito nel campus, apprezzano l'aria di libertà che si respira lontano dai problemi del passato. Poi, però, la loro vita è scombussolata da una serie di avvenimenti sovrannaturali con cui è difficile fare i conti.
    Quando si ha vissuto per la maggior parte del tempo facendo una distinzione netta tra realtà e leggenda, non è così semplice rivedere il proprio modo di pensare ed accettare l'esistenza di figure fino ad allora considerate inventate.
    Le due ragazze scopriranno che vampiri e licantropi non sono solo espedienti letterari per far soldi, ma esistono davvero e hanno comportato la nascita dei cacciatori, umani che hanno il compito di ucciderli. Senza saperlo, Mya e Chrissie hanno scelto come sede di studio proprio la cittadina scozzese da cui è partito tutto e a cui, probabilmente, tutto porterà...

    Ok, diamo qualche dettaglio tecnico.
    Lithium è un romanzo scritto in prima persona al presente. Pur avendo questa impostazione, presenta i punti di vista di un bel po' di personaggi: principalmente quelli delle due protagoniste, per poi spostarsi alle controparti maschili, ai personaggi secondari e a quelli utili a chiarire un po' il passato di St. Jillian.
    Tutti hanno voce in capitolo, tutti sono utili nello svolgersi della narrazione e, a volte, ci viene raccontato anche lo stesso avvenimento da due visuali differenti. Personalmente, con un'impostazione del genere, io avrei preferito l'uso della terza persona. Credo che avrebbe dato al lettore un maggior senso di completezza, non so se mi spiego. Qui, però, entra in gioco il gusto personale e capisco che magari possa essere solo una mia inutile puntualizzazione.
    Per il resto, la prima parte del romanzo è stata un po' altalenante: c'erano momenti in cui mi piaceva ed altri in cui mi faceva storcere il naso; alcuni personaggi mi sembravano ben delineati, altri invece poco reali pur avendo ugualmente un ruolo importante; alcuni dialoghi erano coerenti, altri piuttosto esagerati. Inizialmente non riuscivo a capire come fosse possibile un tale distacco, poi mi sono accorta che i personaggi e le azioni che non mi convincevano erano ricorrenti. Supponendo che, quindi, le autrici si fossero divise i punti di vista da trattare, il problema non è stato poi così difficile da capire: ho avvertito troppo il passaggio tra un'autrice e un'altra. I due stili di scrittura sono ovviamente molto simili, ma hanno quelle differenze sostanziali che sono andate a creare in me la sensazione di star leggendo due cose completamente diverse.
    Se questo ha compromesso la lettura di quasi una buona metà del libro, ad un certo punto questa sorta di fastidio (chiamiamolo così) si è andato a smussare: la storia, già coinvolgente di per sé, prende davvero un'ottima piega e mi sono ritrovata letteralmente a divorare le pagine, ansiosa di sapere come andasse a finire. Mi è piaciuto il fatto che tutti gli elementi sparsi nel romanzo trovassero un posto nel quadro finale; la storia in sé si conclude, ma apre le porte al secondo capitolo della saga, riuscendo ad incuriosire il lettore senza lasciargli quel senso di insoddisfazione che prende quando un romanzo viene interrotto sul più bello.

    Lo stile delle due autrici è ancora acerbo, ma l'idea di fondo è ottima ed architettata per bene e regala una lettura piacevole e godibile.
    Leggerò sicuramente il seguito, sono certa che sarà ancora meglio!
    Ehi, niente male!
    Lithium di Marika Cavalletto e Chiara Bianca D'Oriaè un romanzo autopubblicato ed è acquistabile qui a 1,99 € per il formato ebook e 14,14€ per il cartaceo.

    Allora, che ne pensate?
    Io sono sicura che sentiremo parlare ancora di queste due ragazze, hanno davvero un buon potenziale!

    Cercando Alaska - John Green

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    Buon sabato a tutti, raggi di sole!
    Lo so, lo so: ieri non mi sono fatta viva e non ho postato il Fangirl Friday. Sono una brutta persona.
    Avevo intenzione di recuperare e postarlo oggi, ma poi mi sono detta che non aveva senso postarlo di sabato: avrebbe perso tutta la sua particolarità!
    Così, mi sono messa al computer e, per farmi perdonare, ho scritto una bella recensione.
    Di che libro vi parlerò? Ovviamente di Cercando Alaska, tanto per sottolineare la mia nuova ossessione per John Green.

    « Miles Halter ha sedici anni e sente di non aver ancora veramente vissuto. Assetato di esperienze lascia il tranquillo nido familiare per cercare il suo Grande Forse a Cuvler Creek, un prestigioso liceo in Alabama. E qui la sua vita prenderà finalmente un altro passo. Culver Creek sarà il luogo di tutte le cose possibili. E di tutte le prime volte. E' lì che conosce Alaska Young. Brillante, spiritora, imprevedibile, intelligente e spavalda, sexy quanto lo si può essere, per Miles diventa un pensiero fisso, una magnifica ossessione e un enigma. Lei lo attira nel suo mondo, lo lancia nel Grande Forse, e gli ruba il cuore. Poi... niente sarà più come prima. La vita esplode in questo romanzo, forte e delicato allo stesso tempo, che ci diverte e un attimo dopo ci commuove, e che vorremmo non finisse mai. »


    Questo libro ha una storia tutta sua. Chi mi segue più o meno spesso sul blog e sui social network, sa che trovarlo è stato una vera e propria impresa. Le librerie non lo avevano, Amazon lo dichiarava non disponibile (quoque tu, Amazon...), Ebay ha risposto alla mia ricerca con un AHAHAHA NO.
    Poi, un giorno, accompagno Mys a Napoli per prenotare un esame. Come al solito, ci mettiamo a scavare nelle bancarelle dei libri usati e... eccolo lì. Piccolo, raggiante, in formato tascabile e senza la bambola inquietante della cover originale. *_* Me lo sono portata a casa tutta contenta e, appena ho potuto, me lo sono letteralmente divorato.

    Miles Halterè un ragazzo timido e vagamente asociale, senza amici e con un'immensa passione per le ultime parole pronunciata dai personaggi più o meno famosi in punto di morte. Frequenta la scuola pubblica senza infamie e senza gloria e, per cercare un cambiamento, decide di trasferirsi in un campus lontano da casa, in modo da poter raggiungere il suo "Grande Forse".
    Lì, la sua esistenza calma ed insicura viene immediatamente travolta dall'ingresso in scena di Chip, Takumi e, soprattutto, Alaska. Questi ragazzi sono delle vere e proprie forze della natura, che porteranno Miles (immediatamente ribattezzato Ciccio, pur essendo scheletrico. Mi dicono che in quel campus facciano overdose di sarcasmo) a collezionare una serie di momenti e prime volte indimenticabili, a liberarsi della sue paure e, soprattutto, gli insegnano a respirare a pieni polmoni questa vita.
    Poi, una notte che sembra simboleggiare l'inizio di qualcosa in più, rappresenta invece la fine di tutto.
    Il romanzo è diviso in due parti: quella prima quella notte, che è annunciata da una sorta di countdown, e quella dopo, che vede i protagonisti trascinarsi a stento e cercare di riemergere.
    Ora, in qualche sinossi trovata su internet (tipo su ibs.it), ciò che succede quella notte è detto chiaro e tondo. Fortunatamente, io non avevo letto nulla e non avevo minimamente capito che si sarebbe andati a parare lì. Forse sarò un po' tarda, ma il titolo mi aveva suggerito che (SPOILER)Alaska sarebbe... chessò, partita per un viaggio? Non avevo certo immaginato che Alaska sarebbe morta. Ci sono rimasta uno schifo. Speravo che sarebbe ricomparsa!

    « Così me ne tornai nella mia stanza e crollai sul letto, pensando che se gli esseri umani fossero precipitazioni atmosferiche, io sarei stato una pioggerella, lei un ciclone »

    Anyway, Cercando Alaska è un libro che ho letteralmente adorato. Vi chiederete perché: in fondo, la trama non ha assolutamente niente di particolare, anzi. Può sembrare il classico romanzo di formazione che si dà agli adolescenti come monito, per la serie"Ci siamo passati tutti, ma alla fine tutte le roselline sbocceranno e andrà tutto benissimo e farai successo e gnègnègnè", ma non lo è.
    La cosa assolutamente fantastica di questo libro è che è vero. I personaggi hanno mille imperfezioni e non sono sempre amabili; attraversano alti e bassi della vita, sono simpatici e scontrosi, vogliono far festa e vogliono essere lasciati in pace, a seconda dei giorni e dell'umore del momento. Sono persone normali, a cui capitano cose fantastiche e cose terribili, e che sono costretti a fare i conti con sensi di colpa, abbandono e domande che non troveranno mai una risposta.


    « Quando gli adulti, con lo stupido sorriso di chi crede di saperla lunga, dicono: “I giovani si credono invincibili” non sanno quanto hanno ragione. La disperazione non fa per noi, perché niente può ferirci irreparabilmente. Ci crediamo invincibili perché lo siamo. Non possiamo nascere, e non possiamo morire. Come l’energia, possiamo solo cambiare forma, dimensioni, manifestazioni. Gli adulti, invecchiando, lo dimenticano. Hanno una gran paura di perdere, di fallire. Ma quella parte di noi che è più grande della somma delle nostre parti non ha inizio e non ha una fine, e dunque non può fallire »

    Il mio personaggio preferito in assoluto è Alaska. Può sembrare una scelta scontata ma, a quanto ho visto girovagando in rete, sono in molti a non sopportarla.
    Alaska ha un carattere difficile, infelice eredità di un passato non proprio roseo. Ha sbalzi d'umore e il suo personaggio è circondato da un'aura di malinconia che difficilmente passa inosservata.
    Adotta più libri di quanti ne riesca a leggere e li accumula in camera sua, ammucchiandoli su ogni superficie lineare a disposizione, in quella che lei definisce "La sua Biblioteca della Vita". La fa sentire sicura avere la certezza che, qualsiasi cosa accada, lei non sarà mai costretta a restare senza qualcosa da leggere.
    È impulsiva e, molto spesso, agisce senza pensare. Insomma, è una di quelle amiche che tende a darti sui nervi, ma di cui non puoi fare a meno.

    Lo stile di scrittura ci presenta un John Green vagamente più acerbo rispetto a quello di Colpa delle Stelle, il che si sposa benissimo con l'indole un po' immatura del Miles degli inizi. Il linguaggio usato è semplice, incisivo e c'è un largo uso del gergo giovanile (che io non sto usando. Largo uso? Insomma, oggi mi sento proprio una critica). Anche grazie a tutti questi fattori, vi assicuro che non riuscirete a mettere giù il libro se non una volta arrivati all'ultima pagina.
    Come al solito tendo a scrivere troppo, quindi concludo dicendo che, secondo me, Cercando Alaska va letto. Non solo perché è un buon libro, ma anche perché permette al lettore di crescere insieme ai personaggi, lo costringe a porsi le stesse domande esistenziali e senza risposta, lo porta a capire che, forse, bisogna seguire l'esempio di Miles e non aspettare di essere in punto di morte per cercare il proprio "Grande Forse".
    Tu. Libro. Sposami.
    Cercando Alaska di John Green è edito in Italia da Rizzoli e non si trova in libreria a 14,00 €.

    Che ne dite? Sono soddisfatta, effettivamente negli ultimi tempi sto leggendo solo libri davvero belli che mi lasciano un qualcosa. L'unico che non mi ha convinto troppo è I Segreti di Coldtown, ma questa è un'altra storia...
    Un bacio a tutti!




    WWW Wednesday #22

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    Ciao a tutti, miei bellissimi lettori!
    Quelli di voi che seguono i nostri scleri anche su Facebook, sapranno che l'altro ieri, sul nostro paesino piccolo e poco evoluto, si è abbattuto un temporale che ha bruciato gli apparecchi elettronici di metà della popolazione [leggi = qui basta un po' d'acqua e ci troviamo esclusi dal mondo]. Io sono tra quelli che hanno ancora qualche mezzo di comunicazione funzionante (Oh, Modem mio, che sei sopravvissuto!).
    Me quando ho scoperto che Thor, il dio del tuono, mi aveva risparmiata.
    Purtroppo, Mel non è stata altrettanto fortunata ç_ç dite una preghierina affinché il suo modem si riprenda presto.
    Anyway, per non essere ingrata al dio di internet che mi ha risparmiata, ecco qui il mio WWW Wednesday!




    1. What are you currently reading? (Cosa stai  leggendo?)
    Al momento, mi sto dando alla pazza gioia, perché finalmente ho archiviato gli esami. Ne sto approfittando per leggere tutti quei libri che sono rimasti non letti sullo scaffale e che erano tanto tristi.
    Per cominciare, sto leggendo Winner Takes All di Jacqueline Rayner. Sì, è un altro libro del Dottore. Mi dispiace, ma è necessario. Si sta avvicinando il giorno del 50° anniversario della serie e io mi devo preparare psicologicamente con ogni mezzo.
    Colgo l'occasione per avvertirvi: fangirlamenti whovian in arrivo!
    Poi sto leggendo Incantesimo tra le righe, di Jodi Picoult e Samantha Van Leer. E non ho ancora nessun commento da fare, al riguardo.
    E, infine, finalmente, con squilli di trombe e rulli di tamburi, vi informo che ho iniziato a leggere Martin!
    Sarà una lettura molto lenta, perché voglio leggere questo libro alla mia vecchia maniera: con moooolta mooooolta calma. Così posso entrare nella storia, lasciarmi coinvolgere e non uscirne più.


    2.  What did you recently finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)
    Causa esame, nell'ultima settimana ho letto Frankenstein di Mary Shelley e, devo dirvi, l'ho apprezzato moltissimo. E' stata una lettura molto interessante soprattutto perché mi ha dato la possibilità di scoprire quanti miti e luoghi comuni esistano su questa storia. E non parlo solo della confusione che c'è sul nome del mostro. Se non l'avete mai letto, ve lo consiglio.
    In più, ho finito Hybrid di Kat Zhang. E ora capisco perfettamente l'entusiasmo di Mel per questo libro (la sua recensione è qui). Mi è piaciuto davvero tantissimo. L'idea di fondo è fantastica, i personaggi sono bellissimi e la storia in sè mette un'ansia assurda. Bello davvero.

    3. What do you think you'll read next? (Cosa pensi che leggerai in seguito?)
    Ed eccoci arrivati alla solita domanda del secolo. Sinceramente, non ne ho proprio idea. Ho Il Palazzo della Mezzanotte di Zafòn che sicuramente leggerò, ma non credo che lo farò subito. Perciò rimetto la domanda a voi: cosa mi consigliate? Datemi tante belle idee *Q*. Cosa state leggendo? Cosa leggerete?
    Let me know!

    Prima di lasciarvi liberi salutarvi, vi ricordo che manca meno di una settimana alla fine del nostro giveaway! *_* Non lasciatevelo scappare!



    Frankenstein - Mary Shelley (Myth Busted)

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    Salve a tutti, miei carissimi e bellissimi lettori!
    Giusto per aggiornarvi sui danni causati da Thor qualche giorno fa, Mel è ancora senza internet. Sinceramente, se era un modo per pubblicizzare il tuo film, caro Thor, non ci è piaciuto per niente.

    A proposito! Da ieri anche l'Italia si aggiunge alla lista dei paesi ai quali è permesso guardare Thor - The Dark World. YEEEEEEH!
    Non ti illudere, Thor. Io vado a vedere il film per Loki.
    Grazie, tesoro *W*

                                                 
    Comunque, torniamo a noi.Il post di oggi sarà un po' particolare. Inizialmente, lo avevo concepito come una recensione di Frankenstein di Mary Shelley, ma io sono un po' contraria alla recensione dei classici. Diventerebbe una critica, poi, e io non mi sento qualificata per fare la critica di un classico.
    Perciò
    ho pensato, visto che ci sono moltissimi luoghi comuni su questo romanzo, perché non sfatarli?
    Quindi, ecco il MYTH BUSTER su Frankenstein.



    Il Nome
    Il primo, ovvio, mito da sfatare, è quello quasi scontato del nome della creatura. Voi lo saprete benissimo, ma la maggior parte delle persone (versione più piccola e decisamente più ignorante di me compresa) pensa che Frankenstein sia il nome del mostro, mentre è il cognome di Victor Frankenstein, il suo creatore. Il mostro, la creatura, non ha un nome. Perché un nome implica un battesimo, un rito cristiano, che un "demonio", come viene considerata la creatura da Frankenstein, non può ricevere. La confusione può essere determinata dal fatto che la denominazione "il mostro di Frankenstein" potrebbe essere stata abbreviata  nel semplice "Frankenstein".

    L'aspetto del mostro.
    Spesso il mostro di Frankenstein viene dipinto come verdognolo e brutto da far paura. Senza dimenticarci gli iconici bulloni nel collo. Quest'immagine deriva dal primo adattamento cinematografico del romanzo, diretto da  James Whale.
    Un tipetto affascinante.

    Comunque, sappiate invece che Frankenstein, nell'assemblare la sua creatura, si era ispirato al sublime. Ovvero, qualcosa di talmente magnifico da turbare l'animo, in parole molto povere. Pertanto, ha scelto con cura pezzi di cadaveri e ha cercato di mettere insieme un essere forte e maestoso. Però, purtroppo, il risultato non è quello sperato, perché in fondo la creatura è fatta di...cadaveri. Quindi la sua pelle è giallastra, molto tirata e quasi insufficiente a coprire l'enorme massa di muscoli. E' molto alto. Ha i capelli neri e lucidi e gli occhi acquosi e grigiastri. Ma, al contrario di quello che vi hanno fatto credere, non se ne va in giro tipo zombie muovendo passi meccanici e goffi. Al contrario, possiede un'agilità e una velocità disumane.


    L'eloquenza del mostro.
    Io ho una teoria su i mostri e i cattivi in genere: meno parlano, più fanno paura. Ecco perché, probabilmente, coloro che hanno dovuto adattare la storia di Frankenstein per i più, hanno tolto la voce al mostro, o comunque gli hanno impedito di formulare frasi di senso compiuto. Qualcosa con cui non puoi comunicare, fa più paura, in effetti. In realtà, invece, il mostro impara a parlare fluentemente grazie ai De Lacey, la famiglia che possedeva un capanno nel quale la creatura si è nascosta nei primi anni di vita. Spiandoli da una fessura, il mostro, che qui dimostra anche la sua forte intelligenza, impara costumi e lingua degli esseri umani, per imitazione, senza che nessuno gli insegni.
    Impara addirittura a leggere!



    La cattiveria del mostro.
    La storia del mostro di Frankenstein è, secondo me, uno dei migliori esempi di "evil isn't born, it's made" (cit. Regina Mills). Il mostro non è affatto cattivo, quando viene creato, anzi! E man mano che acquista consapevolezza, i suoi buoni sentimenti diventano sempre più complessi. Vuole imparare a parlare; vuole aiutare i De Lacey con i loro lavori per non vederli così tristi; vuole l'affetto di una famiglia; vuole essere accettato a dispetto del suo aspetto. Il problema è che nessuno riesce ad andare oltre l'apparenza, nemmeno il suo stesso creatore. Quindi, il mostro inizia a comportarsi da mostro.

    «Tutti gli uomini detestano gli infelici; quanto, dunque, devo essere detestato io, il più infelice di tutti gli esseri viventi! Anche tu, mio creatore, detesti e disprezzi me, tua creatura, alla quale sei legato da un nodo che si può sciogliere solo con l'annientamento di uno dei due. Vuoi uccidermi. Come puoi giocare così con la vita? Fai il tuo dovere verso di me, e io farò il mio verso di te e il resto dell'umanità. Se accetterai le mie condizioni, lascerò loro e te in pace; ma se rifiuti, riempirò le fauci della morte finché non sarà sazia del sangue degli amici che ti restano».

             Tuttavia, il suo agire scellerato non gli recava piacere.

    «Credete che io non fossi torturato dal pungolo del rimorso? Lui», disse indicando il corpo, «lui non ha sofferto la decimillesima parte di quello che ho sofferto io durante l'estenuante preparazione dei miei delitti. L'egoismo mi spingeva avanti, mentre il rimorso mi rodeva. I rantoli di Clerval erano forse musica per le mie orecchie? Il mio cuore era fatto per l'amore, per la comprensione; fu il dolore a spingerlo all'odio, alla crudeltà e a questo mutamento si accompagnò un tormento che non potete neppure immaginare!»

    Frankenstein non è scritto per far paura
    Contrariamente a quanto si può pensare, quindi, Frankenstein non è mai stato concepito per incutere paura. Piuttosto, il suo intento era quello di spingere alla riflessione sul tema della creazione e dello sviluppo tecnologico.

    Penso sia arrivato il momento di fermarmi, anche se ci sarebbe tanto di cui discutere. Voi che ne pensate? Conoscete qualche altro luogo comune su Frankenstein che mi è sfuggito? Lo avete letto? Pensate di leggerlo?
    E, soprattutto, credete che si possa tirare fuori una rubrica carina da questo concetto del "Myth Buster"? Perché io ci sto facendo un pensierino.

    Let me know!


      Fangirl Friday #5 - Doctor Who: 50th Anniversary

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      Ciao a tutti, guys!
      Ormai ci siamo. Manca solo un giorno.
      E non fate finta di non sapere di cosa stiamo parlando perché lo sapete benissimo. Vi abbiamo rotto le scatole fino alla rigenerazione parlato fin troppo spesso di questo magnifico evento.
      Ma comunque, vogliamo darvi il beneficio del dubbio. Per cui facciamo le finte tonte.
      TOH, domani è il 50° Anniversario di Doctor Who! Ve lo aspettavate? Noi no di certo!
      Se non doveste cogliere il riferimento, cliccate qui
       A parte gli scherzi, sapete benissimo che venerdì + imminente 50° Anniversario del Dottore può solo significare Fangirl Friday particolarmente fangirlante. Così tanto che lo stiamo scrivendo a quattro mani, perché una testa sola non bastava a dire tutto. Su, non fate quelle facce. Avete avuto tutto il tempo per prepararvi. E dunque, eccoci qui!

      Allora, prima di tutto, qualche nozione storica.
      Doctor Who (per chi non lo conoscesse e in tal caso siete delle bruttissime persone) è una serie sci-fi britannica prodotta dalla santificata BBC che è andata in onda per la prima volta il 23 Novembre del 1963 alle 17:16 (oh sì, siamo maniacali). Il protagonista è appunto il Dottore, un Time Lord proveniente dal pianeta Gallifrey nella costellazione di Kasterborous, che viaggia nel tempo e nello spazio con il suo T.A.R.D.I.S. (Time And Relative Dimension In Space). Non viaggia quasi mai da solo (perché altrimenti fa un sacco di guai) e, negli anni, ha avuto tantissimi companions, il più delle volte umani. Se vi confonde il fatto che abbia tante facce, ecco la spiegazione: ogni volta che è in punto di morte, può cambiare tutte le cellule del suo corpo e continuare allegramente a vivere. (Geniale, eh?)

      La serie è andata avanti più o meno regolarmente dal 1963 al 1989. Poi c'è stato un fermo totale fino al 1996 quando una lega di BBC, FOX e Universal ha prodotto un film per la televisione che sarebbe dovuto essere il pilot per una nuova serie con l'ottavo Dottore. Purtroppo le avventure dell'ottavo Dottore sono state portate avanti solo da libri e radio drama (episodi radiofonici) interpretati sempre da Paul McGann per la Big Finish.
      Dopo un'altra lunga pausa, finalmente lo show viene riesumato nel 2005, con Christopher Eccleston a interpretare il nono Dottore e Russel T. Davies e Julie Gardner a guidare le operazioni. Da allora è stato un crescendo di successi.

      Ora, se non vi siete già annoiati e volete saperne di più (...noia? COME POTETE?), ecco dodici Fun Who Facts, uno per ogni Dottore.


      1. Come potete immaginare, Doctor Who è nel Guinnes dei primati come "la serie sci-fi più longeva della storia della televisione", con più di 800 episodi. E' anche la serie sci-fi più di successo, secondo le statistiche e le vendite. Insomma, sbaraglia la competizione!

      2. L'attore che interpretava il primo Dottore, William Hartnell, è l'attore più vecchio ad aver ricoperto il ruolo (55 anni quando ha iniziato); mentre l'attore che interpreta il Dottore al momento, Matt Smith, è il più giovane ad aver ricoperto il ruolo. Quindi, in pratica, l'attore che interpreta il Dottore più giovane è il più vecchio e l'attore che interpreta il Dottore più vecchio è il più giovane.
      Sento i vostri neuroni esplodere da qui.

      3. Il T.A.R.D.I.S, la macchina del tempo con cui il Dottore viaggia, ha la forma di una cabina telefonica della polizia. Il T.A.R.D.I.S. ha un "circuito Camaleonte", un meccanismo di mimetizzazione che gli permette di cambiare forma e adattarsi al posto in cui si trova per non essere notato. Solo che questo meccanismo si è bloccato e il T.A.R.D.I.S. è rimasto una cabina blu. Poco male, visto che queste cabine erano molto comuni a Londra negli anni '60. Ora, d'altro canto, le cabine della polizia sono rarissime (molti non sanno nemmeno cosa siano), ma sarebbe molto azzardato togliere al T.A.R.D.I.S. una forma tanto iconica.



      4. Preparatevi a cercare di resuscitare i vostri neuroni. David Tennant, che interpreta il Decimo Dottore, ha sposato Georgia Moffet, che ha interpretato la figlia del Dottore nell'episodio "The Daughter of The Doctor". Non a caso, Georgia Moffet è, nella realtà, la figlia di Peter Davison, che ha interpretato il Quinto Dottore. In più, David Tennant e Georgia Moffet hanno una figlia, che sarebbe, contemporaneamente, figlia e nipote del Dottore. Immaginate come devono essere le loro cene di Natale. Quindi, ricapitoliamo: la figlia dell'attore che interpreta il Dottore ha interpretato la figlia del  Dottore, ha sposato l'attore che interpreta il Dottore e ha messo al mondo la figlia e la nipote del DottoreDoctorwhoseption.


      5. Se guardate la serie, avrete notato che qualche faccia ricorrente. Quando Freema Aygeman è apparsa nei panni di Martha Jones, la nuova companion del Dottore nella terza serie, era già stata una comparsa in Army Of Ghosts e Doomsday, gli ultimi due episodi della seconda serie. Karen Gillian e Peter Capaldi, rispettivamente Amy Pond e Dodicesimo-upcoming-Dottore sono entrambi apparsi in The Fires of Pompeii, nella quarta serie. Insomma, la BBC si ricicla gli attori spudoratamente.

      6. Piccolo crossover per i Potterheads! Molti attori hanno sono apparsi sia in Doctor Who che in Harry Potter. Eccone una piccola lista.
      David Tennant, il Decimo Dottore, ha interpretato Barty Crouch Jr. in Harry Potter e il Calice di Fuoco.
      Roger Lloyd Pack, John Lumic, creatore dei Cyberman, ha interpretato Barty Crouch Senior in Harry Potter e il Calice di Fuoco.
      Michael Gambon, Kazran Sardick nello speciale di Natale del 2010, A Christmas Carol, ha interpretato Albus Silente da Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban in poi.
      Zoe Wanamaker, voce di Lady Cassandra, ha interpretato Madama Bumb nei primi due film di Harry Potter.
      Mark Williams, ha interpretato sia Brian Williams, il padre di Rory, che il signor Weasley.
      Toby Jones, il misterioso Dream Lord dell'episodio Amy's Choice, ha anche dato la voce a Dobby l'Elfo Domestico.

      7. Circa 273 episodi sono andati perduti, perché negli anni '70, per recuperare pellicole, la BBC li ha cancellati, non ritenendoli di valore. Pessimo errore BBC. Ora stanno ricorrendo ad ogni mezzo per recuperarli. Ad oggi, quelli che ancora mancano sono "solo" 97.

      8.Tom Baker (Quarto Dottore) è l'attore che ha mantenuto il ruolo più a lungo. E' rimasto per 7 anni, apparendo il 174 episodi.

      8.0. The War Fact. (spiegazione per i non-Whovians: tra l'Ottavo e il Nono Dottore c'è un'altra rigenerazione, appunto il War Doctor) L'idea della rigenerazione è stata introdotta solo dopo che William Hartnell, il primo Dottore, ha deciso di lasciare lo show. I produttori volevano una ragione valida che spiegasse il cambio di faccia del personaggio principali e, diciamolo, hanno trovato un'idea geniale.

      9. Ritornando al Quarto Dottore: la sua lunghissima e iconica sciarpa è nata per errore. La costumista non aveva ben capito le direttive e quindi ha lavorato a maglia tutta la lana che le era stata data. Comunque, a Tom Baker è piaciuta tanto che ha voluto tenersela così.

      10. Gli acerrimi nemici del Dottore sono i Dalek, alieni super corazzati il cui scopo è"EXTERMINATE" tutto ciò che è diverso da loro. Chiaramente ispirati ai nazisti, nella loro prima apparizione nello show non erano altro che una ventosa piazzata davanti alla telecamera. Ai giorni nostri, invece, sono stati votati come "i più grandi mostri della galassia" dai lettori del magazine SFX.  Mys e Mel li adorano così tanto che la prima ne ha regalato uno alla seconda per il suo compleanno.

      10.2: The Metacrisis Fact. (per i non-Whovians: alla fine della quarta stagione ci ritroviamo con due Decimi Dottori) il fenomeno Doctor Who ha preso piede in Italia a partire dagli anni 80. Iniziarono a trasmettere gli episodi con il Quarto Dottore e si riferivano a lui come "Dottorù", cosa che fa tutt'oggi ridere i nostri compari britannici (sui loro siti è scritto appunto "Dottor-oo")

      11. In 26 anni, tra il 1963 e il 1989, Doctor Who ha vinto solo due premi. Invece, la nuova serie dal 2005 in poi è stata acclamata dalla critica, ha vinto più di 120 premi ed è stata nominata per 230, inclusi Bafta e NTA.

      12. I fan della serie si sono infiltrati anche NELLA serie. David Tennant e Peter Capaldi sono entrambi, per loro stessa ammissione, dei fanboy di Doctor Who. David Tennant si fece fare a maglia la sciarpa del Quarto Dottore dalla sua tata e Peter Capaldi ha scritto lettere e saggi che poi ha mandato all'ufficio di produzione della serie. E voleva anche aprire un fanclub (al quale, probabilmente, noi ci saremmo iscritte).
      D'altronde, non ci dimentichiamo che Billie Piper (Rose Tyler) è abbonata al Doctor Who Magazine.

      Avremmo voluto scrivervi anche le dieci ragioni per cui guardare Doctor Who, ma poi il post sarebbe diventato lungo e noioso e non ci sembrava il caso e così abbiamo la scusa per dedicargli un altro Fangirl Friday.
      A parto questo, il fangirlamento vero e proprio sta nel fatto che TOMORROW IS THE DAY, e noi ci stiamo preparando all'evento manco fossimo due quattordicenni in piena schizofrenia da prima cotta.
      Ci mancano solo lo sciarpone alla Four, gli occhiali alla Ten e il fez alla Eleven e siamo pronte.
      Quindi... questo è tutto, per il momento!
      Happy 50th Anniversary Eve!

      Mel's Bookshelf: new entries #5

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      Buon inizio settimana a tutti!
      Tra un mese esatto sarà Natale *_* Mys e io siamo entrambe patite per questa festa, quindi aspettatevi un mucchio di sorprese e novità!
      Avrei dovuto postare questo post sabato, ma il mio modem continua a fare storie e si connette ad internet solo per una mezz'oretta ogni tanto, di solito nei precisi momenti in cui io non posso stare al pc.
      Oggi mi sento fortunata, quindi ne approfitto e vi mostro gli ultimi arrivi nella mia straripante libreria!
      Sono stata brava: l'ultimo post con le new enries risale ad inizio Ottobre. Ho comprato poco ultimamente, soprattutto perché volevo smaltire un po' la pila di titoli che avevo preso di mia spontanea volontà e quelli che mi sono stati inviati dagli autori emergenti. Sono fiera di me, non è stato difficile resistere autonomamente alle tentazioni.
      Mel che resiste autonomamente alle tentazioni.
      ...anyway, a parte i buoni propositi, qualcosa sono riuscita ad accumulare in questo periodo (principalmente negli ultimi tre giorni :DDDD), quindi date il benvenuto ai miei piccini.


      (Un piccolo appunto è d'obbligo: le pareti della mia camera non sono davvero così gialle. Sono arancioni, non avevo voglia di sistemare la foto e questo è il risultato).
      Dunque. Questo bel carico di libri è formato da un paio di regali, qualche occasione imperdibile tra i mercatini napoletani e un po' di sano shopping compulsivo.
      Andiamo per ordine.

      Il Trono di Spade di George Martin l'ho preso la settimana scorsa su Amazon. Ho aspettato fino ad adesso per leggerlo perché ho intenzione di buttarmici a capofitto durante il periodo natalizio. 
      Sono consapevole dei vari errori di traduzione presenti nella versione italiana, ma non ero proprio convintissima di volerlo leggere in lingua. Poi, la mega promozione sui volumi di Martin ha scelto per me: l'ho pagato 16,50 € anziché 22.
      Come potevo non prenderlo? Sto pensando di approfittarne e di ordinare anche i due volumi successivi, ma mi sa che mi toccherà aspettare!
      (sì, do per scontato che mi piacerà).

      The Sky is Everywhere di Jandy Nelson l'ho letto in ebook un po' di tempo fa. Se ricordate la mia recensione adorante, mi era piaciuto un bel po' e volevo assolutamente averlo cartaceo per poterlo sottolineare e amare a mio piacimento sfogliare ogni tanto.
      Anche questo è stato ordinato su Amazon, visto che le librerie qui in zona mi guardano male ogni qual volta provo a chiedere se è disponibile (le domande più comuni che mi fanno i librai spaziano dal "ma è in inglese?" al "ma sei sicura che esista?"). 
      Il corriere mi ha consegnato il pacco durante un temporale con i fiocchi, con tanto di tuoni e fulmini in lontananza, e l'imballaggio era completamente zuppo. Per un attimo ho temuto il peggio ma, fortunatamente, il libro highlander è sopravvissuto incolume.


      Gideon il Tagliaborse di Linda Buckley-Archer e Il Trono di Ghiaccio di Sarah J. Maas sono stati scovati tra i mercatini di Piazza Dante a Napoli. Sono entrambi rilegati e in ottime condizioni, senza graffi né pieghe nonostante le copertine scure ne possano essere facilmente vittime, e li ho pagati 5 € l'uno. Sarebbe stato un crimine non prenderli :3 Il Trono di Ghiaccio era già da un po' che volevo leggerlo, mentre Gideon il Tagliaborse mi ha attirata principalmente per la copertina. Poi ho letto la trama e, indovinate un po'? Viaggi nel tempo. Era mio di diritto.

      Le coincidenze dell'amore di Colleen Hoover me lo sono autoregalata passando per la nuova libreria Mondadori aperta qui intorno e... wow. L'ho già letto, l'ho adorato e a breve farò la recensione. Promesso. L'unica cosa negativa è che, nonostante la mia attenzione quasi maniacale, leggendolo si è fatta quella pieghetta orrenda lungo il dorso della copertina. Se notate, nella foto si vede ç_ç
      Poi, ho preso l'Amleto e La Dodicesima Notte di Shakespeare, di cui ovviamente non riesco a trovare le cover delle mie versioni (e sono troppo pigra per andarle a fotografare). Dell'Amleto a casa mia ci sono almeno tre copie, solo una è la mia (ed è quella di 99 cent che non ha il testo a fronte), così dovevo procurarmelo per forze.

      Ancora Shakespeare! A Midsummer Night's Dreamè un regalo del mio ragazzo, che me lo ha preso quando è stato a Firenze. Fa parte della collana Collins Classics: sono delle edizioni meravigliose, non solo per le cover stupende, ma anche perché alla fine riportano un piccolo dizionario con i termini e i modi di dire più arcaici tradotti nell'inglese corrente. Bellissimo. Poi, anche Dreamless di Josephine Angeliniè un regalo. Me lo ha portato la mia cuginetta di Latina patita per la lettura, solo che io non ho ancora letto (né tantomeno comprato) Starcrossed, quindi credo che ci vorrà un po' prima che lo legga.

      Pooi...Sapete tutti che per trovare Cercando Alaska di John Green ho dovuto fare letteralmente i salti mortali. Quando avevo quasi rinunciato, è sbucato fuori su una bancarella di libri usati. Questo libro è amore (qui la mia recensione entusiasta). I segreti di Coldtown di Holly Black l'ho preso ad inizio Novembre in libreria. Anche questo l'ho già letto (sì, lo so, devo recensirlo!) e in tutta onestà non è che mi abbia colpito più di tanto. L'ho trovato originale e ben scritto ma... non so. Non mi ha convinta, ma ve ne parlerò a tempo debito.

      Ok, è tutto! So che ne è uscito fuori un post chilometrico, ma sapete benissimo che è impossibile parlare di nuovi acquisti senza spendere qualche parola di troppo!
      Per il momento vi saluto e vi ricordo che oggi è l'ultimo giorno disponibile per partecipare al nostro giveaway! Se non lo avete ancora fatto, correte ad iscrivervi!
      Un bacio,


      Love Game - Rossella Leone

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      Ok gente: è ufficialmente arrivato il freddo.
      Se da una parte questa cosa mi provoca non pochi fastidi (vedi naso perennemente rosso e dita dei piedi congelate e madre che mi urla di mettere via le Coverse e comprare un paio di stivali), da un'altra parte mi basta affacciarmi sul mare e vedere il Vesuvio tutto innevato per iniziare a sorridere come una demente.
      Che ci volete fare, ho un animo romantico e freddoloso allo stesso tempo.
      Anyway, considerazioni pre-natalizie a parte, oggi riesco finalmente a parlarvi di Love Game di Rossella Leone. Lo so, avrei dovuto farlo, non so, due settimane fa? Fatemi evitare le frasi fatte (coff coff... meglio tardi che mai... coff coff) e andiamo al punto!

      « Quando Katia, un po’ controvoglia, segue l’amica Ylaria in un’inaspettata vacanza in montagna, è davvero convinta che in quel piccolo chalet tra i monti, lontano da tutto e tutti, trascorrerà una tranquilla, rilassante gita, dimenticando i propri guai. Le sue speranze crollano rapidamente non appena scopre che l’amica ha “inavvertitamente” tralasciato di dirle alcuni insignificanti dettagli. Cose piccole piccole, del tipo: che nello chalet è previsto un gioco di ruolo: il Love Game, una sorta di recita a soggetto, a cui tutti i villeggianti devono obbligatoriamente partecipare che solo ad alcuni di loro (detti Ranger Love) toccherà orchestrare (senza farsi scoprire) bollenti incontri amorosi o, al contrario, scatenare odio tra i concorrenti che il premio in palio per la squadra vincitrice è (rullo di tamburi!!!) una lussuosa vacanza per due negli alberghi più chic d’America (un loro vecchio sogno) Che dietro quella folle trovata ci sia lo zampino di Ylaria? Katia ne è certa, così come sa che, arrivata a quel punto, non può più tirarsi indietro.  In fondo oramai è in gioco… tanto vale giocare no? »

      Questo romanzo mi è stato inviato un po' di tempo fa dall'autrice, e io avevo accettato con piacere di leggerlo, perché mi sentivo proprio in vena di chick-lit e avevo voglia di un qualcosa di non troppo impegnativo.
      Beh, gente, lasciate che ve lo dica: mai prima impressione fu più sbagliata.

      Love Game parte con la presentazione di questo gioco di ruolo un po' particolare, principalmente incentrato su intrallazzi amorosi e roba del genere. Ognuno ha un personaggio da interpretare, con determinate caratteristiche da rispettare, e alcuni di loro hanno delle vere e proprie istruzioni da seguire per creare scompiglio all'interno del gruppo.
      La prima parte del romanzo risulta un po' confusa: i personaggi ci vengono presentati tutti insieme e subito gli viene fatto assumere un nome fittizio, che di certo non aiuta nel fare un attimo mente locale. Ho passato un bel po' di tempo a capire chi-fosse-chi e chi-facesse-cosa, per intenderci.
      Man mano che si prosegue nella lettura, le situazioni continuano ad intricarsi, ma con cognizione di causa. Non mi sembrava di leggere un chick-lit, mi sembrava di tenere tra le mani un thriller soft o un qualche romanzo con un mistero da scoprire.
      Ad un certo punto, tipo a tre quarti del libro, esulto: ecco, ho capito dove vuole andare a parare l'autrice! 
      E invece... no! Il finale mi ha lasciata completamente senza parole. 

      Come avrete potuto intuire, la trama di questo romanzo è ben più complessa di quello che appare nella quarta di copertina. L'autrice ci permette di avere una visione d'insieme, facendoci sbirciare nei punti di vista di più personaggi e disseminando indizi qua e là, ma i vari tasselli andranno al loro posto solo nelle ultime pagine, in cui ci ritroveremo a condividere con la protagonista la sorpresa data dalla scoperta.
      I personaggi principali sono ben caratterizzati, quelli secondari sono approfonditi quel tanto che basta a collocarli all'interno della narrazione.
      Il linguaggio usato è colloquiale e semplice, privo di artifici retorici o di inutilissimi giri di parole: arriva diritto al punto e, soprattutto, rende più leggera la lettura.
      Purtroppo devo fermarmi qui e non posso aggiungere altro, rischierei di spoilerare e vi farei perdere tutto il piacere di incriccarvi il cervello :D
      Insomma, Love Game è stata una bella scoperta. Le uniche due pecche che, personalmente, ho trovato sono il fatto che io non sia riuscita a farmi coinvolgere completamente dalla storia e che l'impostazione grafica non è delle migliori.
      Ho la versione cartacea ed è un bel librone, sarebbe stato molto più gradevole con una copertina diversa e con un tipo di impaginazione diversa (qui emerge la parte di me pignola che studia Editoria e Pubblicistica...).
      Comunque sia, lo consiglio assolutamente sia a coloro che amano i chick-lit, sia a coloro che sono restii ad approcciarvisi: questo romanzo saprà sicuramente sorprendervi!
      Ehi, niente male!
      Love Game di Rossella Leone è edito da Edizione R.E.I ed è acquistabile su vari portali (UltimaBooksAmazonFeltrinelli.itLibreria RizzoliBookRepublic) in cartaceo a 16,50 € e in ebook a 5,00 € (attualmente in promozione a 0,99 €).

      Se siete curiosi ma non del tutto convinti, qui potete leggere il prologo del libro! :)
      Non mi dilungo oltre (sì, ho ancora paura che la connessione crashi e non mi faccia postare) e vi do appuntamento a domani, con il WWW Wednesday e l'estrazione del vincitore del nostro giveaway! :3
      Un bacio,




      AND THE WINNER IS... Colleen Hoover Signed Book Giveaway

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      Salve a tutti, bellissimi!
      Rimando di qualche ora il WWW Wednesday, non mi sembra giusto tenervi ancora così tanto sulle spine (se ve lo state chiedendo, sì, sto cercando di fare la brava persona in vista del Natale).
      Ho estratto il vincitore del giveaway proprio adesso e vi anticipo già che sono super emozionatissima per lui\lei, perché merita davvero di aver vinto! *_*
      Bando alle ciance!
      Il fortunatissimo vincitore, benedetto dalla casualità di Mr Rafflecopter, che si porterà a casa uno dei libri di Colleen Hoover con dedica personalizzata è...

      Frannie Panglossa!
      Complimentissimi, Frannie! *_____* ti invio subito una mail in cui ti chiederò i dati necessari alla spedizione, poi non dovrai fare altro che aspettare che il postino ti porti un bel pacchetto!

      Grazie a tutti per aver partecipato! Non demordete, prima o poi vinceremo tutti qualcosa: è questione di statistiche! (sì, tento di autoconsolarmi, visti tutti i giveaway che ho miseramente perso). 
      Tenete d'occhio il blog verso i primi di Dicembre... potrebbe esserci una nuova sorpresa :P
      Un bacio!

      WWW Wednesday #23

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      Rieccoci qui :)
      Come promesso, torno con il WWW Wednesday! Vi dico già da subito che questa settimana è stata piuttosto fiacca e che ho letto davvero poco. La colpa non è stata mia, ma principalmente di uno dei libri che avevo in lettura...
      Andiamo con ordine!

      1. What are you currently reading? (Cosa stai leggendo?)
      Sono finalmente riuscita a riprendere in mano Le luci di Settembre di Carlos Ruiz Zafón che, come ricorderete, mi è stato prestato mesi fa dal mio migliore amico. Per una cosa o per un'altra, ne ho sempre rimandato la lettura e me lo sono trascinata fino ad adesso ancora immacolato. Non so neanche io il perché. Mah! Comunque, lo sto leggendo e mi sta piacendo così tanto che è stato difficile lasciarlo e venire a scrivere questo post! Poi, sto leggendo Io non ricordo di Stefan Merrill Block e non riesco a capire se mi stia piacendo o meno. Aspetterò ancora un po', prima di pronunciarmi!


      2. What did you recently finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)
      Tutta la settimana scorsa è stata dedicata alla lettura de Il Profumo di Patrick Süskind. Avevo delle aspettative altissime su questo romanzo (cavolo, su aNobii ha 4 stelle su 5!) e invece... non lo so, forse ho letto un libro diverso o non sono riuscita a cogliere significati nascosti e metafore profonde ma, boh, per me è un romanzo mediocre e senza alcun senso. Non ho visto né poesia né altro tra le sue pagine, solo una serie di avvenimenti sconnessi farciti di ripetizioni e paragrafi inutili. Detto così può sembrare esagerata come cosa, ma sto preparando la recensione in modo da potervi spiegare meglio il mio punto di vista. Comunque, nei vari momenti di sconforto dati da Il Profumo, ho finito la milionesima rilettura di Harry Potter e la Pietra Filosofale, giusto per intenderci.


      3. What do you think you'll read next? (Cosa pensi che leggerai in seguito?) 
      Non ne ho assolutamente idea. Negli ultimi giorni mi sono arrivati almeno quattro romanzi di autori emergenti, credo proprio che mi metterò sotto e ne leggerò qualcuno. Altrimenti, credo che inizierò Il Trono di Ghiaccio di Sarah J. Maas oppure Gideon il Tagliaborse di Linda Buckley-Archer, perché il buon vecchio Martin dovrà aspettare il pieno del periodo Natalizio per essere letto :3


      Voi, invece? Com'è andata la vostra settimana libresca? Cosa avete letto? :)

      Il Profumo - Patrick Süskind

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      Sto fissando lo schermo da almeno dieci minuti, arrotolata in un plaid e senza sapere bene cosa fare.
      Ci sono almeno tre libri che mi sono piaciuti un sacco che vorrei recensire, uno che non mi ha convinto più di tanto e un altro che ho completamente detestato.
      Indovinate un po' di quale vi sto per parlare?

      « Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca non povera di geniali e scellerate figure. Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte, oggi è caduto nell'oblio, non è certo perché Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri e immoralità, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori »


      Nella Francia della metà del Settecento vive Jean Baptiste Grenouille, abbandonato e rifiutato già dalla nascita, vagamente insignificante e penalizzato da un aspetto non proprio gradevole. Oltre alla gobba, le cicatrici lasciate da numerose malattie e il viso butterato, Genouille ha una sola particolarità: non ha odore. Mentre tutti gli uomini hanno almeno un minimo di odore, che sia poi sudore o pulizia è un dettaglio trascurabile, Grenouille non emana neanche la più piccola esalazione. In compenso, però, ha un olfatto particolarmente sviluppato, che gli permette di cogliere ogni tipo di profumo o cattivo odore che ci sia nelle vicinanze. Con il passare del tempo, Grenouille inizia ad avere un unico scopo, e cioè quello di "possedere tutto ciò che il mondo aveva da offrire in odori, e l'unica condizione era che gli odori fossero nuovi" e trasforma la sua vita in una ricerca continua di nuove sensazioni, nuovi profumi e, soprattutto, un modo per imbottigliarli. Non solo ci riesce, ma trova anche il modo per creare un profumo dal "il potere invincibile di suscitare l'amore negli uomini", creato commettendo una serie di crimini scellerati e violenti.

      Dopo aver sentito definire questo libro "un caso editoriale", leggere recensioni entusiaste di persone che quasi si strappavano i capelli nel definirlo "assolutamente un capolavoro", vedere che su aNobii ha 4 stelle su 5 e sentirmi dare della brutta persona per non averlo ancora letto... Beh, le mie altissime aspettative mi sembravano più che giustificate. 
      Se già a metà lettura mi ritrovavo a fissare le pagine con aria perplessa, una volta finito avrei tranquillamente lanciato il romanzo fuori dalla finestra.
      Ho quasi avuto una crisi esistenziale. Probabilmente di libri non ne capisco un cavolo, perché altro che caso editoriale: questo libro mi ha fatto schifo. 

      Partiamo un attimo dagli aspetti positivi. L'idea di partenza è originale. Mi è piaciuto il fatto di impostare il tutto da un'ottica olfattiva e, la maggior parte delle volte, mi è piaciuta anche l'atmosfera ricreata dall'autore. In linea di massima è anche scritto bene, ma ci sono delle cadute di stile eclatanti nel tipo di linguaggio usato. Per farvi un esempio, nel giro di due righe mi usa"si liberò dei suoi escrementi" e poi "dopo aver cagato"e poi ancora "merda di gatto", senza nessuna logica che vada a spiegare un cambio così drastico di terminologia.
      Vuoi parlare come un signorino per bene? E allora usa escrementi e basta!
      Restando in tema stilistico, alcuni passaggi sono davvero troppo prolissi e ripetitivi (dopo due volte che, nello stesso paragrafo, mi dici che il profumo del vetro ti piace tanto, la terza volta inizio a tollerarti a malapena, la quarta mi viene un tic all'occhio, alla settima ho voglia di fartelo mangiare, il vetro), mentre altri (ovviamente quelli importanti per lo sviluppo della trama) sono affrettati e francamente poco chiari. Insomma, la lettura diventa stancante, anche a causa della quasi totale assenza di dialoghi.

      I personaggi che compaiono si dividono in due categorie: quelli che crepano e Grenouille. Della prima categoria fanno parte tutte quelle povere persone che, loro malgrado, entrano in contatto con il protagonista. Lo schema è questo: lo incontrano, lui rischia di morire per una qualche ragione a random, lui sopravvive, loro trapassano perché sì. 
      Grenouille, invece, mi sembra una di quelle ragazzine descritte come delle tipe brutte e sfigate che in realtà hanno dietro tutta la scuola. L'autore spreca fiumi e fiumi di inchiostro per dirci quanto lui sia sfortunato e brutto e gobbo e deriso e che nessuno gli vuole bene, ma volete sapere una cosa? Non gli va mai male niente. Mai! Paradossalmente, pur avendo la tipica infanzia infelice alle spalle, ne esce praticamente incolume e fa i fatti suoi in allegria.
      Sul serio, come si fa a non odiarlo a morte?
      Probabilmente, passerei sopra a tutto questo se Süskind avesse dato un po' di introspezione ai personaggi. Forse sarò io quella strana, ma credo che mettere una serie di frasi ripetitive una vicino all'altra non vanno a fare introspezione semplicemente perché sono riferita ad un dato personaggio.
      Per esempio, se adesso dovessi descrivervi che tipo di persona è Grenouille, non sarei in grado di farlo. Una pagina prima sta lì, timido e sottomesso, la pagina dopo se ne va in giro dicendo cose del tipo "Muahahahahah, sono il Demonio in persona!". Certo, sono una persona presumibilmente intelligente e quindi posso arrivare anche io ad una spiegazione, ma allora l'autore che ci sta a fare?
      Süskind, avevi un solo personaggio principale: sprecati a renderlo meno statico e a caratterizzarlo un po' meglio.

      Mi rendo conto che ne sta venendo fuori una recensione chilometrica, ma non mi va di dire semplicemente "questo romanzo non mi è piaciuto". Mi sembra doveroso spiegare cosa ci ho trovato di male.
      Quindi, in conclusione, per me Il Profumo è un romanzo inconcludente, sconclusionato e che disturba. Ho davvero faticato a portarlo a termine. L'ho fatto solo perché speravo in una qualche svolta, ma il finale mi ha fatto più innervosire che altro. SPOILER La scena più brutta in assoluto è stata quella in cui, davanti al patibolo, i parenti delle ragazze uccise e l'intera cittadinanza innalzano Grenouille manco fosse un santo, a causa del profumo creato dagli odori delle ragazze morte. Non solo è una cosa macabra, ma mi ha anche profondamente disgustata: sarà che sono cresciuta a pane e Albus Silente, ma credo che l'amore per una persona e il dolore che si prova quando ci viene strappata via, sia più forte di qualsiasi altra cosa.
      Mai in questa vita.
      Il Profumo di Patrick Süskind è edito in Italia da TEA e si trova in libreria a 10 €.

      Se qualcuno di voi lo ha letto e rientra nelle persone che lo hanno adorato, non esiti a lasciarmi un commento e a spiegarmi il perché! Non so, forse non è semplicemente il libro per me e quindi dobbiamo rassegnarci.
      Fatto sta che adesso lo guardo male ogni qual volta lo trovo in libreria. 
      Un bacio,



      Miss Skeeter's Corner - Julia Sienna

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      Indovinate un po' chi ieri non è riuscita a postare il Fangirl Friday?
      L'argomento era lo stesso di due settimane fa, e neanche allora riuscì a scriverlo. Questo Fangirl Friday sembra maledetto.
      Anyway, per farmi perdonare, oggi vi propongo di sbirciare un po' nell'angolino di Miss Skeeter e di vedere chi è stato colpito dalla sua penna prendiappunto.
      L'ospite di questa volta è un'autrice italiana che si sta facendo conoscere pian piano, soprattutto grazie alle qualità indiscutibili del suo romanzo d'esordio.
      È stato un vero piacere avere l'opportunità di intervistarla: non solo si è dimostrata una scrittrice capace e di ampie vedute, ma anche una persona dolcissima e disponibile. Ha anche descritto dettagliatamente tutti gli step che l'hanno portata alla pubblicazione, le varie trafile editoriali e i vari no che non l'hanno minimamente fatta demordere.
      Ve ne renderete conto da soli leggendo le sue parole, quindi basta chiacchiere e andiamo a conoscere un po' meglio Julia Sienna, autrice de I Predatori Oscuri.


      Ciao Julia! Benvenuta nel mio piccolo angolino! E' davvero un piacere avere l'opportunità di farti qualche domanda!
      Ciao Mel, il piacere è tutto mio di partecipare a questa intervista e poter parlare direttamente ai tuoi meravigliosi lettori. Leggevo da un po' il vostro blog e, anche se nessuno mi ha mai visto, ero sempre qui in agguato! Ho seguito tutto con molto interesse, in particolare gli sviluppi del giveaway che mi hanno davvero emozionato. 492 entries: sono state un vero lampo di gioia. Ancora non riesco a capacitarmi del fatto che ci siano così tante persone che abbiano letto i Predatori e tante altre che desiderino leggerlo. Mi sembra di vivere in una bellissima avventura e tutto questo grazie alle persone che hanno creduto in The Dark Hunt e apprezzato questa storia partorita dalla mia folle mente. Grazie di cuore a tutti.

      Ok, iniziamo dal principio. Quando non veste i panni di scrittrice, chi è Julia Sienna? Puoi parlarci un po' di te?
      Il principio. In principio era il Verbo. Che incipit, me lo segno per un prossimo libro. A parte le mie pessime battute, che dire... chi è Julia Sienna? Mel, mi metti davvero in difficoltà con questa domanda. Julia, è una ragazza come tante, un po' pazza e un po' sognatrice. Non saprei cosa dire di me che non sfoci in una banale sequenza di “mi piace” e “non mi piace”, ma proviamoci.
      Mi sono sempre reputata una persona mite, alla quale il dio dell'ira impone spesso di trasgredire.  Un carattere semplice e lineare, insomma, come il famoso nodo di Gordio.
      Amo leggere, girovagare con la fantasia e schiacciare a piè pari le foglie secche. Mi piace trattenere il respirò finché l'ultimo spicchio sole non sparisce all'orizzonte e fissare le lucertole aggrappate al muretto di casa con le loro dita lunghe e sinuose.
      Sono un'amante degli sport estremi, quali “Riposino Estremo sul Divano”,“Abbuffata di pizza” e badminton.
      Per puro diletto, pratico tiro con l'arco ed equitazione. Sì, i cavalli sono una mia ossessione da quando sono piccolissima.
      E... mi piacciono le scarpe rosse.

      Da dov'è nata la tua passione per la scrittura?
      Ho sempre amato molto la lettura, anche se da piccola preferivo fossero gli altri a leggermi le storie che mi appassionavano di più. 
      Riflettendo al passato, non ho mai pensato che un giorno avrei scritto qualcosa,  tanto meno che la scrittura sarebbe diventata una delle mie passioni più forti. 
      Il mio incontro con la scrittura è stato del tutto casuale e fortuito, originato forse dai complimenti della mia professoressa di italiano del liceo che sembrava apprezzare molto i miei buffi componimenti.
      Mi ricordo ancora l'immagine mentale del giorno che decisi di iniziare a scrivere. Avevo quattordici, quasi quindici, anni e mi trovavo sul divano, un bestione di velluto blu che mi divertivo a riempire di disegnini pettinando in modo diverso il verso del pelo. Fissavo con perplessità quelle creaturine deformi che avevo creato, domandandomi cosa mai avrebbero potuto fare se avessero avuto vita. E perché non dare vita a una di quelle piccole bestiole scrivendo una breve storiella su di lei? Così presi un quaderno ad anelli, residuo bellico delle passate scuole medie, sfilai un foglio a quadretti e iniziai a scrivere con la mia fida matita a mine.
      Fu solo il primo passo, ma ricordo ancora quel giorno con affetto.
      Ho sempre sognato molto nella mia vita, sogni complessi e articolati che senza fatica ho sempre definito “filmici”. Il passo tra decidere di scrivere e decidere di scrivere proprio le storie che sognavo è stato breve e così ho iniziato a seguire i “suggerimenti notturni”, gettando le basi per quella che sarebbe diventata The Dark Hunt.
      Ho scoperto che molte altre persone condividono questo strano fenomeno dei sogni narrativi e da allora mi sento un po' meno strana!

      Hai qualche abitudine particolare da scrittrice? Tipo un qualche rituale per trovare l'ispirazione, una penna preferita, un certo tipo di carta...
      Non ho abitudini particolari, diciamo che raggiunta la giusta concentrazione potrei scrivere ovunque. Generalmente scrivo sul mio portatile, anche se in passato scrivevo solo su carta e rigorosamente in matita. Poi decisi di fare il grande passo e informatizzare la mia scrittura. Ogni tanto ritrovo ancora qualche raccontino scritto su fogli volanti che sbuca per magia da qualche cassetto.
      Mi piace molto scrivere ascoltando musica e, a volte, senza il giusto brano da sentire, non riesco ad appiccicare nemmeno una parola sullo schermo bianco del computer.
      In altri momenti, invece, mi serve il silenzio. Eppure l'elemento che più mi aiuta a superare le difficoltà, dal blocco dello scrittore all'ira funesta che mi prende quando non riesco a interpretare correttamente le sensazioni che voglio descrivere, è parlare e confrontarmi con qualcuno. Questo qualcuno è quasi sempre il mio fidanzato, grande lettore e miniera inesauribile di consigli.

      Siamo su un lit blog, quindi la domanda è d'obbligo: qual è il tuo libro preferito?
      Ho sempre amato il fantastico in tutte le sue declinazioni, dalle vecchie favole alle più grandi opere di fantasy. Insomma se non c'è un po' di avventura e un pizzico di magia non è lo stesso, forse perché dentro di me, sotto sotto, sono ancora una bambina pronta a stupirsi per la colomba uscita dal cilindro.
      Ho amato moltissimi libri durante la mia vita da lettrice, ma se dovessi però scegliere un solo libro, direi “Antrax” di Terry Brooks. Mi ha aperto un nuovo mondo sul fantasy e sui risvolti inaspettati che può cogliere.

      Il tuo romanzo d'esordio, I Predatori Oscuri, è davvero un ottimo fantasy. Non ne leggevo di così belli da secoli! Perché hai scelto di scrivere proprio di questo genere?
      Dimmi la verità, Mel, vuoi vedermi con lacrimoni di commozione prima della fine di questa intervista? Ti rigrazio con il cuore per tutti questi complimenti, mi fanno quasi illudere di aver scritto qualcosa di carino per davvero! 
      Tornando alla domanda, scegliere il fantastico è stata per me una scelta naturale. È ciò che più amo e il fantasy nella fattispecie è il genere che meglio mi permette di viaggiare con la fantasia. Adoro spaziare in paesaggi mozzafiato, descrivere imprese e sentimenti anche ai limiti dell'umanità, far parlare creature mai viste prima e, sì, mi piace incendiare alberi con la magia.
      Insomma, il fantasy è ciò che mi rispecchia di più, ciò che mi fa sentire più libera e forse anche vera.

      Da dove è venuta l'idea per il romanzo? Hai qualche aneddoto da raccontarci?
      Come ti dicevo prima, tutte le basi delle mie trame derivano dai miei sogni. Spesso sono solo riprese cinematografiche di paesaggi, di luoghi o di persone, altre volte invece sono storie complete con tanto di titoli di coda e colonne sonore. Sì, lo so, ho qualche rotella fuori posto.
      Anche The Dark Hunt nasce dalle mie suggestioni notturne. Si è presentato alla mia mente come una sorta di trailer: vedevo delle persone correre, immagini di gambe in corsa mischiate alla silhouette scura di creature ricoperte di squame. Poi tutto era sfumato in una luce calda e un cavallo scuro dagli occhi azzurri aveva attraversato la scena, correndo verso il tramonto. Un altro flash e vidi il Medaglione, un'ombra che si stendeva su tutte le terre conosciute e poi le immagini crollarono, strappate in brandelli dagli artigli di acciaio di una creatura nera e inquietante. Ora, tu e tutti coloro che hanno già letto il libro, avrete probabilmente riconosciuto in questa breve descrizione alcuni degli attimi e dei personaggi fondamentali del racconto.
      Mi sono svegliata dopo questo sogno e ho pensato: sembra interessante, proviamoci. E così iniziai a costruire una trama attorno a queste poche basi. Passarono gli anni e la trama si infittì sempre di più, si complicò, fino a diventare la trilogia attuale.

      Hai avuto un qualche tipo di influenze letterarie? A quale autore ti ispiri?
      I miei autori fantasy preferiti restano sempre Tolkien e Brooks, perciò è impossibile non aver rubato qualcosa da loro. Sono cresciuta con i loro libri. 
      Come forse avrai notato durante la lettura, ho inserito volutamente alcune citazioni di questi grandi autori, prendendole come una base classica da stravolgere successivamente, nel corso dell'intera opera.
      Un esempio per tutti è la classica relazione impossibile tra Eanor e Luwen, evidentemente ispirata all'epopea tolkieniana. Mi sono divertita molto nel gettare le basi di deja vù per poi demolirli o variarli nel corso della narrazione.

      Qual è il personaggio a cui sei più affezionata? Io, personalmente, ho adorato Irie. L'ho trovato molto vero, non so se mi spiego! E il suo rapporto con On è dolcissimo.
      Il mio personaggio preferito in assoluto è Hellenhor, ma purtroppo poco posso dire a riguardo, dato che nel primo volume compare più indirettamente che altro. Alla fine però, chi più chi meno, amo tutti i personaggi della saga.
      I cattivi restano tra i miei preferiti, Lo Straziatore, in particolare. Adoro i personaggi negativi e per quanto possibile cerco sempre di dotarli di una psicologia ricca e complessa, che giustifichi sempre ogni loro azione. Non sopporto i cattivi scontati né stupidi, o cattivi perché cattivi. Il Cattivo deve essere un personaggio unico e indimenticabile, è l'antagonista, il cooprotagonista di ogni evento. Ma anche loro saranno svelati meglio nei prossimi capitoli, dovrete avere pazienza!
      Per quanto riguarda i due Grimford, ho cercato di creare un rapporto di amicizia vero e unico, qualcosa che andasse oltre la semplice parentela. Dovevano essere due amici, migliori amici, gettati in un modo che non conoscevano e che temevano.
      Credo ancora nei buoni sentimenti, quindi con loro mi sono divertita a incarnare qualcosa che al giorno d'oggi sembra sempre più raro da trovare: la vera e disinteressata amicizia.
      In questa storia ben poco è come sembra, ma l'unica cosa che resterà sempre certa e sincera è proprio l'amicizia tra On e Irie. Insieme, spalla a spalla, potranno affrontare ogni cosa.
      Irie è stato un personaggio molto divertente da creare e seguire. Mi fa molto piacere che sia il tuo preferito e che, soprattutto, ti sia sembrato una persona quasi reale, sentire queste parole mi ripaga di tutti gli sforzi: non potevo sperare in meglio!

      So che il secondo capitolo della trilogia è già finito. Puoi darci qualche anticipazione? (Ti prego, dimmi di sì! Il primo libro mi ha lasciato addosso una curiosità quasi asfissiante!)
      Come dirti di no, Mel! Vediamo cosa posso rivelare senza spoilerare nulla della trama...
      Diciamo che con i capitoli successivi, cominciando dal secondo, inizierete a capire la vera struttura della saga e che ciò che compare nel primo non è proprio quanto sembra, anche se il vero libro del dubbio e delle rivelazioni resta il terzo.
      In questo secondo capitolo troverete le incertezze di On, conoscerete nuovi personaggi e nuove trame che complicano la narrazione, di primo acchito lineare, come si presentava nel primo libro.
      Non troverete battaglie campali, ma battaglie interiori, sfide, scoperte e riscoperte di sentimenti.
      I personaggi demoliscono le loro certezze e alcuni trovano la loro strada, mentre altri si smarriscono sempre di più nelle profonde tenebre che iniziano a oscurare l'Ovest. In questo volume anche lo stile varia leggermente, preparando il lettore al terzo capitolo, il più buio di tutti. Abbandono gradualmente lo stile classico  del primo libro, concentrandomi di più sull'introspezione dei personaggi. Spero che anche questa mia versione più ombrosa possa ugualmente divertirvi! L'idea è quella di creare una trilogia che segua la storia del fantasy nel corso dell'ultimo secolo: I Predatori, è il fantasy classico, epico, degli inizi; Cacciatori di Ombre sarà il fantasy più psicologico e introspettivo, sulla scia delle opere degli anni '80-'90, mentre il terzo capitolo incarnerà il fantasy oscuro, con note thrilling, nato dopo il 2000.
      (Oh. Mio. Dio. DATEMELO ADESSO! N.d Mel)

      Parliamo un attimo di questioni editoriali. Ci racconti un po' com'è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?
      Come ti avevo già detto, il tutto ebbe inizio quando non ero che una piccola e scatenata teenager.
      Terminata la prima stesura del mio romanzetto, ho pensato, come tutti gli aspiranti scrittori, di inviarla alle case editrici per avere un riscontro da quel mondo che di romanzi ne capiva sul serio. Mai nulla mi fu più utile di quella sfilza di NO, alcuni cortesi, alcuni asettici, altri mai giunti, ma sempre di NO si trattava. Così a 16 anni, superato lo scoglio del primo grande sconforto, ripresi in mano la mia opera e decisi di studiare e impegnarmi per renderlo qualcosa di valido, almeno entro le mie possibilità.
      Passarono due anni circa e giunsi a un numero X di revisioni tali che mi riproposi di provare nuovamente con le case editrici. Giusto un paio, mi dissi, solo per vedere cosa succedeva, se il mio lavoro era sufficiente o fossi solo a metà percorso.
      Il paio di CE, divenne un numero vicino alla decina. È inutile dirvi che furono tutti no? Sì, lo furono. Ora cosa dovevo fare, demordere? Giammai! E così ripresi ancora in mano il mio romanzetto e mi rimisi a studiare. Non mi stupirò mai abbastanza di quante cose si possano imparare, anche quando ormai si pensa grossomodo di saperne a sufficienza. È stata una lezione fondamentale per creare il mio stile personale. Ecco cosa mi mancava.
      Passò un altro anno e giunta all'ennesima revisione, mi ritenni abbastanza soddisfatta da pensare di ricorrere al self-publishing per far stampare qualche copia della mia operetta da regalare ad amici e parenti per Natale. Qualcuna la vendetti pure, recuperando così i soldi della stampa.
      In seguito a ciò, all'età di 19 anni, ricevetti per puro caso la mia prima proposta editoriale da una CE della mia zona. Una delle copie regalate a una amica di famiglia era finita nelle mani dell'editore. Mi chiamarono a casa, comunicandomi la loro intenzione di procedere alla pubblicazione del mio libro. Vi lascio solo immaginare l'emozione e il senso di straniamento che mi colsero.
      Incontrai l'editore e iniziammo a parlare del mio romanzo, ma compresi che qualcosa non quadrava dal principio. Mi dissero che sarebbe diventato il loro romanzo di punta, che non avrei dovuto sborsare un solo euro (ci mancherebbe!), promettendomi un futuro radioso per la mia opera. Eppure alle mie domande con quale tipo di distribuzione intendessero diffondere il mio testo e come volevano procedere alla promozione, iniziarono a vacillare, affermando che “queste cose” per un piccolo editore erano impossibili da raggiungere. Al contempo però esigevano la cessione dei diritti al 100% per eventuali traduzioni e reinterpretazioni dell'opera letteraria in altri formati, per una durata di 10 anni.  Insomma, se avessi firmato, avrei ottenuto solo un 2% di diritti d'autore, senza mai vedere una copia distribuita e promossa seriamente. Tanto valeva affidarsi al self-publishing.
      Animata da questi pensieri, declinai l'offerta e decisi di prendere altro tempo per rivedere il libro e migliorare.
      Quando meno me l'aspettavo, verso i miei 22 anni, un'altra delle mie copie autoprodotte giunse tra le mani di un altro editore, segnalata da amici comuni. Risposi al telefono e dall'altra parte trovai la Gainsworth Publishing. E dopo altre duecento revisioni e un bell'editing, eccomi qui.

      Hai qualche consiglio da dare a chi, come te, vorrebbe intraprendere questa strada?
      Sinceramente, non mi sento in grado né nella posizione di poter dare dei consigli validi a chi sogna di pubblicare, posso solo parlare prendendo spunto da quella che è stata la mia esperienza con il mondo editoriale, fornendo più consigli da amica che altro.
      Il mio primo consiglio è questo: non abbattetevi per i NO, devono essere lo sprone necessario per continuare e migliorarsi sempre di più. Senza tutti questi rifiuti molto probabilmente, non avreste mai letto The Dark Hunt che oggi conoscete. Non si finisce mai di imparare nuove cose e, soprattutto, non si finisce mai di imparare in campo infinito e mutevole come la scrittura.
      Non sono tanto importanti le regole, bisogna conoscerle, ma mai applicarle pedissequamente, altrimenti le nostre opere risulterebbero senza cuore, solo magistrali esecuzioni tecniche. La scrittura viene dal cuore, supportato da una buona sintassi e conoscenza grammaticale!
      Secondo consiglio: dovete essere i vostri peggiori critici, dimenticate l'indulgenza tipica dell'autore nei confronti delle proprie opere. Se non ce la fate da soli, cercate qualcuno (amico, parente, ecc) davvero sincero che possa supportarvi e darvi consigli nei momenti più bui senza però risparmiarvi le critiche e le osservazioni che in un primo momento potrebbero anche farvi soffrire. Ricordate che sono solo cose dette per aiutarvi. Dopo tutto questo faticare e sudare, arriverà però un momento che la vostra storia sarà pronta. Quando, mi dite? Lo sentirete, è come se le pagine che avete scritto cambiassero all'improvviso di colore, un colore più vivo e sicuro. Ecco, allora dovrete avere il coraggio di lasciare andare la vostra storia, in modo che possa vivere da sola.
      Fine dei consigli!

      Chiudiamo in bellezza! Vorresti dire qualcosa ai lettori di The Bookshelf?
      Vorrei ringraziare tutti i lettori che hanno seguito questa intervista e tutti gli sviluppi che The Dark Hunt ha avuto su questo bellissimo blog. È stato davvero un piacere collaborare con voi ed entrare in contatto con il vostro pubblico.
      Per chiunque abbia letto questo primo capitolo di The Dark Hunt, o per chi ha intenzione di leggerlo, o per chi ha qualche curiosità da soddisfare, o per chi vuole lasciarmi solo un breve commento, resto a disposizione per ogni chiarimento, spiegazione o quant'altro. Potete scrivere all'indirizzo info@gainsworthpublishing.com e chiedere di inoltrarmi la mail. Nelle mie possibilità, risponderò molto volentieri a tutti voi!


      Non è fantastica?
      L'intervista sarebbe potuta essere ancora più lunga, visto che abbiamo tenuto un'interessantissima livechat, ma credo di avervi fornito un po' tutti gli elementi fondamentali.
      Per il secondo capitolo di The Dark Hunt, Cacciatori di Ombre, ci toccherà aspettare ancora un po'.
      Come probabilmente avrete intuito, io non vedo l'ora e ho letteralmente tartassato Valentina della Gainsworth (santa donna, prima o poi mi manderà a quel paese) per saperne qualcosa di più (tipo, dubbio apocalittico: come sarà la cover?!).
      State pur certi che vi farò sapere non appena capterò qualcosa!
      Per il momento... che ne pensate? Avete letto I Predatori Oscuri oppure siete delle brutte persone e ancora non vi decidete a prenderlo?
      Come al solito, ditemi le vostre impressioni!

      P.S: finalmente oggi vado anche io a vedere La Ragazza di Fuoco! Spero che sia davvero così bello quanto dicono!

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