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Recensione | La Notte Che Ho Dipinto Il Cielo - Estelle Laure

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Hola, Mysamigos!
Buon lunedì!
...AH! Questo sì che è un bell'ossimoro. Un "BUON" lunedì. 
I'm so funny!
Iniziamo con una bella recensione.
Ho letto questo libro in anteprima (Grazie, DeAgostini!) ma non sono riuscita a scrivere subito la recensione perché un po' sono stata offesa nelle mie aspettative.
 Per molto tempo non sono stata del tutto sicura della mia opinione su questo libro. Diciamo che si trova in una sorta di limbo, tra il sì e il no. Pendente più verso il no, però.


Estelle Laure
La notte che ho dipinto il cielo
THIS RAGING LIGHT #1
DeAgostini 
Rilegato, 300 p.
14,90 €

« Per Lucille, diciassette anni e una passione per l’arte, l’amore ha il volto della sorellina Wrenny. Wrenny che non si lamenta mai di niente, Wrenny che sogna un soffitto del colore del cielo. E poi ha il volto di Eden. Eden che è la migliore amica del mondo, Eden che sa la verità. Quella verità che Lucille non vuole confessare nemmeno a se stessa: sua madre se n’è andata di casa e non tornerà. Ora lei e Wrennie sono sole, sole con una montagna di bollette da pagare e una fila di impiccioni da tenere alla larga. Prima che qualcuno chiami i servizi sociali e le allontani l’una dall’altra. Ma è proprio quando la vita di Lucille sta cadendo in pezzi che l’amore assume un nuovo volto: quello di Digby. Digby che è il fratello di Eden, Digby che è fidanzato con un’altra e non potrà mai ricambiare i suoi sentimenti. O forse sì? L’unica cosa di cui Lucille è sicura è che non potrebbe esserci un momento peggiore per innamorarsi…  »


Parto col dire che questo libro è stata una delusione, ma non su tutti i fronti. Ha i suoi lati positivi. E' un libro scorrevole. Si legge velocemente. Ha messaggi positivi.
Eppure c'è un'enorme nota dissonante.
In primis, la trama non ha niente di così originale, quindi, cara scrittrice, dovevi  basarti di più sullo sviluppo. Incontriamo Lucille e Wren, due sorelle, già abbandonate dal padre che aveva avuto un tracollo nervoso qualche anno prima dell'inizio della storia, che vengono lasciate anche dalla madre. Quest'ultima, lasciatemelo dire, si merita il premio per BEST MOM dell'anno, più di quanto Di Caprio meritasse l'Oscar per the Wolf of Wall Street. Lascia le due figlie minorenni a casa da sole con nient'altro che cento dollari perché ha scoperto che il marito, dopo essere stato dimesso dalla clinica dove si stava curando, non è voluto tornare a casa. 
Ok. Be', dieci punti per la tempra morale.
In tutto questo, Lucille decide di darsi da fare per evitare che lei e sua sorella finiscano in mano ai servizi sociali. Mente, dicendo che sua mamma si è solo momentaneamente allontanata e che tornerà presto. Intanto, cerca un lavoro per pagare le bollette che continuano ad arrivare, incuranti del fatto che quel biglietto da cento che la madre ha mandato è finito già da un pezzo. Gli unici a sapere la verità sulla situazione delle due sorelle sono Eden, la migliore amica di Lucille e Digby, fratello gemello di Eden, per cui Lucille ha una cotta.
Quindi sì, la trama non aveva nulla di così eclatante. Un altro punto a sfavore del libro è proprio la "love story" (che a chiamarla così è farle un grosso complimento) tra Lucille e Digby. Lui è fidanzato da tempo immemore con un'altra ragazza. Eppure, fa il filo all'orfana. Finendo per confonderla ancora di più. Be', dieci punti anche a lui e il premio per Miglior Ragazzo Della Porta Accanto Tutto Casa e Chiesa. 
Che poi, carissima Lucille, con tutti i problemi che hai, la vedo parecchio difficile che tu riesca, e qui cito "a pensare solo a baciare Digby".

Senza dilungarmi troppo, la trama è un susseguirsi di tragedie o insperate fortune piuttosto inverosimili. Secondo me, il problema principale è che il tema del libro è bello forte, ma è trattato alla stregua di un qualsiasi Young Adult. Ci voleva una struttura più forte, secondo me.
Non voglio nemmeno iniziare a parlare del finale. Un finale così aperto che ho girato pagina, convinta che il libro continuasse e vedere la pagina dei ringraziamenti è stato come sbattere contro un palo mentre si manda un messaggio.

Per quanto riguarda i personaggi...diciamo che sono promossi con riserva. Penso che Lucille sia abbastanza sfaccettata e che risponda bene alla situazione in cui viene messa. Forse è proprio lei il messaggio più positivo del libro: una ragazza di diciassette anni che, davanti all'abbandono dei suoi genitori, non si abbatte e risponde con tutta la forza che ha, ma anche con la fragilità che la caratterizza. Sì, giustifico anche i suoi momenti naif.
E poi c'è Wren, che è carinissima e ha una caratterizzazione davvero buona. 

Però, e questo è un grande però, La Notte che Ho Dipinto Il Cielo resta uno Young Adult. Lo stile, l'impostazione sono tutti tipici del genere. E' vero, questo lo rende un libro facile da leggere, ma con una premessa così, non avrebbe guastato un po' più di serietà. Non sono riuscita a entrare a dovere nella storia, non sono riuscita a farmi influenzare, non sono riuscita a emozionarmi, anche se l'autrice ci ha messo tutti i possibili drammi che poteva infilare in 300 pagine. E' scivolato via, senza lasciare traccia. Forse anche per questo la recensione è piuttosto breve: ho aspettato così tanto che la storia, nella mia mente, ha iniziato a sbiadire, e questo, secondo me, la dice lunga.

La Notte che Ho Dipinto Il Cielo è un libro da non più di tre Wolverine, per me.
Ehi, niente male!
Al contrario di come ho percepito io il libro, sembra che, sulla blogosfera, chi lo ha letto, l'ha amato. Voi cosa dire? Lo avete letto? Cosa ne pensate?
See ya, folks!


Blogger Life | ALL THE AWARDS TO THIS BOOK

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Hola, Mysamigos!
Avete presente quando sottovalutate qualcosa? Quando vi viene da dire "Massì, lo farò in dieci minuti" e quindi vi organizzate su questa convinzione, quando in realtà quello che dovete fare vi prenderà ben più di dieci minuti?
E' quello che è successo con questo Blogger Life.
Pensavo che lo avrei finito in un'oretta massimo, mercoledì mattina.
Invece, sono riuscita a finirlo solo...tre minuti fa, giusto prima di scrivere questo post.
Mi dicono che l'organizzazione è il mio forte *thumbs up*.
Comunque, alla fine ce l'abbiamo fatta (l'antico vaso andava portato in salvo) quindi, HAPPY BLOGGER LIFE DAY EVERYONE!
A volte, ci ritroviamo a leggere un libro bello, ma così bello, che non potete fare a meno di lodarlo con qualsiasi essere vivente abbia un paio di orecchie (anche non vivente - a me capita di tessere grandi lodi ai miei libri preferiti anche al mio leone di peluches). Vorreste che quel libro non finisse mai. O ricominciasse subito dopo l'ultima pagina. Ma a volte, l'unica cosa che potete fare è... 

 ALL THEAWARDSTO THIS BOOK


Ora sapete perché ci ho messo tanto tempo.
IT'S A FREAKING GIF.
Sto veramente pensando di cambiare mestiere e mettermi a fare l'animatrice.
*I suoi occhi stanchi protestano manco fossero il Terzo Stato*
So, that's it, folks! Al prossimo Blogger Life! Non in ritardo, se tutto va bene!

Pic A Book | Dragonfly in Amber, Diana Gabaldon

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PIC A BOOKè una rubrica settimanale originale. Ogni lunedì vi presenterò la foto di uno dei miei libri e sproloquierò un po', 
esprimendo le mie aspettative e aneddoti vari legati al libro in questione.

HELLO HELLO HELLO!
Come state, miei bellissimi lettori? In queste settimane sono stata impegnatissima e non sono riuscita a trovare il tempo neanche per scrivere due righe.
Ieri, però, ho approfittato della mia prima domenica libera da quasi un mese a questa parte e ho buttato giù un paio di post da proporvi nei prossimi giorni.
Iniziamo subito con la rubrica del lunedì - diventata quasi trisettimanale, ormai, ma ci piace lo stesso - con una foto che anticipa un po' anche una delle prossime recensioni

CURRENTLY READING

IL LIBRO
LA STRANIERA di Diana Gabaldon fa parte di quel gruppo di libri che ho letto, adorato e non ancora recensito. Ho addirittura visto la prima stagione della serie tv (e non vi ho parlato neanche di questo, nonostante tutti i Fangirl Friday abbozzati...) e mi è piaciuta così tanto che non ho potuto fare a meno di comprare in blocco il secondo e il terzo capitolo della serie(che vi avevo già mostrato QUI un po' di tempo fa). L'edizione inglese di DRAGONFLY IN AMBER(L'Amuleto d'Ambra e Il Ritorno, in italiano)è una di quelle brossure compatte, morbide e conta ben 947 pagine. Insomma, sarà una bella sfida ma, con le still della seconda stagione di Outlander che iniziano a sbucare come funghi (e con io che non riesco a stare lontana da Tumbrl per più di tre giorni e mi becco spoiler come fosse acqua piovana a Londra), proprio non posso non buttarmici.

ASPETTATIVE
Per il momento, il mio approccio al libro è piuttosto WTF. Il primo finiva in modo abbastanza tranquillo (weeeell...) e la sinossi su Goodreads di questo mi ha lasciata perplessa e no, non posso dirvi il perché. Ad ogni modo, ripongo aspettative altissime nella storia di Claire e Jamie e spero con tutta me stessa che non mi deluda. Se qualcuno di voi lo ha già letto, ditemi che ne pensate!

LA FOTO
Ieri pomeriggio ho fatto almeno sette versioni diverse di questa foto. Alla fine, quasi per caso, ho provato a mettere in primo piano l'adorabile segnalibro di Jamie che mi ha regalato Serena. La tazza di tè alla mela caramellata(BUONISSIMO!) e i biscotti alla vaniglia sono una dichiarazione d'intenti e ve la dicono lunga sul mio mood domenicale.

Okay, diciamo che non ho ancora iniziato a leggerlo, ma lo farò stasera se tutto va bene. BONUS PLUS: lo leggerò in buddy read con Mys, quindi sono doppiamente entusiasta *_*
Come al solito, ditemi che ne pensate e cosa devo aspettarmi!
Un bacio!

Recensione | Il Primo Amore Sei Tu - Stephanie Perkins

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BUON POMERIGGIO, LETTORI!
Vi lascio questo post prima di scappare al lavoro. Sono mesi che lo tengo a marcire nelle bozze (ricordate il periodo del preparo le recensioni in anticipo? Ecco che fine fanno) e me ne sono ricordata solo adesso. Viva me.
Quindi, beccatevi questa recensione un po' fuori stagione e perdonate la frequenza saltuaria su questi lidi. Vorrei avere giornate di 57 ore (in modo da passarne 50 a dormire e 7 a rendermi utile alla collettività), ma mi dicono che no, mi devo fregare.
Peccato.



Stephanie Perkins
Il Primo Amore Sei Tu
ANNA AND THE FRENCH KISS #2
DE AGOSTINI
Rilegato, 416 p.
14,90 €

« Lola ha diciassette anni, un gusto un po' stravagante per la moda, e tre piccoli, piccolissimi desideri. Primo andare al ballo della scuola vestita da Maria Antonietta. Secondo convincere i genitori che Max è il fidanzato migliore del mondo. Terzo non rivedere più Cricket Bell. Mai più. A volte però il destino gioca brutti scherzi e la famiglia Bell al completo si trasferisce nella casa proprio di fronte a quella di Lola. All'improvviso la ragazza sente il mondo crollarle addosso. Per due anni ha faticosamente tentato di dimenticare Cricket, e ora tutti i suoi sforzi sembrano vanificati. Cricket è di nuovo lì, davanti ai suoi occhi, e con lui il ricordo di ciò che è stato e di quell'ultima giornata insieme... Lola è sicura di aver voltato pagina con Max e di non provare più niente per Cricket. Ma allora perché sente il cuore batterle all'impazzata ogni volta che lo incontra? Forse perché il primo amore non si scorda mai? »


Sulla scia di Anna and the French Kiss e approfittando di un ordine su Amazon che non aveva raggiunto i 19€ (in seguito largamente superati, ma questa è un'altra storia), mi sono portata a casa le altre due companion novels della Perkins: LOLA AND THE BOY NEXT DOOR (Il primo amore sei tu, per intenderci) e ISLA AND THE HAPPILY EVER AFTER, ancora inedito in Italia. Li ho sistemati sui miei scaffali, in attesa di una situazione che richiedesse una lettura dolce e poco impegnativa, immaginando che mi sarei trovata davanti gli stessi pilastri che avevano fatto sì che trovassi Anna un romanzo così godibile.
Ho dovuto aspettare un po' e così, il mese scorso, mi sono rintanata sotto al mio solito plaid e mi sono fiondata nella lettura della storia di Lola.

A differenza di Anna, che è una ragazza piuttosto ordinaria, Lola è un personaggio fuori dagli schemi. Estrosa, irriverente, con una passione per il cucito e una collezione di parrucche che la aiuta ad essere una persona diversa ogni giorno. E non parliamo per astratto, ma nel vero senso della parola: Lola sente il bisogno di cambiare, perché "la vita è troppo breve per essere la stessa persona ogni giorno".
Nonostante gli altri, molto spesso, se ne escano con commenti infelici riguardo al suo modo di essere, Lola continua per la sua strada, a testa alta e con il coraggio di accettarsi per quello che è. Ha un ragazzo, Max, con cui le cose sembrano procedere a gonfie vele, nonostante la differenza di età e la disapprovazioni dei due padri di Lola.
Le cose cambiano quando la famiglia Bell si trasferisce di nuovo nella casa accanto, portando con sé vecchi rancori e, soprattutto, Cricket, il primo amore di Lola, che le aveva spezzato il cuore tre anni prima.

Ancora una volta, la Perkins ha dato vita ad una storia lineare, priva di colpi di scena, con la sua buona dose di cliché del genere. Che, però, funziona.
Lola segue la strada del suo predecessore e dimostra la capacità dell'autrice di tirare fuori un qualcosa di carino da una base ormai trita e ritrita. Ho trovato i personaggi principali davvero ben riusciti, soprattutto perché sono stati in grado di non darmi sui nervi (il che per me è difficile, perché il 98% dei personaggi degli YA mi dà sui nervi per un qualche motivo). 
Credo che, in particolare, la Perkins abbia la capacità di tratteggiare per bene i personaggi maschili. Le sue protagoniste, invece, indugiano troppo in paturnie inutili e scontate, che rischiano di provocare il famoso tic all'occhio nei lettori meno pazienti (*alza la mano e la sventola*), ma che possono essere giustificate con il fattore adolescenza.
Siamo sinceri, chi di noi dai 13 ai 18 anni non è stato creatore di seghe mentali indiscusse? Io potrei riempirci un'enciclopedia, con le mie.

Tirando le somme, devo ammettere che la storia di Lola mi è sembrata un pizzico più immatura rispetto a quella di Anna. Non so se questo sia dovuto al fatto che sono state lette in due momenti diversi o se si tratta semplicemente di gusti personali, fatto sta che non ho trovato ne IL PRIMO AMORE SEI TUquello che mi aveva spinto ad acquistare lui e il suo terzo companion in blocco.
Mi è piaciuto, sì, e l'ho trovato adorabile, ma non abbastanza.
Ve lo consiglio comunque, perché è una lettura senza troppe pretese che, però, è in grado di intrattenere senza svarioni esagerati.
Ehi, niente male!
Come al solito, ora tocca a voi dirmi cosa ne pensate!
Un bacio!

The Bookshelf riapre le porte. Bentornati a casa

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Qual è il motivo per cui un blog viene abbandonato a se stesso?
Ve lo diciamo noi: l'ansia, la pressione, le aspettative.
Ecco cosa ci è successo, ecco perché THE BOOKSHELF non vedeva un post da mesi e mesi.
Abbiamo inquinato la nostra isola felice, facendo diventare un lavoro logorante quello che sarebbe dovuto essere una valvola di sfogo.
Ne siamo uscite in punta di piedi, abbiamo evitato di parlarne. Ci eravamo quasi rassegnate a lasciar cadere la cosa nel dimenticatoio.
Ma poi, lentamente, in noi si è fatto strada quello stesso impulso violento che, quasi quattro anni fa, ci aveva spinte a sederci al pc e a creare questo angolino: il bisogno di parlare di libri, di condividere, di scrivere.
E così ci siamo messe al lavoro.

La premessa di base - sulla scia del Dottore con il suo NO MORE - è niente ansia. Niente pressioni. Niente aspettative.
Nonostante questo, abbiamo lanciato un countdown sulla nostra pagina Facebook e in questi giorni abbiamo effettuato un bel restyling.
Chi di voi ci segue da un po' di tempo, potrà notare che le pagine dedicate ai CONTATTI e alle POLICY sono state aggiornate, e che c'è una piccola novità in quella dell'ABOUT(spoiler: cliccate QUI e QUI).
Abbiamo sistemato tutte le RECENSIONI, con un'impaginazione uniforme e, soprattutto, con i nuovi raiting. Insomma, abbiamo iniziato a dare una bella spolverata a questi scaffali abbandonati un po' a loro stessi.
Tornare sul blog non ha significato solo ritrovare antichi e temuti nemici (DANNATO HTML) ma anche avere un impatto con la blogosfera dopo una lunghissima assenza. E... le cose sono cambiate abbastanza, in questi mesi.
Effettuare l'accesso con i nostri account blogger e dare un'occhiata in giro ci ha fatto sentire come Gandalf nelle miniere di Moria. (THE FUCK IS THAT. THE FUCK ARE YOU)
Blog storici chiusi, decine di blog neonati, faide tra blogger. E, soprattutto, tante, ma tante marchette.
Boh, fa strano. Fa maledettamente strano, perché adesso una buona parte delle recensioni in cui ci si imbatte è composta per metà da sviolinate e per un'altra metà da link per l'acquisto, perché lettori sembrano aver perso interesse nei contenuti e sbucano come funghi quando si tratta di giveaway, perché fondamentalmente si sta andando a perdere quello che era la parte bella della community dei lit blog: i commenti spassionati sui libri.

Dite che ci stiamo dando anche noi alle polemiche inutili? Più che altro, era un modo per fare mente locale.
Ci sarà tempo per vedere se si è trattato solo di una prima orribile impressione, o se le cose stanno così davvero.
Per il momento, THE BOOKSHELF torna online.
Senza ansie, senza pressioni, senza prendersi troppo sul serio, ma con un mucchio di idee che scalpitano per essere messe in pratica, con passione e con tanta voglia di ricominciare.
Come ha sempre fatto, insomma.
Speriamo continuerete a seguirci in questo nostro viaggio.
E, se avete letto questo post enorme e delirante... bentornati a casa. 


(E noi che volevamo fare una cosa rapida e indolore, per evitare spiegoni. Ci servirebbe un assistente che, una volta superato le dieci righe, inizi a strillarci: "TAGLIATE. TAGLIATE!").
(Tipo, un assistente non mi avrebbe concesso questa parentesi).
(E neanche questa).
(ciao).


Blogger Life | Quando ti prende la risistemazione drastica

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Buongiorno, Mysamigos!
Ebbene sì, siamo tornate! Ed è stato fantastico vedere la quantità di amore che ci avete riversato addosso tipo valanga. Grazie, guys!
Visto che ci stiamo ancora riprendendo dalle vacanze di Natale, oggi restiamo sul leggero: ritorna il Blogger Life (in una versione un po' rustica perché la mia tavoletta grafica è...indisposta, al momento).

QUANDO TI PRENDELA RISISTEMAZIONEDRASTICA



Penso che il gatto diventerà un personaggio fisso. Forse gli dedico una serie. Perché ha una navicella spaziale, se la merita.
Alla prossima!

2017 To Be Read/Watched/Loved List

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Ho sempre adorato fare liste.
Sono la regina delle liste, l'imperatrice suprema del mettere una serie di voci una dopo l'altra con maestria e sagacia, la leader galattica del devo fare questo-questo-e questo.
Mi preparo anche gli evidenziatori colorati con cui marcare i miei successi, oppure faccio i quadrettini piccini e carini da spuntare man mano.
Insomma, parto alla grande. Adesso voi, conoscendomi almeno un minimo, vi aspettereste che io concluda questo paragrafo affermando di non riuscire mai a portare a compimento il mio meraviglioso lavoro di pianificazione.
No, invece. Il problema non è questo: io, le liste che faccio, le perdo proprio.
E con questo possiamo calare il sipario e andare a raccogliere le recensioni deludenti su Cineblog.

Preambolo a parte, io adoro le liste, non le rispetto e tendo a perderle. Perciò, due di queste premesse possono essere soddisfatte da questo post, in cui ho intenzione di [RULLO DI TAMBURI] fare una sacrosanta lista di tutto quello che devo voglio bramo leggere e vedere in questo nuovo anno. Il 2017è iniziato da quasi due settimane ma io, professionista del Lo Faccio Dopo, continuo a trascinarmi libri entrati in TBR anni fa, serie tv accantonate per mancanza di tempo, riletture di romanzi divorati troppo frettolosamente.
Perciò, sulla scia di questa calma che mi sono autoimposta nella gestione di THE BOOKSHELF, ho deciso di fare un po' di ordine in questi metaforici scaffali pieni zeppi di polvere.

TOBEREAD
UN INFAUSTO INIZIO, LEMONY SNICKET 
IL DARDO E LA ROSA, JACQUELINE CAREY 
TENERA E' LA NOTTE, FITZGERALD 
COSE FRAGILI, NEIL GAIMAN 
HUGO E ROSE, FOLEY 
LETTERE A THEO, VAN GOGH 
IL CANTO DEL RIBELLE, HARRIS 
US, NICHOLLS 
CARRY ON, RAINBOW ROWELL 
SNOW LIKE ASHES, RAASCH 
IGNITE, LILY PARADIS 
TIGER LYLY, ANDERSON 
→ IL MINIATURISTA, BURTON
→ ISLA AND THE HAPPILY EVER AFTER, PERKINS
→ BLOODLINES, MEAD
→ THE QUEEN OF THE TEARLING
→ NON LASCIARMI, ISHIGURO
→ DIO DI ILLUSIONI, TARTT
→ CRONACHE MARZIANE, RAY BRADBURY
→ IL MONDO NUOVO, HUXLEY
→ IL MONDO SOMMERSO, BALLARD
→ STORIA D'INVERNO, HELPRIN
→ DANZA SULLA MIA TOMBA, CHAMBERS
→ LA VERITA' SU CASO HARRY QUEBERT, DICKER



TO BE RE-READ


• THE HARRY POTTER SAGA, JK ROWLING
THE RAVEN BOYS, MAGGIE STIEFVATER
• CINDER, MARISSA MEYER
• THE NEXT TOGETHER, LAUREN JAMES
• IL GIARDINO DEI SEGRETI, KATE MORTON
• CIME TEMPESTOSE, EMILY BRONTE


TO BE WATCHED

VIKINGS 
BREAKING BAD 
THE CROWN 
JESSICA JONES 
AGENTS OF SHIELD 
ORANGE IS THE NEW BLACK 
DAREDEVIL 
MARCO POLO 
THE OFFICE 
PARKS & RECREATION 



Se vi sembrano una quantità più o meno ragionevole, well, sappiate che è solo perché ne ho fatto una bella scrematura.
Non potevo mica fare un post con tutti i libri che ho effettivamente da leggere. Sarebbe stato prolisso. E disonesto, considerando che non penso proprio di smaltirli entro quest'anno. 
(Ah, com'è bello guardare in faccia la realtà...).
In che condizioni sono messe le vostre TBR? Da cosa mi consigliate di partire? 

Recensione | Player One - Ernest Cline

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Buongiorno a tutti, Mysamigos!
Non riesco a dirvi quanto sia contenta che già sia arrivato venerdì. La prima settimana dopo le vacanze è stata traumatica, per usare un eufemismo.
Comunque, qualche tempo fa scrissi un I Want You assolutamente delirante su un libro che mi era capitato di incontrare per caso su Goodreads (QUESTO è il post incriminato) per lamentarmi diffusamente del fatto che proprio quel gioiellino imperdibile fosse introvabile in formato cartaceo. E' passato un anno, nel frattempo ho amato e declamato le lodi di quel libro a chiunque volesse ascoltarmi. Oggi, sono qui per propinarvi una versione fortunatamente abbreviata di quelle stesse lodi su *rullo di tamburi*:
Player One
ERNEST CLINE 


 Isbn Edizioni ▲ Brossura 632 Pagine ▲ 

TRAMA: « Il mondo è un brutto posto. Wade ha diciotto anni e trascorre le sue giornate in un universo virtuale chiamato OASIS, dove si fa amicizia, ci si innamora, si fa ciò che ormai è impossibile fare nel mondo reale, oppresso da guerre e carestie. Ma un giorno James Halliday, geniale creatore di OASIS, muore senza eredi. L'unico modo per salvare OASIS da una spietata multinazionale è metterlo in palio tra i suoi abitanti: a ereditarlo sarà il vincitore della più incredibile gara mai immaginata. Wade risolve quasi per caso il primo enigma, diventando di colpo, insieme ad alcuni amici, l'unica speranza dell'umanità. Sarà solo la prima di tante prove: recitare a memoria le battute di Wargames, penetrare nella Tyrell Corporation di Blade Runner, giocare la partita perfetta a Pac-Man, sfidare giganteschi robot giapponesi e così via, in una rassegna di missioni di ogni tipo, ambientate nell'immaginario pop degli anni '80, a cui OASIS è ispirato.»


Vi faccio velocemente il quadro della situazione. Siamo in un futuro distopico non troppo lontano. La miseria e le guerre dilagano. Le famiglie più povere vivono in costruzioni traballanti fatte di impalcature e vecchie rulotte impilate le une sulle altre. Le persone però non vivono in questo mondo fatiscente, ma in un mondo virtuale chiamato OASIS. Qui i ragazzi vanno a scuola, si vive sui pianeti più disparati, si può essere chiunque - sempre in base alle proprie possibilità economiche, perché gli upgrade fighi costano anche lì - e si può fuggire da un mondo reale ormai allo scatafascio. La nostra storia inizia quando il creatore di OASIS, James Halliday, muore. La sua ingente eredità verrà lasciata a chiunque riesca a completare il gioco che lui stesso ha nascosto dentro OASIS, sotto forma di vari easter egg. Il gioco è composto precisamente da tre easter egg, ognuna delle quali, se completata, darà al vincitore una chiave essenziale per identificare l'easter egg successivo. Cinque anni dopo la morte di Halliday nessuno è ancora riuscito a trovare questi easter egg. Finché Wade, un ragazzo di diciotto anni, all'improvviso, balza in cima alla classifica dei giocatori. Ha trovato la prima chiave del gioco. La caccia ha inizio.

Questo è quello che sono venuta a sapere leggendo un primo estratto del libro e, dovete ammetterlo, è una premessa piuttosto catchy. Come aveva fatto un ragazzino spuntato dal nulla a riuscire in un'impresa tentata da quasi tutti gli utenti di OASIS, considerando che la IOI, la società che vorrebbe rilevare OASIS, ha un intera squadra di giocatori esclusivamente dedicata alla ricerca degli easter eggs?
Iniziando a conoscere Wade, ho scoperto qual era il suo unico (ma non esclusivo) vantaggio: una conoscenza enciclopedica della vita di Halliday e dell'epoca in cui ha vissuto e che ha segnato la sua vita e il suo lavoro: i mitologici anni '80.

Qui arrivo al primo punto di forza di questo romanzo. Sotto la trama, troviamo un sostrato di citazioni vastissimo, che copre tutto il cult nerd. Da Star Wars a Ritorno al Futuro (non a caso, l'autore possiede una DeLorean), da Pac-Man a Joust senza dimenticare Il Signore degli Anelli, Doctor Who e Doungeons & Dragons, Cline non ha lasciato fuori nulla. Purtroppo, per mia ignoranza, parecchie cose mi sono sfuggite. Questo libro è un'ode agli anni '80 che appartengono ai geek e ai nerd; chi è nato nella giusta epoca sicuramente sarà colpito e commosso dalla quantità di riferimenti e chi, come me, parecchie cose se l'è perse, è capace comunque di godersi la celebrazione della cultura nerd che pervade OASIS e il libro in generale.

A parte questo, anche se non siete nerd fino al midollo, questo libro resta comunque uno di quelli che ti tiene incollato alle pagine, perché mantiene un ritmo ferrato fino alla fine. La ricerca degli easter egg, la  rivalità che si viene a creare tra gli utenti che entreranno nel gioco, i subdoli tentativi della IOI di bypassare la competizione e arrivare per primi alla soluzione finale, tutto succede come in un videogioco di quelli che ti tengono incollati allo schermo. Quelli che guardati le spalle che il nemico è sempre in agguato. Quelli che devi completare la missione in tot tempo altrimenti devi iniziare daccapo. Di questa narrazione così coinvolgente, quello che mi ha colpito di più è quanto crudo e cattivo è riuscito ad essere l'autore con un ragazzino di diciassette anni. Fidatevi se vi dico che gli antagonisti di Wade non si risparmiano in termini di violenza. Ma non è solo questo. E' l'attenzione al dettaglio che a volte mostra l'autore nel descrivere crudamente situazioni ostili con una veridicità che mi ha colpito. Per esempio, quando Wade decide di dedicarsi anima e corpo al gioco, letteralmente, Cline ci tiene a specificare come Wade si depili completamente (sopracciglia comprese) per avere meno problemi di igiene. Dedica un intero capitolo a spiegarci tutti questi piccoli accorgimenti che Wade prende per potersi dedicare in modo assoluto alla sua ricerca virtuale. 


E con questo, posso passare ai personaggi. Se qualcuno di voi ha la malsana idea di cercare un cute-nerd-bookboyfriend in questo libro...no. Niente del genere. Spiacente.  I personaggi di questo libro sono persone con mille difetti, con comportamenti coerenti al mondo in cui vivono. Sono caratterizzati così bene che vorrei dare un bacio in fronte a Ernest Cline solo a pensarci. Wade, in quanto ragazzo che passa la maggior parte del suo tempo seduto a muovere un suo avatar virtuale, ha il sedere flaccido e la panza. C'è poco da essere sottili. Non posso dirvi molto sugli altri personaggi, perché sarebbe come darvi degli spoiler. Ognuno è una piccola trama di per sè, perché ognuno ha una propria back story ben costruita.  
E tranquilli, troverete anche l'accenno a una love story, delicata e carina, nerd e impacciata fino all'imbarazzo estremo, come dovrebbe essere in un libro del genere. 

Alla fine, anche se sono passati mesi - quasi un anno, in realtà- non sono riuscita a dimenticare quanto questo libro mi abbia trascinata e coinvolta, tanto che lo leggevo persino mentre camminavo per strada (ho rischiato l'osso del collo parecchie volte, sì). Non penso proprio che sia una lettura di quelle universali che piacciono a prescindere. Serve essere almeno un pochino nerd per goderselo fino in fondo. Serve saper apprezzare la crudità. Serve saper accettare i lati un po'gross della cultura nerd. Per il resto, basta saper apprezzare un bel libro.

DUE NOTE FINALI
  1. Il cartaceo di questo libro è ancora introvabile, nella versione italiana, a causa del fallimento della Isbn. Non so se riuscite a sentire le mie grida di frustrazione. Dovreste. E anche le mie testate violente nel muro di casa mia. Il mio cranio a quanto pare produce un suono abbastanza forte nonostante le piccole dimensioni 

  2. A quanto pare è confermato che STEPHEN SPIELBERG sta curando il film tratto da questo libro (c'è già la pagina WIKIPEDIA!).
    Rinnovo la mia preghierina al dio delle trasposizioni cinematografiche, affinché il 2018 venga presto. Si, ma si deve impegnare di più di quanto ha fatto con il film di Assassin's Creed, eh, un'altra delusione non la reggo.

Pic A Book | Raven Boys & Ladri di Sogni

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PIC A BOOKè una rubrica settimanale originale. Ogni lunedì vi presenterò la foto di uno dei miei libri e
sproloquierò un po', esprimendo le mie aspettative e aneddoti vari legati al libro in questione.
Riprendere con le rubriche, qui su, è un po' come tornare alla normalità dopo un lungo periodo di stravolgimenti emotivi.
Riprendere le rubriche beccando il giorno stabilito, poi, è un evento più unico che raro, al punto che vorrei quasi proporvi di festeggiare.
Non lo farò, però. Devo fare la persona seria, altrimenti Mys mi vede cazzeggiare e non mi prende più sul serio quando le faccio mobbing per avere le vignette del Blogger Life (o le vignette sulla gente che ci sta antipatica, o le vignette sui miei gatti, o le vignette su me che mangio i ravioli al vapore).
Dovreste ringraziarmi. La faccio lavorare per voi.
Comunque :3

OOPS I DID READ IT AGAIN

IL LIBRO
Come vi avevo già detto nel post delle TBR, quest'anno ho intenzione di riprendere in mano libri che penso di non aver letto nel momento giusto. Vi è mai capitata questa sensazione? Non mi dilungo troppo al riguardo, perché ho intenzione di parlarvene come si deve in un post a parte. Ad ogni modo, ho deciso di rileggere RAVEN BOYS. Lo avevo anche recensito, quindi non ha poi così tanto senso ospitarlo in questa rubrica, ma... boh, diciamo che volevo parlarvene, perché l'ho vissuto in modo completamente diverso rispetto alla prima volta. Tanto che, una volta finito, visto che la Rizzoli mi aveva mandato il seguito e io lo avevo lasciato a stagionare sul Kindle, mi sono fiondata anche su LADRI DI SOGNI.
ASPETTATIVE
Esattamente tre anni fa, io postavo la recensione di RAVEN BOYS. Mentre l'intera blogosfera sembrava esserne entusiasta, il mio parere fu piuttosto tiepido. Bella l'idea, belle le atmosfere, ma tutto troppo annacquato. Adesso, nel rileggere quelle parole, sono d'accordo con la Me passata. In questa fase della mia vita, però, in questo preciso momento, i difetti oggettivi che vi avevo riscontrato non mi hanno infastidita. La lettura mi ha catturata al punto da permettermi di basare il mio giudizio unicamente sulla soggettività. Ecco perché, nonostante anche LADRI DI SOGNI continui ad essere lento lento lento lento, ho avuto addirittura modo di indignarmi per l'interruzione della pubblicazione in italiano.
LA FOTO
Ieri faceva così freddo che non ho avuto il coraggio di abbandonare il mio letto, se non per commissioni puramente vitali (nell'ordine, cibo, tè e la ricerca della borsa dell'acqua calda). Quindi, quando è arrivato il momento di decidere come organizzare la foto per oggi, il mio piumino Ikea ha assunto un'aria molto allettante. La prossima volta vi faccio vedere le mie lenzuola di Frozen (anche se io le volevo di Merida, ma 'sti razzisti non le fanno).

In tutto questo, credo proprio che prenderò gli ultimi due capitoli della serie in lingua. Non mi sono informata benissimo, quindi non so se le cose siano cambiate e ci possa essere una minima possibilità di averli in italiano, ma a questo punto meglio non rischiare.
Voi che ne dite? Qualcuno che ha letto i seguiti?

An open letter to | The Bookshelf (2.0)

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An open letter to... è una specie di rubrica. Ogni volta (a cadenza random) indirizzeremo una lettera aperta a qualcuno, qualcosa, entità aliene, gatti...
Buondì, Mysamigos.
Ieri sera ero annoiata. Volevo scrivere, ma non sapevo cosa. Avevo quest'idea delle lettere aperte da indirizzare ai libri, agli autori e così via, ma ieri non avevo nessun destinatario letterario a cui rivolgermi.
Così ho deciso di scrivere una lettera al The Bookshelf. Visto che era già stata scritta una lettera del genere al nostro martoriato blog, questa è la versione 2.0.

Caro The Bookshelf,
ci troviamo spesso in questa situazione, in cui tu sei un foglio bianco e io una ragazza, nel buio della sua cameretta, con la sindrome da foglio bianco.
Abbiamo una relazione complicata io e te, ammettiamolo. A me piace infliggere la mia opinione alla gente. Mi piace avere uno spazio in cui esprimermi e sottopormi anche al giudizio degli altri perché, siamo onesti, sotto sotto sono un po' megalomane. E tu sei sempre stato la finestra aperta su una parte della mia testa. Come un oblò aperto su una stanza, dal quale si può vedere zucchero cannella e ogni cosa bella, mentre il resto, tutt'attorno, è coperto da cadaveri, zombie, personificazioni dell'ansia e della procrastinazione e DELIRIO (ma anche tanti gatti).E' così che ti vedevo all'inizio. Un lucernario. Portavi luce. Non solo sulla mia faccia in quanto schermo completamente bianco (ALLORA VERAMENTE VOGLIAMO DIRE A QUELLI DI BLOGGER CHE LE MIE RETINE NON SONO COSI FORTI COME DICONO DI ESSERE E NON MI SEMBRA IL CASO DI VOLERLE BRUCIARE) ma anche in una minuscola porzione della mia vita.


E POI ANSIA FU.
Hai iniziato a darmi scadenze. E quintali di libri da leggere che non avrei nemmeno lontanamente notato, se non fosse stato per te. E, attenzione, non sempre questa è una cosa buona. Alcuni libri vanno lasciati non letti. La vita è troppo breve per essere costretti a recensire libri brutti. Quando sono io a buttarmi nel trash per poi riemergerne e raccontare la mia esperienza da sopravvissuta che nemmeno i peggio partecipanti dell'Isola dei Famosi, è un conto. Ma quando sei stato tu ad avermi tirato per i capelli in libri che francamente erano più utili da alberi, questo no. E quindi sì, ti ho abbandonato. L'ho fatto senza una spiegazione. Perché, nel tempo, ho capito che non ti dovevo nessuna spiegazione. E questo è stato il primo passo.

TU sei il MIO blog. Non sono IO la tua BLOGGER.

(Per quanto tutto questo mi faccia pensare al Dottore e al TARDIS, molto romantico).
E ora non ti aspettare che io mi ributti a capofitto nelle settimane pianificate al millisecondo, l'ansia da "OGGI NON HO POSTATO NIENTE AIUTO CHIAMATE I POMPIERI", nel seguire gli altri perché "così si fa". Sarai un blog sui generis. Muto per settimane e poi riempito fino all'orlo in altre, secondo quanto detta il mio cervello bacato.
Se per un mese non mi va di leggere perché ho il blocco della lettrice, tu non avrai voce in capitolo. E' inutile che mi fai gli occhioni dolci e mi mandi Goodreads tipo strozzino "Sei 2009042 libri indietro sulla tua tabella di marcia, picciotto. Mo mando i miei con le scarpe di cemento".
Tu e il tuo scagnozzo Goodreads NON AVETE PIU ALCUN POTERE SU DI ME.
Nemmeno l'ho impostata la challenge, quest'anno.
(...mento. L'ho impostata. MA SONO STATA MOLTO REALISTICA).
Mi sa che non si parlerà più solo di libri, qui sopra. Mi annoio facilmente e mi butto in un sacco di ossessioni. Ieri ho fatto una ricerca sulle Geishe così, a random. Potrebbe prendermi la fissa per il Giappone, di nuovo (oooh, temimi). Sui miei scaffali, ho film, serie tv, manga, fumetti...non puoi essere solo un BOOKshelf, quindi smetti di farmi sentire in colpa. MI OSSESSIONO CON UN NONNULLA E TU NE SUBIRAI LE CONSEGUENZE SENZA DISCUTERE.
Avrei dovuto scriverla a SHERLOCK questa open letter. E forse lo farò. Ci scriverò mille post su Sherlock. Oh, maledetto Moffat, se non lo faccio. Trasuderai "MURDER, JAWN" come mai prima d'ora.
Anche i tuoi pixel avranno l'accento inglese.
The game is on, PUOI SCOMMETTERCI IL TUO CULO DIGITALE CHE THE GAME IS ON.
Sai che io sono una lettrice lenta. Mi piace assaporare i libri. Mi piace viverli, e questo richiede molto tempo. Perciò io e le tue scadenze non andremo mai d'accordo. Recensirò quando sarò pronta, non quando tu avrai un buco da tappare. Abbiamo le gif dei gatti, per quello. Tienitene una per stare buono.

In più, lascio che siano i libri a chiamarmi, quindi non cercare di costringermi a leggere le nuove uscite per forza perché tutti stanno leggendo quel libro e poi tu rimani indietro AIUTO CHIAMATE I POMPIERI DI NUOVO.Ci sono un sacco di libri magnifici sparsi lungo la timeline della storia editoriale enon c'è gioia più grande di trovare il libro perfetto per caso, in un sussurro catturato in una libreria, in qualche suggerimento su Goodreads (che, in questo caso, è il diavolo tentatore e non più uno strozzino siciliano). Ne ho trovati ben pochi di libri validi tra i recenti "casi editoriali dell'anno" di cui il web è bombardato. Lasciamoli perdere, quelli. Sì, magari non parlerò di quel libro di cui tutti parlano ora, ma potremmo essere il sussurro per qualcun'altro che, come me, cerca gli aghi nella paglia.
Tieniti un'altra gif di un adorabile grumpy cat, per farmi perdonare.

Ora che ci siamo chiariti, lasciami dire un'ultima cosa: sono fiera di te. Sono fiera di come sei, di come hai resistito. Sono felice che la mia socia abbia avuto l'idea di crearti e mi abbia coinvolto. Sono fiera soprattutto perché sei la dimostrazione pratica che io e lei siamo una squadra spaccaculi. E sì, sono fiera anche delle cicatrici che ti porti dietro, segni dei nostri lunghi periodi di silenzio. Anche quelli ti rendono THE BOOKSHELF, il nostro spazietto personale.

Da oggi forse un po' meno regolare, ma molto più nostro.

P.S.
E' inutile che cerchi di sindacare con Wolverine. Lo sai che, in realtà, lui è d'accordo con me. Fan della lentezza anche lui. E con gli artigli, anche lui. Roar.

Recensione | Albion - Bianca Marconero

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Alzi la mano chi ha accolto con entusiasmo l'annuncio della NASA!
Io sono così emozionata che sto pensando di scriverci un post sopra. Così, per sport.
COMUNQUE.

Posto questa recensione con un certo imbarazzo.
Ho letto questo libro così tanto tempo fa che hanno fatto in tempo ad uscire il seguito e due novelle
Ma sapete com'è la storia dei romanzi che ci hanno fatto impazzire. Vogliamo parlarne, non riusciamo a farlo nel modo in cui vorremmo e, in più, temiamo di non essere in grado di scrivere una degna recensione.
Premessa enorme per dire che sono passati quasi due anni, da quando ho letto per la prima volta Albion. Mi sono finalmente decisa a parlarvene perché l'ho riletto di recente, sperando che mi aiutasse a superare un periodo di forte stress.
E ci è riuscito, eccome se ci è riuscito.

Albion
BIANCA MARCONERO 

Albion #1


 Limited Edition ▲ Rilegato 394 pagine ▲ 14,90 € 

TRAMA: « Cresciuto senza madre, e dopo aver perduto il fratello maggiore - morto in circostanze misteriose -, nel giorno del funerale dell'amatissimo nonno, Marco Cinquedraghi riceve la notizia che gli cambierà la vita: deve lasciare Roma e partire per la Svizzera. È infatti giunto il momento di iscriversi all'Albion College, la scuola in cui, da sempre, si diplomano i membri della sua famiglia. Ma il blasonato collegio riserva molte sorprese. Tra duelli di spade e lezioni di filologia romanza, mistici poteri che riaffiorano e verità sepolte dal tempo che riemergono, Marco scoprirà il valore dell'amicizia e capirà che l'amore, quello vero, non si ottiene senza sacrificio. Nelle trame ordite dal più grande dei maghi e nell'eco di un amore indimenticabile si ridestano legami immortali, scritti nel sangue. Fino all'epilogo, tra le mura di un'antica abbazia, dove Marco conoscerà la strada che le stelle hanno in serbo per lui. Il destino di un re il cui nome è leggenda »


Qualche tempo fa, vengo contattata via email da un'autrice.
Come molte altre prima di lei, mi propone di leggere il suo romanzo autopubblicato su Amazon. La ringrazio e le dico che non è necessario che mi invii il file, in quanto quel romanzo è già in attesa sul mio kindle, perché lo avevo acquistato di impulso dopo aver adocchiato una citazione su Facebook.
Le assicuro che lo avrei letto al più presto e, per una volta nella vita, ho fatto quello che avevo detto che avrei fatto esattamente nei tempi stabiliti (?). 
Sapete tutti com'è andata a finire, perché l'autrice in questione è Bianca Marconero e il suo ebook neonato era LA PRIMA COSA BELLA, allora autopubblicato, oggi tra le file della Newton Compton.
Quello che forse non sapete è che, dopo la dichiarazione d'amore per i suoi personaggi che le inviai via email, Bianca si offrì di inviarmi quello che lei definiva Il Libro Bianco.
Da brava Beatlesmaniaca, mi aspettavo un romanzo con la copertina completamente bianca e una numerazione in rilievo in basso a destra. In più, sapevo che mi sarei trovata tra le mani una sorta di retelling del ciclo arturiano, ma le mie conoscenze preliminari finivano lì.
Il che è stato pure meglio.

Un romanzo fantasy di qualità è quasi un miraggio, ai giorni nostri. Un romanzo fantasy rivolto ai cosiddetti giovani adulti, poi, non ne parliamo proprio. Sembra che questa fetta di pubblico abbia bisogno di determinati punti fissi, per godersi la lettura. Per dirla in altri termini, pare che questa generazione, in procinto di abbandonare l'adolescenza per affacciarsi nel mondo dei grandi, cerchi romanzi di evasione che non hanno bisogno di essere coerenti, ben scritti o di contenere un qualche tipo di messaggio per essere apprezzati.
Se lei ama lui, ma lui è tenebroso e disturbato, allora va tutto bene. Tenete, giovani adulti. Nutrite le vostre giovani menti con giovani messaggi vuoti e leggiadri.
Albion è una felice eccezione.

La storia è un mix di componenti vincenti: il ciclo arturiano, dinamiche adolescenziali e, sullo sfondo, un meraviglioso college sulle Alpi Svizzere, in cui prende vita una rosa di personaggi variegati e multiculturali.
Sono proprio questi personaggi ad accompagnarci lungo la narrazione, alternando i punti di vista capitolo dopo capitolo, prestandoci i loro occhi e rovesciandoci addosso i loro pensieri. Grazie a loro, entriamo in contatto con il mondo dell'Albion, college esclusivo che,  da secoli, accoglie solo i primogeniti di famiglie illustri. Dopo la seconda guerra mondiale ha aperto le sue porte anche ai cosiddetti borsisti, ossia eredi di famiglie che avevano il diritto di frequentare l'Albion e che non potevano sostenere le spese elevate della scuola.
Il protagonista, Marco Cinquedraghi, ha una situazione familiare particolare, con un padre freddo e distante che sembrava riporre tutto il suo orgoglio nel figlio primogenito, Riccardo.
Quando suo fratello muore in un incidente, Marco viene ammesso in via straordinaria all'Albion. Lì si trova davanti una fauna studentesca che non tarda a fargli capire quale sia il suo posto all'interno delle gerarchie della scuola: lui è un Cinquedraghi, popolare ed apprezzato praticamente per diritto di nascita. All'inizio, Marco neanche si oppone alla cosa, impegnato com'è a cercare di capire come muoversi in questo nuovo ambiente. Poi, una serie di eventi lo porta ad entrare in contatto con gli studenti che abitano l'Ala Est, i borsisti, che fondamentalmente disprezzano lui e tutto ciò che rappresenta.

Man mano che la narrazione procede, impariamo a conoscere questi personaggi come abbiamo fatto con i compagni di classe che hanno accompagnato la nostra vita scolastica. Qualcuno ci colpisce in particolar modo, qualcuno ci risulta insipido, qualcun altro - ancora - ci è completamente indigesto. Le figure che camminano nei corridoi dell'Albion sono a tutto tondo, imperfezioni ambulanti fissate su carta. Forse è proprio questo che restano impressi così tanto: nel bene o nel male, li sentiamo vicini.

La trama di questo volume - il primo di una serie - si sviluppa lentamente. I colpi di scena sono concentrati alla fine, mentre la parte iniziale serve più che altro a farci entrare in sintonia con i personaggi e con le loro dinamiche, con la scuola e le materie particolari che vengono insegnate, con questo mondo che sembra essere quello che conosciamo, ma in realtà nasconde un qualcosa di molto più profondo.
Lo stile è impeccabile. Si alternano descrizioni importanti a dialoghi frizzanti e pungenti, in un romanzo che, nonostante la mole, riesce ad essere veloce e scorre che è un piacere. La crescita dei personaggi, in perfetto stile J.K Rowling, è così naturale da risultare evidente solo riflettendoci a mente fredda.

Dopo tutto questo, è un po' superfluo specificarlo, ma... ragazzi, io l'ho adorato.
Erano secoli che non riuscivo ad immergermi così in una storia, al punto da sentirmi completamente parte di essa. La rilettura, poi, ha fatto sì che apprezzassi quei piccoli dettagli che, in un primo momento, mi erano sfuggiti. (E non ha fatto altro che far lievitare il mio amore per Deacon. Tipo che ne vorrei uno personale da tenere sulla spalla, stile voce della coscienza).

Insomma, leggetelo, leggetelo, leggetelo.
Albion racchiude in sé eventi storici accertati e antiche leggende, basandosi sulle caratteristiche migliori dei romanzi fantasy per ragazzi, il tutto con una scrittura invidiabile e dei personaggi credibili. 
Posso assicurarvi che, una volta iniziato, non riuscirete più a metterlo giù.
Ma non preoccupatevi: il seguito è già disponibile.
Tra settecento anni, probabilmente vi recensirò anche quello.
Un bacio!

I Want You | A study in Charlotte; Storia della Pioggia; L'ho sposato, lettore mio

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I WANT YOU è la nostra wishlist portata all'esasperazione. Saltuariamente, vi presenteremo quei libri che
vogliamo, vogliamo, vogliamo, VOGLIAMO con tutte noi stesse.

Questo è uno dei post più difficili che io abbia mai scritto.
Non tanto per il contenuto in sé, ma per le condizioni in cui sta prendendo vita: il mio gatto si è addormentato sulle mie gambe e ha la sua enorme testa sul mio braccio.
Per farvi capire meglio, il mio gatto ha le dimensioni di un cucciolo di tigre, il peso di un rinoceronte, il temperamento di un bradipo e il sonno di un orso in letargo. Quindi no, spostarlo non è semplice quanto possa sembrare.
Comunque, blocco della circolazione sanguigna a parte, oggi vi faccio dare una sbirciata agli ultimi titoli che hanno trovato posto nella mia wishlist.
Come al solito, l'unica cosa che hanno in comune è che IO LI VOGLIO SUBITO.



Brittany Cavallaro
A Study in Charlotte


EDITORE: Katherine Tegen Books
FORMATO: Copertina rigida
PAGINE: 321
PREZZO: 13,11 €
INEDITO IN ITALIA

« Jamie Watson è sempre stato affascinato da Charlotte Holmes; dopo tutto, i loro bis-bis-bisnonni sono una delle coppie più famigerate della storia. Ma la famiglia Holmes è sempre stata strana, e Charlotte non fa eccezione. Ha ereditato da Sherlock l'instabilità emotiva e alcuni dei suoi vizi - e quando lei e Jamie finiscono nello stesso collegio del Connecticut, Charlotte mette in chiaro di non essere alla ricerca di amici.

Ma, quando uno studente con cui entrambi avevano un trascorso muore in circostanze sospette, strappate direttamente dalla più terrificante delle storie di Sherlock Holmes, Jamie non piò più permettersi di mantenere le distanze. Il pericolo aumenta, nessuno è al sicuro e possono fidarsi solo l'uno dell'altra. ».



Niall Williams
Storia della Pioggia


EDITORE: Beat 
FORMATO: Brossura
PAGINE: 367
PREZZO: 9,00 €

« Ruth Swain, viso affilato, labbra sottili, pelle pallida incapace di abbronzarsi, lettrice di quasi tutti i romanzi del diciannovesimo secolo, figlia di poeta giace a letto, in una mansarda sotto lapioggia, «al margine – come lei dice – tra questo e l’altro mondo». Un giorno è svenuta al college, e da allora, malata, trascorre le sue ore in compagnia dei libri ereditati dal padre. Romanzi, racconti e versi attraverso i quali si avventura su sentieri sconosciuti, vive vite altrui piene di amori e passioni travolgenti, apprende cose che pochi sanno: che Dickens, ad esempio, soffriva d’insonnia e di notte passeggiava per i cimiteri; o, ancora, che da giovane Stevenson aveva attraversato la Francia dormendo sotto le stelle, in compagnia di un’asina che somigliava vagamente a una signora di sua conoscenza.
Quando si è costretti tra le pareti della propria stanza, è bello scivolare dentro altre storie, diventare Jane Austen che, dopo la dichiarazione del suo spasimante, il signor Bigg-Wither, trascorre una notte insonne, oppressa dal pensiero di mettere al mondo dei piccoli Bigg-Wither; oppure Emily Dickinson che scriveva facendo largo uso delle maiuscole. È bello, soprattutto, ripercorrere il sentiero della storia della propria famiglia, scavare tra i secoli, tra reverendi bizzarri e un vasto assortimento di eccentrici irlandesi, per scoprire il fardello dell’ambizione smisurata degli Swain: l’ossessione di un mondo migliore dove Dio possa correggere i propri errori e gli uomini e le donne possano vivere la seconda stesura della Creazione, liberi dal dolore.
Mentre la pioggia batte sul tetto della mansarda, Ruth rovista cosí tra i libri e legge e raduna attorno a sé tutto quello che può: la vecchia edizione arancione di Moby Dick della Penguin, un libro che ingrassa ogni volta che lo prende, la copia di Ragione e sentimento con il ritratto di Jane con la cuffietta in testa, le memorie del Reverendo, il bisnonno che nella sua mente assomiglia al vecchio Gruffandgrim di Grandi speranze, gli appunti di Abraham, il nonno, che anziché abbracciare la chiamata del Signore abbracciò quella della pesca al salmone, i quaderni da bambino su cui Virgil, figlio di Abraham e suo amato genitore, annotava con la matita le sue poesie.
Storie che, come tutte le storie, si raccontano e si leggono per scacciare il male di vivere o, come nel caso di Ruth, per mantenersi ancora «al margine tra questo e l’altro mondo».
A cura di Tracy Chevalier
L'ho sposato, lettore mio


EDITORE: Neri Pozza
FORMATO: Brossura
PAGINE: 231
PREZZO: 18,00 €

« Per quale ragione "L'ho sposato, lettore mio"è una delle frasi più celebri e citate della letteratura inglese? La risposta, tutt'altro che ovvia, risiede nel capolavoro da cui è tratta: "Jane Eyre" (1847), la storia di un'orfana che, grazie alla sola intelligenza e caparbietà, riesce a convolare a nozze con il nobile signor Rochester. Per affermare il suo successo, e il cambiamento della propria condizione sociale, invece di dichiarare "mi ha sposata, lettore mio" - com'era da aspettarsi nella maschilista società vittoriana - Jane dice: "l'ho sposato, lettore mio". Una sfumatura nella forma verbale che ha lo scopo di rimarcare la coscienza femminile della protagonista, e quella dell'autrice Charlotte Brontë, e che si ergerà a manifesto, ispirazione e stimolo per tutte le scrittrici a venire. Quando Tracy Chevalier ha chiesto alle migliori autrici in lingua inglese di raccontare una storia ispirata a quella celebre battuta, non l'ha fatto solo per festeggiare i duecento anni della nascita di Charlotte Brontë, ma anche per ridare significato a quelle parole, per renderle di nuovo vive e attuali nella società odierna. ».



A STUDY IN CHARLOTTEè qui per colmare quella condizione mentale e fisica chiamata Hiatus da Sherlock. La quarta stagione è finita, non si sa se avremo o no una quinta (tra trecento anni, giorno più giorno meno) e io non sono abbastanza matura da lasciar perdere e dedicarmi ad altro. Quindi, cerco qualcosa che possa riempire il vuoto. Fatemi causa.
A STORIA DELLA PIOGGIAfaccio la corte da un po', ma ho sempre rimandato l'acquisto. L'uscita dell'edizione economica mi ha resa immensamente felice, A) perché il prezzo è finalmente umano e B) perché le edizioni della Neri Pozza si distruggono che è una meraviglia (soprattutto se le trasportate in borsa. Non guardatemi male, sono una pendolare).
L'HO SPOSATO, LETTORE MIO non ricordo neanche esattamente come l'ho scoperto. È stato pubblicizzato pochissimo e non ne ho minimamente sentito parlare, ma penso che sia magnifico. Voglio leggerlo subito, infatti sto prendendo in considerazione l'idea dell'ebook (per il discorso delle edizioni della Neri Pozza e perché sono una persona con poca pazienza). Vedremo. 

Che ne pensate? Avete letto qualcuno di questi titoli? Fatemi sapere!

Oscar 2017 | Tutti i vincitori + categorie speciali

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Sono le sei e mezza di mattina. Gli Oscar sono appena finiti. Noi, armate di caffè e cheese cake, con indosso i nostri pigiami più fancy ed eleganti, siamo sopravvissute al sonno, gli scleri e la maledetta traduzione simultanea di Tv8.
Durante tutta la diretta abbiamo preso appunti e spuntato le varie categorie, man mano che i vincitori venivano annunciati, e adesso vi lasciamo questo recap di coloro che si sono portati a casa la statuetta.
E, ovviamente, alla fine abbiamo dato il nostro contributo.
Perché altrimenti che gusto c'è?




MIGLIOR FILM

Arrival 
Barriere 
La battaglia di Hacksaw Ridge 
Il diritto di contare 
Hell or High Water 
La La Land 
Lion 
Manchester by the Sea 
Moonlight 


MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Casey Affleck - Manchester by the Sea 
Andrew Garfield - La battaglia di Hacksaw Ridge 
Ryan Gosling - La La Land 
Viggo Mortensen - Captain Fantastic 
Denzel Washington - Barriere 

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Isabelle Huppert - Elle
Ruth Negga - Loving
Natalie Portman - Jackie
Emma Stone - La La Land
Meryl Streep - Florence 

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Viola Davis - Barriere 
Naomie Harris - Moonlight 
Nicole Kidman - Lion 
Octavia Spencer - Il diritto di contare 
Michelle Williams - Manchester by the Sea


MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Arrival 
Barriere 
Il diritto di contare 
Lion 
Moonlight 

MIGLIOR SCENOGRAFIA
Arrival 
Animali fantastici e dove trovarli 
Ave, Cesare! 
La La Land 
Passengers 

MIGLIOR FOTOGRAFIA
Arrival 
La La Land 
Lion 
Moonlight 
Silence 

MIGLIOR EFFETTI SPECIALI
Deepwater: Inferno sull'oceano 
Doctor Strange 
Il libro della giungla 
Kubo e la spada magica 
Rogue One: A Star Wars Story 

MIGLIOR SONORO
Arrival 
La battaglia di Hacksaw Ridge 
La La Land 
Rogue One: A Star Wars Story 
13 hours

MIGLIOR COLONNA SONORA ORIGINALE
Jackie 
La La Land 
Lion 
Moonlight 
Passengers 

MIGLIOR DOCUMENTARIO
Fuocoammare 
I am not your negro 
Life Animated 
O.J.: Made in America 
13th 

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Ennemis Intérieurs 
La Femme et le TGV 
Silent Nights 
Sing 
Timecode 
MIGLIOR REGIA
Denis Villeneuve - Arrival 
Mel Gibson - La battaglia di Hacksaw Ridge
Damien Chazelle - La La Land
Kenneth Lonergan - Manchester by the Sea
Barry Jenkins - Moonlight

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Mahershala Ali  - Moonlight 
Jeff Bridges - Hell or High Water 
Lucas Hedges - Manchester by the Sea 
Dev Patel - Lion
Michael Shannon - Animali notturni 

MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE
Kubo e la spada magica
Oceania
La mia vita da zucchina
La tartaruga rossa
Zootropolis


MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
Hell or High Water 
La La Land 
The Lobster 
Manchester by the Sea 
20th Century Women 

MIGLIOR FILM STRANIERO
Land of Mine 
A Man Called Ove 
Il cliente 
Tanna 
Vi Presento Toni Erdmann 

MIGLIOR MONTAGGIO
Arrival 
La battaglia di Hacksaw Ridge 
Hell or High Water 
La La Land 
Moonlight 

MIGLIOR COSTUMI
Allied 
Animali fantastici e dove trovarli 
Florence 
Jackie 
La La Land 

MIGLIOR MONTAGGIO SONORO
Arrival 
Deepwater Horizon 
La battaglia di Hacksaw Ridge 
La La Land 
Sully 

MIGLIOR CANZONE
"Audition ( The Fools Who Dream)" - La La Land 
"Can't Stop the Feeling" - Trolls 
"City of Stars" - La La Land 
"The Empty Chair" - Jim: the James Foley Story 
"How Far I'll Go" - Oceania 

MIGLIOR CORTO DOCUMENTARIO
Extremis 
4.1 Miles 
Joe's Violin 
Watani: My Homeland 
The White Helmets 

MIGLIOR CORTO D'ANIMAZIONE
Blind Vaysha 
Borrowed Time 
Pear Cider and Cigarettes 
Pearl 
Piper

MIGLIOR TRUCCO
A Man Called Ove 
Star Trek Beyond 
Suicide Squad 






































THE WOLVERINE AWARD
ovvero: le categorie speciali

MIGLIOR CIVIL WAR:
MATT DAMON VS JIMMY KIMMEL
con Matt Damon che gli mette lo sgambetto

MOMENTO INTELLIGENZA:
LO SPOILER SUL FINALE DI LA LA LAND
grazie, Sky Cinema. Grazie.

MIGLIOR WTF:
I TIZI CHE INVADONO IL TEATRO (??)
stile gita scolastica

PRESENZA COSTANTE:
TETTE DALLE FORME STRANE
in vestiti dalle forme ancora più strane

MIGLIOR PRONOSTICO SENSATO
VINCE CASEY AFFLECK
perché "non è Batman e io odio Batman"

TESSERA FEDELTÀ
LEONARDO DI CAPRIO
che, nominato o no, regge comunque la statuetta
MIGLIORE GUFATA:
MYS BLYTHE
che gufa ogni singolo film, e ci becca pure 

CATTIVERIA MAGGIORE:
USCITE IL CUMBERBATCH, CAVOLO!
Dove sei, Brandebuck Crampespatch?

MIGLIOR CEDIMENTO:
MEL BRADBURY 
che cerca una tazzina nel cassetto delle posate

BEST SUPPORTING FRIEND
LA MOKA
e tutti i caffè che ci ha sganciato

MIGLIOR PRONOSTICO INSENSATO
VINCE RYAN GOSLING
perché è manzo e se sei manzo vinci

MIGLIOR PRONOSTICO INSENSATO 2.0
VINCE ANDREW GARFIELD
"ma dai! Guardalo! CHECCARINO".

MIGLIOR PLOT TWIST
MIGLIOR FILM: LA LA LAND
(e invece non era La La Land)

Non ci dilunghiamo oltre, perché stiamo morendo dal sonno. Tra un paio di ore questo post verrà pubblicato grazie alla pianificazione di blogger e noi, probabilmente, saremo in coma farmacologico.
Ma voi diteci cosa ne pensate! Siete rimasti soddisfatti? Delusi? Qualche perplessità?
Un bacio!

Cronache di un tirocinio in libreria | Un Infausto Inizio

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Oggi vi propongo un post diverso dal solito.
Qualche mese fa ho iniziato un tirocinio nella libreria della mia città. Il blog era in pausa, allora, e mi sono successe un sacco di cose che avrei voluto condividere con voi. Vuoi per l'ambito letterario, vuoi perché ho fatto un bel po' di cose interessanti, vuoi perché...mettere su carta le proprie sventure aiuta sempre a vederle in chiave ironica.
Ecco perché ho pensato di scrivere questa serie di resoconti, che penso di postare una volta a settimana o giù di lì. 
Non sarà niente di speciale, in fondo, ma alcuni eventi sono così assurdi da essere irreali. E invece sono successi davvero. Perciò, se vi faranno ridere, tenete presente che io, invece, molto probabilmente bestemmiavo in swahili nel mentre.

















Oppure, per dirla nei termini del mio corso di studi:"Si trovi in autonomia qualcosa che sia anche lontanamente nel campo editoriale e la smetta di presentarsi allo sportello tirocini ogni santo Mercoledì. No, non mi interessa che dovrebbe farsi quattro ore di viaggio per raggiungere la casa editrice più vicina. Va bene, va bene, la smetta di strillarmi contro. Le andrebbe bene un posto agli Alcolisti Anonimi nel paese accanto al suo comune di residenza? Signorina, lei è davvero polemica. Torniamo al punto di partenza: trovi qualcosa di simile. Il prossimo".

Per una volta nella vita, la sorte mi ha sorriso: la libreria del mio paese accetta di prendermi come tirocinante.
Seguono innumerevoli documenti da firmare e consegnare all'università ("Signorina, ancora qui?!") e finalmente, finalmente sono pronta ad iniziare.
Il primo giorno, la mia emozione ha una piega quasi infantile.
Il tempo che mi occorre a tirare due righe di eyeliner sugli occhi lo impiego a sceneggiare film mentali da Oscar. (che, con la sfiga che mi ritrovo, verrebbero tutti premiati come MIGLIOR FILM grazie alla busta sbagliata e a un pizzico di demenza senile).
Mi sento come una protagonista di un romanzo. Avete presente quelli che tanto critico e smantello con le mie recensioni?
Ecco. Quel tipo di romanzo. Quello un po' sciocco e frivolo, in cui la tipa in questione inizia a lavorare in libreria e improvvisamente ottiene quello che più brama (nel caso della tizia, un manzo. Nel mio, la laurea).
Ma questo è imbarazzante, quindi faremo finta di non averlo scritto.

Comunque.
Riesco ad uscire di casa in anticipo, il che sembra assurdo persino a me, e impiego solo cinque minuti a raggiungere la libreria. Lo staff è già lì. Per il bene dell'anonimato, diciamo che si compone di Capo, Capa e D.
Capo mi fa vedere dove lasciare la mia roba, conducendomi in quello che loro chiamano "l'Ufficio". Cioè uno stanzino sul retro della libreria. A questo punto, capisco che non solo hanno chiari problemi con la denominazione delle cose, ma che devono essere maledettamente bravi nei puzzle: sono riusciti ad incastrare in una stanza minuscola tre scaffalature, una postazione computer, un tavolino con un televisore collegato ai video di sorveglianza, un bancone con un fornellino da campeggio ed un attaccapanni.
Sono impressionata. Faccio i miei complimenti mentre tento di sfilarmi la sciarpa senza strangolarmi (divento più goffa del solito, quando sono in ansia).
Dopo questo allegro siparietto, Capa condensa in un quarto d'ora tutte le nozioni informatiche che loro hanno imparato in un anno o giù di lì. Cerco di prestare più attenzione possibile, ma tutto quello che riesco a sentire è roba tipo: "Non premere quel bottone o annulli tutti gli ordini", "Non andare in questa sezione che ci sono le fatture", "Continua ad inserire i numeri ogni 40 minuti, Desmond, o l'Isola si incazza come una bestia".
Alla fine, giungo alla conclusione più logica e lampante che il mio cervello è in grado di suggerirmi: stai alla larga dal computer, Mel, e la vita ti sorriderà.
Vengo lasciata qualche minuto a me stessa, mentre Capa piazza un mocio vileda in mano a D. e lo invita a pulire il reparto bambini, e ne approfitto per guardarmi intorno.
Già mi immagino a gestire il mio primo cliente: lui mi chiederà un libro bellissimo che possa cambiargli la vita ed io, dopo un momento di riflessione profonda, lo porterò di scaffale in scaffale, elencandogli vari titoli e parlandogliene con professionalità e distacco.
Per poi venderglieli tutti. E battere il record di incassi della libreria. E ricevere un Encomio Speciale per i Servigi Resi alla Cultura.
Che posso farci, funziono così.

Ovviamente, ovviamente, le cose non seguono la scaletta dettata dai miei film mentali.
Durante la mia prima mattinata, si avvicendano una decina di clienti, ma Capa li intercetta ancor prima che io possa provare ad adescarli  ("Ehi compare, vuoi comprare un fantasy di alto livello?").
Niente contatto umano, per me. In compenso, un sacco di scatoloni da svuotare.
Anche in questo caso, sarebbe potuto andare meglio.
Nel senso, Capa mi piazza a sistemare i nuovi arrivi a scaffale, no? Sembra fantastico! Le nuove uscite! Viva la vita!
E invece mi becco gli scatoli delle sezioni dedicate all'Economia e alla Religione.
Cioè, davvero, dov'è la giustizia divina?

Poi, d'improvviso, la svolta: Capa deve andare a prendere la bambina a scuola; Capo sparisce nello stanzino sul retro; D. sta sistemando le fatture al computer.
Io sistemo sullo scaffale l'ultimo libro di Papa Francesco.
Ed entra un cliente.
L'idea di entrare in scivolata e placcarlo non mi sembra troppo male, ma poi ricordo improvvisamente di avere 24 anni e una carriera universitaria appesa al filo, perciò mi limito ad act cool e ad aspettare che il povero malcapitato si sia almeno chiuso la porta alle spalle.
Sono così emozionata che faccio caso solo in un secondo momento che si tratta di una ragazza poco più piccola di me, dall'aria spaesata.
Ha l'aria spaesata! Necessita il mio aiuto!
Mi avvicino e le rivolgo quello che spero sia un sorriso cordiale (ma che, probabilmente, somiglia un po' a questo qui sotto).
"Ciao! Posso aiutarti?".
Dimmi di sì, dimmi di sì...
"Sì, grazie".
AH! VEDRAI, CAPA. VENDERO' UN MUCCHIO DI LIBRI, COSì DOVRAI PER FORZA FARMI GESTIRE I CLIENTI!
"Cercavi qualcosa in particolare?".
"Sì. Avete per caso Cinquanta Sfumature di Dorian Gray?".

Ed è in questo momento che, di colpo, sono certa di tre cose.
1) esiste per forza un'Entità Sovrannaturale.
2) l'Entità in questione si diverte da morire a giocare con me.
3) non sono pronta a gestire i clienti, perché resto a fissare la ragazza con gli occhi spalancati, battendo le palpebre di tanto in tanto, stile ERROR 404: File not Found.
"Forse hai fatto confusione con i titoli".
E sto anche per spiegarle il motivo della mia obiezione, ma lei mi interrompe.
"No no, sono sicura che si chiami così!".
"Guarda, sono due libri diversi. Uno è Cinquanta Sfumature di Grigio, l'altro è il ritratto di Dorian Gray, e-".
"Senti, è quello in cui lui usa i frustini. Se poi ha pure un quadro a casa io che ne so, mica l'ho letto! Cioè, se lo avessi letto starei qua a cercarlo?".

Alla fine di tutta questa storia, la ragazza va via con il suo libro (SPOILER: non quello scritto da Oscar Wilde) e io vengo convocata nello stanzino (seriamente, si ostinano a chiamarlo Ufficio, ma è un dannato stanzino).
Capo mi fa sedere, mi piazza una tazza di caffè in mano e inizia a spiegarmi come si porta avanti una libreria in un paesino del sud Italia, in cui le librerie di solito chiudono dopo due mesi di attività e in cui, in generale, la gente non legge.
Il tutto è riassumibile in: "Abbiamo a che fare tutti i giorni con gli idioti. Facci l'abitudine e buona giornata".

Sarà un tirocinio molto, molto lungo.




Okay, adesso dovete farmi sapere cosa ne pensate.
Non delle mie sfighe, quelle fanno schifo e me ne rendo da sola, ma dell'idea in generale.
Se non volete farlo per me perché vi sto antipatica, fatelo per Mys, che si è sentita le mie lagne posto-non posto fino a notte inoltrata.
Un bacio!

Fangirl Friday | 17 motivi per vedere (e rivedere) Friends

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FANGIRL FRIDAYè una rubrica di nostra invenzione, in cui vi parleremo di tutto ciò per cui abbiamo un'ossessione, sia in campo libresco che non

La mia definizione di "preparare i post in anticipo" equivale a scriverne il contenuto, senza formattazione né niente. Ogni volta penso sia un ottima idea, tanto quanto tempo potrò mai metterci ad impaginare il post?
SPOILER ALERT: tanto.
Cerca le gif, metti le gif, bestemmia contro le gif, sistema i codici e i colori...
Ecco perché questo FANGIRL FRIDAY arriva nel tardo pomeriggio, ma ci tenevo particolarmente a postarlo.

Negli ultimi tempi, ho avuto un periodo un po' negativo, che mi ha catapultata in una fase di apatia completa. L'unica cosa che è stata in grado di mantenere viva la mia attenzione è stata FRIENDS. Mia madre ne andava matta, negli anni '90. La guardava tutti i pomeriggi, mentre io giocavo accanto a lei sul divano. Puntata dopo puntata, ho iniziato a posare i miei giochi e a concentrarmi sulle immagini che tanto facevano ridere la mia mamma. Ero solo una bambina, quindi ho ricordi sfumati delle prime stagioni (adoravo Joey), ma ricordo bene le ultime. Ecco, il rewatch di FRIENDSè stato come un ritorno a casa dopo una lunga assenza. 
Sono alla quinta stagione, adesso, ma ho pensato lo stesso di elencarvi - con l'agguerrita partecipazione di Mys - i motivi per cui tutti voi dovreste vedereFRIENDS al più tardiORA SUBITO MUOVETEVI.



1.È AVANTI NEI TEMPI 
Pur essendo una serie ambientata e scritta negli anni 90, affronta temi che ancora oggi non riescono ad essere completamente accettati nella società, e lo fa con una naturalezza ed una spontaneità lodevoli. Esempio: omosessualità, madri surrogate, femminismo, diritti umani.

2. SO, NO ONE TOLD YOU LIFE WAS GONNA BE THIS WAY
Tutto, a partire dalla sigla per arrivare ai singoli protagonisti, ti dice che va bene aver superato i 20 anni e non sapere ancora cosa fare della tua vita. Vanno bene le difficoltà, le ansie e lo sconforto, perché ognuno ha i suoi tempi e la vita non è una gara a chi arriva prima.

3. L'UMORISMO
Potreste aspettarvelo, da una sit com che non rende senza le risate del pubblico, ma FRIENDS fa maledettamente ridere. Credetemi, niente aggiusta una giornata no più del pensiero di potersi infilare sotto le coperte e guardarne una puntata. O più di una.
55 Memorable and Funny Friends Quotes

4. "VENTI MINUTI" IS THE NEW "CINQUE MINUTI"
Le puntate durano venti minuti l'una. Quindi puoi benissimo dire che ne guardi una in una pausa caffè e poi finisci con il vederne settantacinque.

5. RAGAZZI, SONO VERAMENTE EUFORICO...
Lui sarà pure euforico, ma voi ancora di più, perché FRIENDSè su Netflix. Il che vuol dire che potete vederlo ovunque, in qualsiasi momento, senza buffering e nella lingua che preferite (no, non mi pagano per pubblicizzarlo, sono solo innamorata).

6. LE SHIP
Quando l'ho visto la prima volta, ero troppo piccola per poter comprendere la grandiosità delle ship. Ma adesso... andiamo. Volete mettere il farsi venire un'ulcera con lo storyline di Ross e Rachel? E Chandler e Monica? Esiste forse qualcosa di più bello di Chandler e Monica NO IO NON CREDO BUGIARDI.

7. LA CASUALITÀ DEGLI EPISODI
Che è forse la cosa più bella dell'intera serie: la trama di fondo segue le vite dei personaggi. Quindi, ci sono episodi in cui succede effettivamente qualcosa e altri in cui i sei se ne stanno stravaccati sul divano a parlare del loro peggior giorno del Ringraziamento. Bellissimo.

8. L'AMICIZIA
La cosa vi coglierà piuttosto di sorpresa ma, in una serie chiamata FRIENDS, la parta focale è l'amicizia, trattata in tutte le sue sfaccettature e il suo realismo. Alla fine, non potrete fare a meno di desiderare anche voi un gruppo così (e un bar in cui ci sia un divano).

9. I PERSONAGGI
Macchiette vere e proprie, esagerati appositamente per far ridere ma che, in qualche modo, riescono a risultare realistici e plausibili. Mischiateli insieme e otterrete ogni possibile combinazione per un eventuale test della personalità.

10. CHANDLER
Per quanto sia difficile scegliere un personaggio preferito, tra i sei, io nutro una vera e propria adorazione nei confronti di Chandler. Penso che il mio sarcasmo sia altamente imputabile a lui (ecco cosa succede quando tua madre ti cresce a pane e Friends).

11. IN PRINCIPIO, C'ERA IL BUIO
È la progenitrice di tutte le sit com. Tutte le serie che amate hanno preso qualcosa da FRIENDS, tutte le serie che amerete prenderanno qualcosa da lei. Deal with it.

12. IL FINALE
Perché è difficile finire una serie così lunga in modo da non deludere nessuno(HIMYM docet) e loro ci sono riusciti alla grande (noi ancora piangiamo, nel vedere l'ultima puntata)

13. SMELLY CAT
O Gatto Rognoso, dipende dalla lingua impostata su Netflix (okay, a sto punto Netflix un mese gratuito potrebbe pure sganciarlo).

14. È A PROVA DI CRISI ESISTENZIALE
Se hai una domanda, un dubbio, una crisi, se non sai che piega sta prendendo la tua vita... probabilmente uno dei protagonisti ha passato esattamente quello che stai passando tu. Quindi ti sentirai un po' meno solo.

15. BRAD PITT? AH SÌ, ERA IN FRIENDS
E, come lui, decine di altre personalità famosissime negli anni 90 (e ancora oggi), si sono prestate a dei minuscoli cameo nelle puntate. Qualche esempio? George Clooney, Isabella Rossellini, Robin Williams, Hugh Laurie...

16. HOW YOU DOING?
È citato continuamente, ovunque. È una parte così importante della cultura pop che se non l'hai visto ti tratteranno sempre come una specie di monco (E Mys parla per esperienza, visto che Mel ancora la bulleggia, nonostante alla fine lo abbia recuperato).


17. E SE LO HAI GIÀ VISTO...
...well, vale sempre la pena rivederlo. È come aprire il pacco dei tuoi biscotti preferiti: ne hai mangiati a bizzeffe nella tua vita, ma sai che non potresti mai stancartene



Non posso farci niente, questa serie è troppo bella. Infatti, fa parte dei miei progetti per la serata: pizza, pigiama a stampa natalizia e una tutte le puntate di Friends che riesco a guardare prima di crollare addormentata.
E voi, prima di correre a vederlo, ditemi quali sono le vostre serie del cuore, che qui abbiamo sempre bisogno di qualche coccola telefilmica.
Un bacio!


Cover Reveal | Harry Potter and the Prisoner of Azkaban Illustrated Edition

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Prima o poi affronteremo il discorso sull'imparzialità quando si parla di HARRY POTTER e cose ROWLING-RELATED, ma non oggi. Non adesso.
Perché adesso (sì, proprio adesso) stavo girando su Instagram e mi sono imbattuta nella cover dell'edizione illustrata del Prigioniero di Azkaban e OH MY GOD.
Quindi no, questo non è neanche un post in cui vi presento il libro o roba del genere. Mi limiterò a piazzare qui la cover, perché è davvero troppo bella.

Non so perché mi piaccia così tanto (well, a parte per i motivi ovvi), ma la trovo davvero incredibile. Ero abbastanza scettica riguardo a questa ennesima edizione della saga, ma mi sono dovuta ricredere nel momento esatto in cui ho riletto la Pietra Filosofale, perdendomi nelle illustrazioni, con Leaving Hogwarts come accompagnamento musicale.
Decisamente un'esperienza mistica.
IL PRIGIONIERO DI AZKABAN sarà disponibile da Ottobre 2017. Certo, la vorrei adesso, visto che il terzo è uno dei libri che più mi premeva avere illustrato. Così tanto che riesco a comprendere perfettamente Sirius (che è anche uno dei motivi principali per cui LA VOGLIO LA VOGLIO LA VOGLIO).
Per ulteriori informazioni, vi rimando al post ufficiale su Pottermore.
Intanto, ditemi un po' voi cosa ne pensate. Avete acquistato le nuove edizioni? Vi piacciono?

Un bacio!

Recensione | I nostri cuori chimici - Kristall Sutherland

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Hola, Mysamigos! 
Oggi vi volevo parlare di un libro che, nonostante i suoi limiti, ha avuto un certo impatto, su di me. AKA: 


I nostri cuori chimici
KRISTAL SUTHERLAND  
 Rizzoli ▲ Rilegato 335 Pagine ▲ 17.00€ 

TRAMA: «Henry Page ha 17 anni e non si è mai innamorato. Paradossalmente, la colpa è del suo inguaribile romanticismo: Henry è da sempre così aggrappato al sogno del Grande Amore da non aver lasciato spazio alle cotte che da anni elettrizzano le vite dei suoi amici. Non è una scena da film nemmeno il primo incontro con Grace Town: Grace cammina con il bastone, porta vestiti da ragazzo troppo grandi per lei, ha sempre lo sguardo basso. Complice il giornale della scuola, Henry se la ritrova vicina di scrivania, e presto precipita nella rete gravitazionale di Grace, che più conosce, e più diventa un mistero. Grace ha ovviamente qualcosa di spezzato e questo non fa che attirare Henry, convinto di poterle ridonare quel sorriso che fino a pochi mesi prima la accompagnava ovunque. Ma forse il Grande Amore è più amaro di quanto i romantici credano. Età di lettura: da 10 anni.»


Ho adocchiato I nostri cuori chimici alla sua uscita perché...be', diciamo che il titolo rimandava (mooolto lontanamente) a qualcosa che aveva avuto un certo peso nella mia vita. Non ne conoscevo la trama, non sapevo come fosse stato accolto in generale. Lo volevo leggere e basta. Perché sì (sei troppo brava ad argomentare, Mys).
E' passato tempo, mi sono quasi dimenticata di questo libro. Poi è successa una cosa strana. I nostri cuori chimici mi è saltato agli occhi di nuovo e, impulsivamente, ho deciso di iniziare a leggerlo. Subito.
E' stato uno di quei momenti in cui i libri dimostrano la loro magia: sanno riconoscere quando è arrivato il loro momento.
Il protagonista è Henry, 17 anni, così tanto innamorato dell'idea del Grande Amore da non aver mai avuto una ragazza. Perché a che servono quelle storie adolescenziali piene d'istinto, che vivono
della giornata e sfumano troppo in fretta? Lui vuole una storia come quella dei suoi genitori, che si sono visti, si sono innamorati giovanissimi e si amano da una vita.
Intanto, ha altro a cui pensare, come diventare il capo redattore del giornalino della scuola. E proprio quando raggiunge il suo scopo, nella sua scuola arriva Grace Town.
Grace si veste con abiti da ragazzo, troppo grandi per lei. Cammina appoggiata a un bastone. E ha l'aria di chi puzza. E un po' puzza davvero (stavo per morire dal ridere quando ho letto). Questa ragazza così strana viene scelta per essere co-capo redattore del giornalino e Henry si ritrova ad averla nella sua vita. Grace non sempre è contenta della sua presenza, mentre lui, al contrario, diventa sempre più dipendente da lei.

L'inizio di questo rapporto è un po'wtf. Perché quasi mi è sembrato che li abbiano costretti insieme. Poi però tra loro si instaura un'intesa fatta di citazioni nerd (e qua già mi avete conquistato, davvero, mi basta che mi citiate Harry Potter, Doctor Who e sono vostra) e chiacchierate profonde in cui si vede che Henry cerca di dare tutto quello che ha, mentre Grace sfugge. E non in un modo affascinante, ma con quel mistero che nasconde qualcosa di cupo.

Potrei riassumervi tutto con una semplice frase: questo è un libro che piacerebbe ai fan di John Green. C'è la figura femminile affascinante e sfuggente, ci sono i personaggi secondari strambi e adorabili (come Murray, l'australiano che nessun australiano è), c'è un protagonista maschile profondo e romantico nonostante la sua giovane età. Persino personaggi che si chiamano per nomi completi. Ma se vi dicessi che avreste potuto trovare un personaggio come Grace Town in un libro di John Green...no, questo no.

Grace Townè la figura che più mi ha affascinata. Non solo perché il suo libro preferito è 84, Charing Cross Road e questo me l'ha fatta sentire molto vicina. Non solo perché, al contempo, non le piace Doctor Who quindi VADE RETRO, SATANA. Non solo perché è un personaggio fondamentalmente negativo e nocivo, suo malgrado, nel suo essere, se non plausibile, almeno comprensibile, ma anche per il suo effetto su Henry. 
Perché grazie a lei, Henry cambia visione della vita. Prende coscienza di tante verità attorno a lui che lui era stato troppo romantico e ottimista per vedere. Proprio nel momento di sua massima negatività, Grace ha un effetto positivo, catalizzato poi dal bellissimo discorso che la sorella di Henry ci fa (perché, essendo la summa del libro, parla un po' con tutti noi). Alla fine, ne ricaviamo una concezione dell'amore meno idilliaca, meno perfetta e romantica, più scientifica ma non meno bella che, piuttosto che focalizzare l'attenzione sulla storia in sè, si concentra sugli effetti che ogni esperienza ha su di noi, individualmente, come persone.

«Ti hanno corrotto con questa stronzata che “l’amore è pazienza, l’amore è gentilezza” fin da quando eri piccolo. Ma l’amore è scienza. Voglio dire, si tratta solo di una reazione chimica nel cervello. A volte la reazione dura una vita, ripetendosi costantemente. Altre no. Altre si trasforma in una supernova e inizia a spegnersi. Siamo solo dei cuori chimici. Questo rende l’amore meno folgorante? Non penso. Ecco perché non capisco perché la gente dica sempre “il cinquanta per cento dei matrimoni finisce in divorzio” come giustificazione per non sposarsi. Solo perché un amore finisce non significa che non sia stato vero amore.»
Alla fine, I nostri cuori chimici è un libro carino, scorrevole e piacevole da leggere.Oggettivamente so che non è un capolavoro, non ha niente di più di un libro di John Green o Rainbow Rowell. Insomma, niente di nuovo sotto il sole. Questo è il mio giudizio oggettivo. Un libro leggero e facile, uno Young Adult, ma di quelli fatti come si deve, che si incasella perfettamente nel suo genere, ma non ne supera i limiti.
Soggettivamente, questo libro è arrivato nel momento giusto, mi ha detto cose che avevo bisogno di sentirmi dire e...è come se mi avesse dato un'amichevole pacca sulla spalla, dicendomi che no, non ero stata la sola a pensare certe cose; che ridimensionando le mie aspettative sul Grande Amore (sì, ce le ho anche io) non sto svalutando il romanticismo; che anche se siamo intelligenti non sempre ci rendiamo conto di quanto una persona possa essere nociva per noi e questo non ci rende più stupidi.
E che, anche se è un cliché ed è stupido e fondamentalmente sto ammettendo di essere una piccola deficiente piena di complessi boo hoo qualcuno mi prenda a schiaffi...
''Non posso mentirvi e dirvi che stare di fronte a una persona e offrirle l’anima e vedersela rifiutata non è una delle cose peggiori che possono capitarvi. Per giorni o settimane o mesi o anni vi chiederete cosa c’era in voi di così sbagliato, o incrinato, o brutto, per cui non poteva amarvi come voi la amavate. Cercherete tutte le ragioni dentro di voi per cui non vi ha voluto e ne troverete un milione. Forse era il vostro aspetto al mattino quando vi svegliavate e non vi eravate fatti una doccia. Forse era la vostra eccessiva disponibilità, perché nonostante quello che dicono tutti, giocare a fare il difficile regala sempre fascino. Alcuni giorni crederete che ogni atomo del vostro essere sia in qualche modo difettoso. Ciò che vi dovete ricordare, come mi ricordai io guardando Grace Town allontanarsi, è che siete straordinari.''
Insomma, questo libro mi è servito un po'.
Ecco spiegati i quattro Wolverine.
(...dopo Logan il rating di questo blog è PURO DOLORE).
Voi l'avete letto? Che ne pensate? Prego, ignorate gli sproloqui di questa recensione fin troppo personale.
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